Probabilmente non molti sanno che gli Istriani sono stati, insieme agli Italiani, i primi Europei che, alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, hanno avuto l'opportunità di vedere in TV il mitico Goldrake. Infatti, la RAI italiana, che da questa parte dell'Adriatico si seguiva eccome, è stata la prima in Europa a trasmettere anime robotici giapponesi. È successo il 4 aprile 1978, con il primo episodio della serie "Atlas Ufo Robot" (Goldrake), andata in onda fino al 1980 e al cui interno è comparso un altro supereroe di fantascienza: Mazinga Zeta.
Cosa meno nota è che, presumibilmente a causa di ciò che allora veniva percepito come eccessiva violenza, la serie è stata soggetta a molti tentativi di censura, tanto che nel parlamento italiano è stata sollevata un’interpellanza: la politica voleva uccidere Goldrake.
È questa solo una delle tante storie interessanti dell'eccellente mostra “Fantascienza italiana. Una meravigliosa avventura” allestita nello spazio espositivo Sacri Cuori di Pola, gestito dal Museo Archeologico dell'Istria.
Si tratta di una mostra che deriva dall’allestimento del MuseoLAB del Fantastico e della Fantascienza di Torino (MUFANT) e che offre al pubblico un ricco repertorio di reperti: riviste, fumetti, libri rari, illustrazioni, giocattoli di latta e di plastica, e non mancano i video di opere cinematografiche e televisive di fantascienza.
L’aura vintage dei reperti, la bellezza della grafica del passato, la creatività e l'immaginazione dei vari autore nell'illustrare le città e i veicoli del futuro, gli alieni,i robot, o la vita su altri pianeti, vengano a galla non privi di un fascino accattivante. Al visitatore viene voglia di toccare questi oggetti (protetti in vetrine), o di sfogliare qualche edizione: sarebbe molto interessante scoprire cosa scrisse lo scrittore italiano
Emilio Salgari, nel lontano 1907, nel suo libro "Meraviglie del Duemila".
La Pre-fantascienza
Una delle "tesi" di questa mostra è che l'Italia non era stata in ritardo, rispetto al resto del mondo, né nell'era pre-scientifica, né più tardi nell'era prettamente fantascientifica.
La prima opera "ufficiale" di fantascienza, intitolata "L’anno 2044", fu pubblicata nel 1786 dal francese Louis-Sébastien Mercier. In Italia il genere comparve nel 1836.
Un anno prima, l'astronomo inglese John Herschel diede alle stampe un testo sulle presunte scoperte rivoluzionarie inerenti la luna, ma tutto ciò venne successivamente qualificato come “La grande burla della Luna” ("Great Moon Hoax"). Tuttavia, già nel 1836, a Firenze e Napoli fu pubblicata la traduzione del testo di Herschel, che servì da modello a Bartolomeo Veratti e al sacerdote Francesco Bruni, che nello stesso anno pubblicarono le opere "Un viaggetto nella Luna di N.N. accademico tassoniano" e rispettivamente"Lettera su la ipotesi degli abitaniti de' pianeti".
Con il libro "Il viaggio nell'universo" di Francesco Viganò del 1838 si inizia a delineare una chiara visione fantascientifica, ma si potrebbe notare che in qualche modo anche la "Divina Commedia" di Dante, dell'inizio del XIV secolo, potrebbe essere considerata un'opera di fantascienza. Questo vale anche per "I viaggi di Gulliver" di Johnatan Swift del 1726.
La (pre)fantascienza si affermerà presso il grande pubblico nella seconda metà dell'Ottocento: Jules Verne pubblica i suoi romanzi "Viaggio al centro della terra" nel 1864, "Dalla Terra alla luna” nel 1865; "La macchina del tempo" (1896) e "La guerra dei Mondi" (1898) di George Wells arriverano poco dopo. Gli Italiani non tardano: nel 1873 Agostino della Sala Spada scrive "Nel 2073" in cui si immagina la Torino del futuro, mentre ad occuparsi della Milano del futuro sarà Antonio Ghislanzoni si occupa della, che nel romanzo "Abrakadabra" del 1884 menziona locomotive volanti, ma anche l'abolizione della pena di morte.
La prima fase: Salgari e i cineasti
Emilio Salgari, lo scrittore italiano noto per i personaggi di Sandokan e per i libri sui pirati della Malesia, nel 1907 pubblicò l'opera "Le meraviglie del Duemila"; sarà lui, congiuntamente ai cineasti dell'epoca, a determinare la prima fase della fantascienza italiana.
Nello stesso periodo, Ulisse Grifoni scrive i romanzi fantascientici "Dalla Terra alle stelle" e "Dopo il trionfo del socialismo italiano". All'età di soli 16 anni, Enrico dei conti Novelli di Bertinoro, detto Yambo, pubblica nel 1890 il romanzo "Dalla Terra alle stelle". Viaggio attraverso l'infinito".
