Silvano Zilli, per tre mandati ex vicesindaco di Rovigno ed ex vicepresidente della DDI, due anni fa è stato licenziato in modo illecito e inamissibile dall’impiego di collaboratore esperto del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, cosi’ si e’ pronunciato il Tribunale di Pola con una sentenza definitiva a meta’ dello scorso aprile.
Il CRS ha reciso il contratto con Zilli a tempo indeterminato nel maggio 2020 ed è stato licenziato nel settembre dello stesso anno, dopo un periodo di preavviso di quattro mesi, formalmente a causa di una precaria situazione finanziaria dovuta alla pandemia di coronavirus. Il suo incarico - collaboratore esperto-redattore - è cessato nel 2021, un anno dopo il suo licenziamento e circa un anno prima della suddetta sentenza del tribunale.
Zilli: L’Unione Italiana appoggia il trasgressore della legge
Zilli ha postato l'epilogo del processo qualche giorno fa sul suo profilo Facebook. A meta’ del mese scorso la stessa cosa l’ha fatta la Comunità degli Italiani di Rovigno “Pino Buidicin” il cui presidente del consiglio di amministrazione e’ Zilli stesso.
Facendo ricorso alla finalità della sentenza, Zilli si e’ duramente rivolto all'Unione Italiana (fondatore del CRS) ei suoi vertici, il presidente Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva Marin Corva e Paolo Demarin, presidente dell'Assemblea.
Centro di Ricerche storiche di Rovigno/FOTO: CRS
“Il dato di fatto che Raul Marsetič e’ ancora direttore sta’ a dimostrare e confermare che la dirigenza dell'unico fondatore, l'Unione Italiana di Fiume (con l’appoggio del “deputato a vita” Furio Radin, fautore della politica “settebandiere”) e i membri che questa ha nominato nel Consiglio di amministrazione del Centro, tutti insieme continuano a sostenerlo, anche se il tribunale ha accertato che e’ un trasgressore, violatore della legge (...) Il tutto conferma ulteriormente, se ce ne ancora bisogno, che l'Unione Italiana e le sue istituzioni sono degenerate e sono in mano a una cricca/combriccola di opportunisti, indipendentemente dal fatto se siano o meno trasgressori/violatori della legge, con i loro proseliti, racimolati con la politica clientelare e del “voto di scambio”.
Bisogna dire che il CRS non ha impugnato la decisione del tribunale ma Raul Marsetič non è rimasto debitore delle accuse di Zilli, sottolineando una serie di violazioni dell'ex dipendente e accusando l'attuale sindaco di Rovigno, il dietino Marko Paliaga, di esercitare pressioni politiche su un istituto servendosi della sua funzione per riportare Zilli, e solo perché della Dieta, al suo impiego. Marsetič suggerisce che Zilli stia lavorando alla sua propaganda politica, che il suo posto al CRS è stato conservato per quasi 15 anni e che il suo contratto di lavoro è inesistente.
Silvano Zilli/FOTO:Facebook
I dittatori Tremul e Radin
Silvano Zilli non esita solitamente a criticare e denunciare i vertici dell'Unione Italiana nonché deputato della minoranza nazionale italiana Furio Radin. Pubblica le sue considerazioni su Facebook e sul suo sito web. Una volta ha scritto per Radin e Tremul che si stavano comportando come "dittatori all'interno della comunità nazionale italiana autoctona in Croazia e Slovenia e come suoi traditori al di fuori di essa", e ha recentemente chiesto in una lettera aperta al presidente della Dieta Dalibor Paus la revoca del mandato di consigliere regionale a Ivan Jakovčić, tra l’altro presidente onorario di tale partito, dopo essere stato sorpreso alla guida in stato di ebbrezza.
Alla domanda se pensa di essere stato licenziato a causa di tali e simili critiche Zilli ha risposto che il verdetto del tribunale è chiaro, così come quanto ha affermato in un post su Facebook dal quale, osserva, si può leggere tutto, compreso il vero motivo del licenziamento. Ha, quindi, indirettamente alluso al fatto di essere stato etichettato come inadatto a causa delle sue opinioni e che il licenziamento e la successiva cessazione del suo posto di lavoro erano condizionati politicamente.
