Ventiquattro

"Non sono nella Dieta ma la Dieta e' in me"

Bruno Cergnul: "Con l’arrivo della Jugoslavia Pola ha iniziato ad andare in rovina e sta continuando a farlo"

Per far ritornare la citta’ di Pola allo splendore che aveva ci vorrebbe un piano Marshall! * La moglie del Sindaco Zoričić e' professoressa di italiano pero' lui non ha voluto che fosse lei ad insegnarglielo ma ha fatto un paio di lezioni con una professoressa che gli ho suggerito io. In occasione della Giornata della Citta' di Pola, ha fatto un bellissimo discorso in italiano al Teatro popolare istriano. * Ho sposato una polesana, ho due figli maschi e cinque nipoti. In casa tutti parliamo il polesano, anche la moglie di uno dei miei figli nata a Čakovec


 
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Donatella Leonardelli ⒸFOTO: Manuel Angelini

Per far ritornare la citta’ di Pola allo splendore che aveva ci vorrebbe un piano Marshall! * La moglie del Sindaco Zoričić e' professoressa di italiano pero' lui non ha voluto che fosse lei ad insegnarglielo ma ha fatto un paio di lezioni con una professoressa che gli ho suggerito io. In occasione della Giornata della Citta' di Pola, ha fatto un bellissimo discorso in italiano al Teatro popolare istriano. * Ho sposato una polesana, ho due figli maschi e cinque nipoti. In casa tutti parliamo il polesano, anche la moglie di uno dei miei figli nata a Čakovec

Dopo il lungo dominio della Dieta, che ha sempre eletto il suo vicesindaco in quota CNI praticamente per conto suo, l'anno scorso i suoi piani sono falliti con l'elezione del candidato indipendente Bruno Cergnul.

Alle elezioni politiche dell'anno scorso ha vinto contro Fabrizio Radin. Secondo lei, cosa ha fatto la differenza?

Prima di tutto devo dire che non mi piace la constatazione che ho vinto contro una persona e neanche contro Radin siccome abbiamo un bel rapporto da tanti anni. Si, lui era il controcandidato ma la mia sensazione non e' stata quella di vincere contro qualcuno. La mia prima dichiarazione pubblica e' stata:  „mi candido per vicesindaco di Pola, magari ciapero' solo el mio voto“. Da questo si deduce che non ero contro qualcuno ma facevo la mia campagna elettorale.

C'e' stato qualcosa che ha fatto in modo che lei venisse eletto vicesindaco?

Questo lo dovrebbe chiedere alla gente che mi ha votato. Non so cosa abbia fatto la differenza perche' ho iniziato con la politica solo un anno fa e non saprei giudicare queste cose.

Forse un desiderio di cambiamento da parte dei cittadini?

Si, forse i cittadini cercavano un cambiamento. Se cercavano un cambiamento allora posso dire che c'e' stato perche' il mio modo di fare e' quello di una persona libera, non vincolata da varie strutture politiche e che non deve rendere conto a nessuno. In certi ambiti questo e' sicuramente un vantaggio ma ci sono anche degli svantaggi. Quando qualcuno ha dietro di se uno staff ha un appoggio mentre, io, ho dovuto chiedere informazioni a destra e a sinistra. Ero praticamente da solo.

Per quanto riguarda la comunita' italiana, invece, c'e' bisogno di un cambiamento?

Sono membro del Circolo di Pola da piu' di 60 anni. Sono convinto che una persona a capo di una struttura politica come la Comunita' degli Italiani, l'Unione Italiana ma anche la Repubblica di Croazia, non puo' dare il massimo per decenni. Sono dell'opinione che il tempo massimo per determinate funzioni sia due mandati, in casi eccezionali tre, ma non di piu'. Essere a capo per molti anni non e' una cosa buona ne' per la persona stessa ne' per gli elettori.

Alle ultime elezioni la Comunita' degli Italiani di Pola appoggio' pubblicamente Fabrizio Radin. Questa cosa ha, in qualche modo, segnato la vostra collaborazione visto che lei e' membro dell'Assemblea della CI di Pola?