Traendo spunto dal suo romanzo "La colonia lunare", nel 1919 Yambo girerà "Un matrimonio interplanetario", il primo film fantascientifico italiano, contraddistinto da uno stile comico ispirato al grande francese Georges Méliès: tutti conoscono la scena dell'astronave (in realtà – un proiettile) che si schianta nell'occhio della luna nel suo film "Viaggio sulla luna" del 1902.
Marcel Fabre diresse e recitò nel film "Robinet aviatore" nel 1911, per poi girare, nel 1913, la grande opera fantastica del cinema italiano dell'epoca: "Le avventure di Saturnino Farandola".
Il regista e attore francese André Deed, conosciuto in Italia come Cretinetti, nel 1921 realizzò il film "L'uomo meccanico". Era l'epoca in cui l'Italia era impregnata del Futurismo di Marinetti che celebrava il dinamismo, la velocità, l'industria e il progresso tecnologico.
La mostra presta attenzione anche all'origine della fantascienza in Europa e negli Stati Uniti d'America. La storia delle riviste del settore è interessante. L'americano Frank A. Munsey, ispirato delle riviste inglesi "The Strand" del 1891 e delle poco successive "Pearson's magazine" e "The Pall Mall", nel 1898 pubblica la prima rivista pulp americana "Argosy”.
La prima rivista americana prettamente di fantascienza, "Weird Tales", vedrà luce nel 1923, mentre il primo numero della rivista più longeva nel campo della fantascienza, "Astouding Stories", esce nel 1930.
La seconda fase: Urania e giocattoli di latta
La rivista di fantascienza più famosa d'Italia è "Urania" che si pubblica ininterrottamente dal 1950. In base al concept della mostra, la seconda fase della fantascienza italiana avviene negli anni Cinquanta, con la comparsa delle prime riviste che consolidano il genere della fantascienza in Italia - su tutte Urania dell’editore Mondadori - e con l'invasione del mercato di giocattoli in latta ispirati alla fantascienza.
Sono esposte edizioni rare delle prime riviste di fantascienza e di Urania, con le bellissime copertine di Kurt Caesar e Karel Thole. Ci sono anche opere originali dell'illustratore Giuseppe Festino e una colorata collezione di giocattoli del torinese Paolo Fiorino.
La terza fase: Primo Levi e Dino Buzzati
La terza fase della fantascienza italiana nasce negli anni Settanta. La parte espositiva è incentrata sul contributo al genere fantascientifico da parte di due grandi maestri della letteratura italiana come Primo Levi e Dino Buzzati.
Primo Levi, nel corso della seconda guerra mondiale, conobbe ad Auschwitz il terrore del campo di concentramento narrando poi la sua drammatica esperienza nel romanzo "Se questo è un uomo". Meno noto al grande pubblico è il fatto che la produzione dei racconti di fantascienza di Primo Levi fu enorme. Tra i vari titoli, nel 1959 Levi scrisse la "La bella addormentata nel frigorifero".
Dino Buzzati, autore dello splendido romanzo "Il deserto dei Tartari", è stato anche un grande maestro della fantascienza italiana. La mostra, grazie alla collaborazione con l'associazione internazionale Dino Buzzati, presenta due opere grafiche del Buzzati, che, come è noto, era un grande estimatore del fumetto e un pittore prolifico.
Nella sezione multimediale della mostra viene evidenziato il contributo della
RAI italiana alla diffusione della cultura di fantascienza: abbiamo già citato Goldrake e Mazinga, ma è meno noto che nel 1977 la RAI trasmise una serie tratta dal racconto di
Mikhail Bulgakov "Uova fatali" del 1925: uno scienziato sovietico, genetista, scopre un modo per aumentare enormemente le dimensioni degli animali.
La contemporaneità e la sezione croata
La parte contemporanea, allestita in galleria, mette in mostra una selezione di collane di fantascienza dei maggiori editori e autori contemporanei. Due sezioni monografiche sono dedicate ai due più maggiori illustratori italiani di "fantascienza" di oggi: Franco Brambilla e Carmine di Giandomenico.
Infine, a cura di Vanja Kranjčević, Marko Mlinar e Davor Šišović, una parte della mostra è dedicata alla fantascienza croata, alla sua evoluzione storica, ai principali protagonisti della letteratura, dell'illustrazione e della produzione audiovisiva, ai festival. Vi sono menzionate le manifestazioni "I giorni di Jules Verne a Pisino", "Istrakon" e gli autori Kristina Bilota e Zdenko Bašić.
La mostra è stata curata da Davide Monopoli e Silvia Casolari ed è stata realizzata con il sostegno del Consolato Generale d'Italia a Fiume e del Console Davide Bradanini, in collaborazione con il Museo Archeologico dell'Istria, la Comunità degli Italiani di Pola e l'Unione Italiana.
La mostra rimarrà aperto fino a al 14 maggio.