Parlando delle ragioni del licenziamento del pluriennale impiegato, Raul Marsetič, collega di partito di Zilli e consigliere della DDI nel comune di Fasana, afferma che nel 2019 l'istituto è caduto in un'instabilità finanziaria e che un anno dopo, a causa della crisi dovuta alla pandemia di coronavirus, la situazione è peggiorata ulteriormente. Pertanto, afferma, è stato necessario razionalizzare l’attivita’ riorganizzando il lavoro ed abolendo alcuni posti di lavoro.
Raul Marsetič/ FOTO: Centro di Ricerche Storiche di Rovigno
Sottolinea che nel prendere la decisione di licenziare Zilli il CRS "ha tenuto conto degli obblighi di Silvano Zilli nei confronti degli altri dipendenti".
Marsetič: Zilli entrava nell'edificio senza permesso, durante l'orario di lavoro svolgeva lavori privati
Marsetič, infatti, sottolinea che Zilli durante tutto l’orario di lavoro faceva lavori privati, "cosa che il CRS ha riscontrato ispezionando il suo computer d’ufficio nei locali del Centro”. Secondo Marsetič sul computer sono stati rinvenuti diverse migliaia di documenti che dimostrano che Zilli ha avviato procedimenti dinanzi alla Corte Costituzionale, cause “contro alcune persone e organizzazioni”, si è rivolto a istituzioni amministrative, ha partecipato ad attività elettorali, ha tradotto documenti per altri enti e pubblicato testi sul suo sito web e profilo Facebook.
Afferma, inoltre, che nel gennaio 2020 Zilli prima di essere licenziato ha ricevuto un avvertimento per non essere venuto un giorno al lavoro e senza aver informato qualcuno.
"Un sopralluogo alle telecamere di sicurezza ha accertato che Silvano Zilli entrava a tarda ora nell’edificio dell’istituto senza alcun motivo di lavoro o permesso, per la qual cosa è stato avvertito. È interessante aggiungere che sono state fatte denunce “anonime” alla polizia e ad altri contro il direttore con accuse bizzarre e allegati fotocopiati da fascicoli personali dei dipendenti dell'ente e dell'amministrazione. Naturalmente, dopo dei controllio da parte della polizia, tutte le denunce sono state completamente respinte", afferma Marsetič.
Tuttavia, la dichiarazione del direttore secondo cui a causa del licenziamento di Zilli il CRS ha subito pressioni da parte della Comunità degli Italiani “Pino Budicin”, ma anche da parte del Comune di Rovigno, che ha chiesto la revoca del licenziamento, salta maggiormente all’occhio.
Marko Paliaga e’ come Mirela Holy?
"In questo modo la Citta’ di Rovigno, appellandosi all'appartenenza di partito di Zilli, esercita pressioni politiche sul CRS", afferma Marsetič.
Istra24 è in possesso di questo documento datato giugno 2020, scritto in italiano, firmato dal sindaco di Rovigno Marko Paliaga e dal suo allora vice Marino Budicin.
“Del resto il governo locale per la sua missione civile e nel rispetto di quelli che sono i postulati fondamentali della DDI che stanno alla base anche del suo operato, deve essere attento particolarmente alle politiche sociali e a quelle dell’impiego dei “nostri” quadri. Questa e’ una parte del documento e successiva a quella introduttiva che elenca numerosi contributi di Zilli alla comunità italiana nonché le sue funzioni, tra cui quella di vicesindaco, ma anche, ancora, la sua appartenenza al partito - la sua appartenenza alla Dieta.
E cosi’, entra comodamente “in gioco” anche il terzo dietino, il più potente tra i tre, il sindaco e vicepresidente della DDI, Marko Paliaga.
Il caso ricorda in maniera irresistibile “l’affare E-mail", che nel 2012 costo’ a Mirela Holy del partito SDP la funzione di ministro. Ricordiamo che mentre era Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio durante il governo SDP, Holy ha chiesto al suo collega di partito, il presidente delle Ferrovie dello Stato Rene Valčić, di risparmiare dal licenziamento la moglie di un altro collega di partito, Goran Mazija.
Benche’ Holy allora non invio’ l’E-mail in funzione di ministro né dalla E-mail ufficiale del ministero, al contrario di Paliaga che ha apposto la sua firma sul memorandum della Citta’ di Rovigno.
