È un ricettario, ma anche molto di più, l'ultimo libro della letetrata italiana di Fiume Laura Marchig. Del libro, presentato anche alla fiera del libro di Pola, per Radio Capodistria scrive Lionella Pausin Acquavita. Riportiamo il suo intervento integralmente.
È un ibrido che si compone di più generi: prosa, poesia in prosa e poesia, ma che si struttura come romanzo che è una storia di famiglia, di ritorno alla vecchia casa e all'orto che sta sul colle di Cosala, vicino al cimitero", racconta Laura Marchig e aggiunge: "È un ripensare a quello che i nostri cari ci hanno lasciato; e una cosa bella, che aggrega, che ha sapore è il cibo, cibo che unisce le generazioni, quelle che non ci sono più, la nostra e poi quelle che verranno alle quali va tramandata la nostra cultura e i nostri ricettari".
Personalità eclettica, la Marchig non ha bisogno di presentazioni in questa nostra area. Giornalista, poetessa, scrittrice e traduttrice, drammaturga, paroliera, performer, operatrice culturale e attivista politica sono i tanti settori in cui si contraddistingue. "Sai - dice - quando arrivi a un certo punto e pian piano vedi scomparire i tuoi cari, si crea un vuoto che devi colmare e lo riempi di ricordi. E i ricordi che emergono sono quelli belli, dei tempi felici, dei pranzi fatti assieme, delle ricette di famiglia". Una di queste è per l'appunto lo schmarrn, ovvero kaiserschmarrn, ricetta della nonna Maria Triscoli di cui il libro prende il nome o ancora quella semplicissima del "pan con l'oio" che la Marchig si gustava con il suo papà.
Le ricette in realtà sono solo una scusa per andare alla ricerca e scoprire chi siamo. "Esatto: chi siamo e dove appoggiamo i piedi"conferma la nostra interlocutrice svelando che il grande protagonista di questo racconto è il territorio e non solo quello di Fiume o del microcosmo di Cosala, ma c'è tutto il Quarnero e l'Istria inglobati in quel panorama mitteleuropeo contraddistinto da quella multiculturalità e plurietnicità che lo rende specifico. E che è linfa vitale per la Marchig che da quest'area trae nutrimento per la scrittura, ma prima di tutto per il suo modo di pensare, vivere e relazionarsi con gli altri. "Appartenendo alla comunità italiana oltre che all'attenzione verso tutto quello che è italiano ho -fortunatamente- sviluppato un forte interesse verso gli altri e conoscere le culture a contatto è diventato il mio motto, il mio credo", sostiene la scrittrice.
I valori del territorio come quelli della numerosa e variegata famiglia della Marchig sono percettibili in ogni pagina di Schmarrn. "Mio padre aveva nove fratelli e sorelle di cui rimangono vivi zia Silvia e zio Marcello, mia madre ne aveva tredici", ricorda l'autrice non mancando di illustrare quei due mondi che sicuramente l'hanno formata e che in lei convivono. "Diciamo che provengo da famiglie diverse, quella di mamma era un nucleo contadino e molto religioso; vissuta oltre il Monte maggiore, mescolata agli istroromeni e quindi appartenente a quell'Istria magica in cui tutto, dagli alberi ai fenomeni naturali, era spiegato attraverso leggende. Dall'altra parte la famiglia di papà: atea, materialista, razionalista, piena di scienziati, ingegneri, professori con il nonno che era stato uno dei leader della rivoluzione albonese".
che da anni è attiva pure politicamente con la formazione regionalista "Lista per Fiume" e nell'Associazione Libero comune di Fiume che rappresenta pure nell'esecutivo della Fondazione europea Coppieters non nasconde di avere dinanzi ancora tanti progetti e iniziative. Dovrebbe uscire in questi giorni il CD tratto dalla sua commedia musicale "Noi torneremo" mentre invita tutti a visionare il medio metraggio "La musica unisce/ Il mio mondo in un piatto" collegato al ricettario di famiglia "Schmarrn".