Diciamo che sono la „pecora nera“ dell'Assemblea. In alcune occasioni sono contrario a certe decisioni ma non perche' voglia esserlo. Questo lo si potrebbe percepire solo perche' la mia idea e' differente da quella di altre persone ma non e' cosi'. Lo scambio di idee dovrebbe essere al di sopra di qualsiasi cosa. I nostri rapporti non sono invidiabili. Ho i miei principi ma sono disposto a discutere di qualsiasi mia convinzione. Sono disposto a cedere e trovare un accordo. Dobbiamo, pero', sederci e dobbiamo parlare. Se uno non vuole parlare qui „casca il palo“.

Secondo una ricerca scientifica e' risultato che Pola si trova tra le ultime citta’ in Istria per quanto riguarda il numero di persone che parla la lingua italiana. Come se lo spiega?

Me lo spiego facilmente. Pola dal 1947 fino ai primi anni ‘50 e’ rimasta con circa il 20 percento dei suoi abitanti. Quel trauma non si puo' piu recuperare. I polesani rimasti parlavano l'italiano con disinvoltura ma c'era chi parlava il croato.

La ricerca scentifica in questione, fatta su commissione del Consiglio della minoranza autoctona italiana della Regione Istriana e da persone altamente competenti, dimostra che l'importanza e l'uso della lingua italiana a Pola va rapidamente diminuendo ed e' in caduta libera. Comparando Pola con altre citta’ bilingui in Istria si e’ riscontrato che e’ scesa in graduatoria e che si trova tra le ultime citta’ parlanti la lingua italiana, mentre nel passato si trovava ai primi posti.

Il motivo principale sta nel fatto che le altre realta' hanno fatto dei miglioramenti, dei piccoli ma significanti passi avanti per conservare la nostra lingua. Pola, invece, e’ ferma da decenni. Fermarsi vuol dire indietreggiare. Ora dobbiamo recuperare quanto e' stato perso.

Invece la convivenza oggi?

Qui bisogna distinguere i vari modi di convivenza. La convivenza andava meglio nel passato, a differenza di oggi quando ci si chiude ognuno nel proprio cortile. La convivenza vuol dire principalmente riconoscere la diversita’ e rispettarla, questo e' il punto piu' importante. Nel primo dopoguerra si rispettava maggiormente questo ed altri modi di convivere.

Chi viene in un territorio, per includersi con piu’ facilita’, dovrebbe accettare il modo di vivere di questo territorio e informarsi sulla sua storia e sul suo passato. Sapere, conoscersi, conoscere la cultura e non isolarsi sono concetti importanti per infondere la convivenza. La cultura e' un legame universale che contribuisce positivamente al nostro vivere assieme. Oggi manca il sapere e lo studio della cultura, delle abitudini, della storia, dell’ambiente, cose che dovrebbero essere piu’ presenti nelle aule scolastiche. Vivere con il prossimo, uguale o diverso che sia, e' una dimostrazione di cultura e civilta'.

Nel suo mandato c'e' qualcosa che vorrebbe fare per cambiare determinate cose che, a suo parere, non funzionano?

Quello che mi sono proposto di fare, da polesano nato a Pola, e' di mettermi, in qualche modo, "in ballo" affinche' dopo il mio mandato l'atmosfera a Pola sia piu' favorevole, piu' positiva per un polesano che vive a Pola. Di poter vivere liberamente, di poter parlare la propria lingua.

Faccio un appello ai polesani: “Parlate sempre il nostro bel dialetto e di piu’ fuori casa”. Questo vale soprattutto per i nostri giovani che con il loro comportamento sono fondamentali.

"Per mettere a posto la citta’, Pola avrebbe bisogno di un piano con cifre immense. Bisognerebbe ristrutturare il centro storico e nomino solo alcuni progetti: la Via Candler e la Via Sergia, intervenire significativamente sulla statica del Teatro e dell'edificio dell'ex Ammiragliato".