Marko Paliaga/FOTO: Manuel Angelin
Arrivano le elezioni, iniziano i giochi
Silvano Zilli è stato dipendente del Centro di Ricerche Storiche quasi 20 anni, dal 1983. Tuttavia, Marsetič sottolinea che Zilli è diventato vicesindaco di Rovigno nel 1993 e da allora non viene piu’ al lavoro, anche se continua a ricevere lo stipendio. Dal '93, sostiene Marsetic, fino al 2006 Zilli è stato dipendente del Centro solo sulla carta per assicurarsi il posto di lavoro nel caso dovesse finire la sua carriera politica avvenuta, in effetti, nel 2005.
"In quel momento il CRS lo assume a tempo pieno grazie ad un ulteriore finanziamento fornito dall'Unione Italiana", dice Marsetič, aggiungendo che il contratto di Zilli del 2006 non era valido perché nessuno lo aveva firmato.
Avverte che Zilli gia’ il giorno dopo il suo licenziamento dal Centro, che tra l'altro è finanziato con denaro pubblico, ha ricevuto un contratto a tempo indeterminato "senza alcun bando di concorso in un'associazione rovignese finanziata con denaro pubblico".
Si tratta dell'Associazione Batana, il cui fondatore nonche’ presidente è Marino Budicin, lo stesso Marino Budicin che, in qualità di vicesindaco, ha cofirmato con Paliaga la lettera al CRS per far rientrare Zilli al suo posto di lavoro.
Marsetič vede l'attacco di Zilli via Facebook perche' in vista delle imminenti elezioni dell'Assemblea dell'Unione Italiana nella maggior parte delle comunità degli italiani.
"L'attacco che il Centro sta subendo in questi giorni è il tentativo di Silvano Zilli di screditare politicamente l'Unione Italiana come nostro fondatore e suo avversario politico. Siamo un'istituzione scientifica e ci opponiamo fermamente alle macchinazioni di individui in conflitto come lo è sempre stato Silvano Zilli. Siamo un'istituzione scientifica riconosciuta e non vogliamo essere coinvolti nei giochi politici di singoli”.
Mentre Zilli sostiene che il suo licenziamento illegale è costato al Centro circa 100mila kune, e quindi è denaro pubblico, Marsetič smentisce questa cifra e sostiene che la cifra reale è di 11.5mila kune. Spiega che per decisione del tribunale il Centro ha dovuto pagare a Zilli 67mila kune mentre Zilli, avendo rinunciato alla richiesta di tornare al lavoro, ha dovuto restituire l’indennita’ di licenziamento per l’importo di 61,8mila kune. Il resto dell'importo si riferisce alla metà delle spese di contenzioso che, spiega Marsetič, ammontavano a 5.600 kune.
Marko Paliaga: L’Unione Italiana ha rifiutato l’aiuto dalla Citta’!
Alla domanda sulla base di quali consuetudini e perche’ ha esercitato pressioni sul Centro di Ricerche Storiche di Rovigno e se e’ solito interviene in situazioni simili utilizzando la sua posizione di sindaco, il leader della Citta’ di Rovigno Marko Paliaga ha dato una lunga risposta:
"E' una vera menzogna che io o la Citta’ abbiamo esercitato pressioni sul Centro di Ricerche Storiche a causa del licenziamento di Silvano Zilli. Il direttore del Centro, il sig. Marsetić, mi ha contattato di propria iniziativa sostenendo che per motivi di difficolta’ finanziarie causate dalla crisi del coronavirus e’ costretto a licenziare il suddetto dipendente. Poiché noi, come Citta’, abbiamo perseguito una politica di mantenimento di tutti i posti di lavoro (sia nel settore pubblico che privato) nel mezzo della pandemia, abbiamo offerto al Centro l'opportunità di trovare una soluzione alternativa nella forma di sostegno economico per non far licenziare i loro dipendenti solo per difficolta’ finanziarie. Tuttavia, non abbiamo ricevuto risposta dal Centro ma dai rappresentanti dell'Unione Italiana che già allora ci avevano falsamente accusato di ledere l'autonomia dell'ente. Anche se abbiamo chiarito in più occasioni che questa non era affatto nostra intenzione, l'Unione Italiana ha ignorato i nostri chiarimenti e ha rifiutato qualsiasi sostegno con l’intento di mantenere i posti di lavoro durante la crisi del coronavirus".