Un suo commento su una pagina Facebook ha provocato delle forti reazioni. Il commento in questione e’: "Con l’arrivo della Jugoslavia Pola ha iniziato ad andare in rovina e sta continuando a farlo". Cosa ha voluto dire con questa affermazione?

La Jugoslavia e' venuta a Pola dopo la Seconda guerra mondiale ed e' venuta in possesso di una citta’ fiorente, quasi impeccabile e con tutte le infrastrutture caratteristiche di citta’ a livello europeo con monumenti storici, edifici, il teatro, ville, ospedali, scuole e quant'altro. Purtroppo questo patrimonio regalato non e' stato adeguadamente mantenuto negli anni e di conseguenza oggi abbiamo il nucleo storico decaduto, l’albergo Riviera in disuso, la Villa Idola devastata, la Via Sergia asfaltata, tanti edifici che si sgretolano, alla stazione ferroviaria non c'e  movimento…

Ultimamente  si e' fatto qualcosa per certe facciate, un’iniziativa lodevole ma insufficente per risolvere i problemi trascurati da decenni. Girando per Pola si vedono finestre e porte non verniciate da anni, una mancata manutezione, tanto per fare un esempio, e li' abita qualcuno! Pola, a dire il vero, ha avuto un'espansione enorme negli anni passati di quartieri e infrastrutture, principalmente nella parte sud della citta’. Uno sviluppo lodevole ma che non compensa e non puo’ compensare il lungo degrado, principalmente del nucleo storico. Per far ritornare la citta’ di Pola allo splendore che aveva ci vorrebbe un piano Marshall!

Come descriverebbe la collaborazione con il Sindaco Filip Zoričić?

Con Filip Zoričić ho un buon rapporto. Non posso dire altrimenti perche' questa e' la verita'. Lo vorrei ringraziare perche' con il suo sostegno e con i buoni rapporti che ho con gli assessori della Citta' di Pola riesco a fare certe promesse che ho dato ai miei elettori.

Filip Zoricić, per quanto ho visto fin’ora, vuole fare del bene alla citta’ in ogni settore e nel complesso alla vita e al benessere dei cittadini. Dovremmo essergli grati. A mio parere e' fondamentale che abbia delle buone idee e che sia sincero, cose che di lui apprezzo moltissimo. Parlando con lui si ha la sensazione che “mostri le corna in tasca”. Non posso che parlare in superlativo del sindaco.

 

"Anche noi polesani dovremmo, in un certo modo, muoverci diversamente nei confronti di chi non e' nato a Pola".

E' vero che sta prendendo lezioni di italiano?

Sua moglie e' professoressa di italiano pero' non ha voluto che fosse lei ad insegnarglielo ma ha fatto un paio di lezioni con una professoressa che gli ho suggerito io. In occasione della Giornata della Citta' di Pola, ha fatto un bellissimo discorso in italiano al Teatro popolare istriano. Ha parlato in italiano anche a Trieste quando ha fatto visita al sindaco. Insomma, un sindaco sempre piu’ bilingue.

Invece la collaborazione con la Dieta?

La Dieta e' un partito come un altro. Ammiravo la Dieta quando e' nata. Ultimamente non ero d'accordo con la sua politica ma questo e' affar mio. Non sono dietino ne' di qualsiasi altro partito. Vorrei che la Dieta cambiasse un po' la sua rotta e ritornasse a quella delle fondamenta. Io non sono nella Dieta ma la Dieta e' in me. Questa e' un frase che esprime il mio rapporto con questo partito.

Ci puo' fare un bilancio di quest'anno come vicesindaco della citta'?

Devo dire che questo anno e' volato. Ho fatto delle cose, secondo il mio punto di vista, importanti. Ho rispolverato il progetto del centro balneare di Stoia e fatto mettere in moto il meccanismo per poterlo attualizzare quanto prima. E' un progetto per il quale sono previsti molti soldi e molto lavoro. Sono convinto che presto, probabilmente all'inizio dell'anno prossimo, inizieranno i primi lavori.

Un altro progetto altrettanto importante per la citta' di Pola e' il problema delle insegne stradali che sono si bilingue ma il lato in italiano e' messo in modo tale che neppure si vede. All'inizio dello scorso autunno abbiamo avviato un progetto pilota che consisteva nella modifica delle insegne dal mercato alla stazione ferroviaria. All’inizio di quest’anno siamo partiti con il progetto vero e proprio e settacciando ogni via della citta’ sono state modificate piu’ di 620 insegne. Grazie anche alla ditta Pulaparking che ha fatto un ottimo lavoro e ha fatto risparmiare dei bei soldini alla citta’.

Un'altra iniziativa importante, e in sintonia con l'Assessore alla CNI e altri gruppi etnici della Regione Istriana Tea Batel, per i dipendenti della Citta' di Pola si organizzeranno dei corsi gratuiti di lingua italiana. Fin'ora ci sono una quarantina di dipendenti iscritti al corso che iniziera' in autunno. Questo lo abbiamo voluto soprattutto per i cittadini che ogni qualvolta si recheranno in uno degli uffici della Citta' potranno esprimersi in italiano.

Recentemente e’ stato a Roma. Qual e’ il motivo di questo viaggio fatto a carico della Citta’ di Pola?

Sono stato al Convegno internazionale Dante Adriaticus organizzato dall’ANVGD di Roma, assieme a varie citta' partecipanti, con lo scopo di commemorere il settecentesimo anniversario della morte del sommo poeta. In questo ciclo di convegni importanti per noi e per la figura di Dante, con il suo valore e contributo alla lingua italiana, e' stata inclusa meritatamente anche la citta’ di Pola che Dante nomina nella Divina Commedia, fatto che testimonia la sua visita a Pola. Le attivita' sono iniziate nel 2021 e sono andate avanti tutto l'anno e la Citta' di Pola ha offerto il patrocinio all'evento durante la manifestazione polese. Il 9 maggio di quest'anno e' stato organizzato a Roma un convegno finale con la presenza di tutte le citta’ partecipanti onde poter concludere e fare un riassunto del lavoro fatto assieme. In questa occasione sono stato invitato a Roma dove ho portato il saluto della Citta’ di Pola ribadendo che la cultura e’ un terreno fertile per l'avvicinamento fra i popoli.

Ha avuto modo di leggere la nostra intervista con Valmer Cusma, suo amico. C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere e che non sia stato detto?

Quello che ha detto Valmer e' sulla traccia di quanto ho detto io prima. Una persona, per quanto capace, non e' giusto che sia venti, trent'anni su un posto di lavoro. Questo per tanti motivi. Il principale e' che dobbiamo dare posto ai giovani. Mi chiedono di fare ancora un mandato ma voglio che qui venga una persona giovane. Dobbiamo creare una continuita'.

Per chi ancora non la conoscesse, chi e' Bruno Cergnul?

Questa e' la domanda piu' difficile perche' non mi piace parlare di me. Sono nato nel ’44 a Pola da famiglia polesana italiana. Dopo quattro anni di scuola elementare in lingua italiana ho dovuto abbandonare la scuola a causa del decreto Peruško che impediva a noi italiani di continuare l'educazione in lingua italiana. Ho iniziato a frequntare la scuola in lingua croata non sapendo che quattro parole. Ho iniziato, poi, gli studi di economia ma non sono riuscito a diplomarmi perche' all'epoca avevo tanti altri interessi.

Ho sposato una polesana, ho due figli maschi e cinque nipoti. In casa tutti parliamo il polesano, anche la moglie di uno dei miei figli nata a Čakovec. Se ora la sentisse parlare non direbbe che' e' di Čakovec. Questa per me e' una fortuna.

Sono sempre stato attivo nella Comunita' degli Italiani, mi piace la barca a vela che pratico dai miei quattordici anni e anche oggi sono amante del mare. Vivo a Monte Grande nella casa di mio nonno costruita 130 anni fa. Questa e' la mia essenza di polesano.


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