Dopo anni o addirittura decenni di inattività, la Città di Pola sta realizzando dei concreti passi in avanti nell’applicazione del bilinguismo croato-italiano.
Lo fa con la recente entrata in vigore della Delibera sull’uso della lingua italiana, parlata e scritta, di cui Istra24 ha già scritto. Delibera che stabilisce chiaramente che le società commerciali in cui la Città di Pola ha la maggioranza e le istituzioni fondate dalla Città di Pola devono avere tra i propri dipendenti o un traduttore fisso o un adeguato numero di dipendenti che usano la lingua italiana.
Lo fa in questi giorni con la sostituzione delle insegne stradali. Un progetto che sarebbe potuto iniziare ancora nel 2006 con l'approvazione della Legge sulle aree delle Regioni, delle Città e dei Comuni nella Repubblica di Croazia, ma intrapreso solo oggi dal vicesindaco Bruno Cergnul assieme all’Assessorato al sistema comunale e alla gestione del patrimonio della Città di Pola.
- Per il momento sono state sostituite solo tre insegne, ma stiamo lavorando per sostituirle tutte. Tuttavia, bisogna anche trovare i finanziamenti, ma l’intenzione c’è. Un’altra cosa è anche il fatto che alcune insegne sono sotto l’autorità della Città di Pola, altre, invece, della Regione istriana o comunque della Repubblica di Croazia. Per il momento è un progetto non ancora del tutto definito, ha spiegato Cergnul.
Pola bilingue, ma solo su carta
Ufficialmente privata della lingua italiana per oltre quarant'anni (dagli anni '50 fino al termine degli anni '80 del secolo scorso) Pola vede la riproposizione del bilinguismo con l'approvazione della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali del 1993, anno al quale risale il nuovo Statuto della Città di Pola e in cui torna la denominazione Pula-Pola.
A legittimare il bilinguismo sono, inoltre, il Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla tutela delle minoranze del 1996, la Legge di ratifica della Carta europea della lingue regionali e minoritarie del 1997 e la Legge sulla lingua e sulla scrittura delle minoranze nazionali approvata dal Parlamento croato nel 1990.
Lo ha ricordato il vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità nazionale italiana al Parlamento di Zagabria Furio Radin al recente incontro con il premier Andrej Plenković in occasione dell’inaugurazione del nuovo ospedale di Pola.
- Molti di noi dimenticano che fino al 1993 a Pola non c'erano le insegne bilingui. Molti di noi dimenticano che fino al 2006, quando ho presentato l'emendamento al Parlamento croato, le città non avevano la denominazione bilingue. L'avevano sì, ma arrivava fin dove arrivavano le competenze della città o del comune, che erano poche, ha accennato Radin.
Furio Radin
I trent'anni della Dieta
Alla domanda se anche le istituzioni fondate dalla Città di Pola e le società commerciali in cui la Città ha la maggioranza avranno il nome ufficiale bilingue il vicesindaco Cergnul risponde che la Città sta procedendo in quella direzione.
- Per decenni in questo senso non è stato fatto niente. Di conseguenza non si può pretendere di cambiare tutto "in una notte". È anche una questione di costi. Stiamo lavorando, però senza voler forzare e mettere uno scudo verso la Comunità nazionale italiana. Dobbiamo andare avanti leggermente. Essere sì fermi, ma non voler fare tutto "in un giorno". Non si è fatto nulla praticamente per trent'anni. Ora bisogna essere contenti per ogni piccolo passo avanti, ha concluso Cergnul.
Bruno Cergnul
Sta di fatto che molte insegne non hanno ancora la denominazione bilingue. Alcune sono di competenza della Città di Pola, altre della Regione istriana o comunque della Repubblica di Croazia.
Politica, bilinguismo e musicologia popolareggianti
Sull'attuazione, per lo più formale, del bilinguismo nell'area della Città di Pola, abbiamo voluto verificare con il noto politico dietino Fabrizio Radin - sconfitto alle ultime consultazioni locali per l’elezione del vicesindaco in rappresentanza della Comunità nazionale italiana proprio da Bruno Cergnul - quanto da lui fatto in merito al discorso del bilinguismo durante i suoi numerosi incarichi.
Dal 2006, infatti, in tre mandati quadriennali consecutivi Radin è stato vicesindaco italiano di Pola durante i mandati di sindaco Boris Miletić, l'attuale presidente della Regione istriana.
Tuttavia, invece di rispondere in modo professionale, le sue dichiarazioni sono state di un livello del tutto inappropriato per un politico dietino di spicco quale è ed è stato Fabrizio Radin, fino a poco tempo fa presidente ad interim della Regione istriana (dal passaggio di Valter Flego al Parlamento europeo), e fratello dell'influente Furio che da anni sostiene il governo HDZ.
In non più di 80 secondi di conversazione, interrotta bruscamente dallo stesso Radin, ha detto: "Io mi sto occupando in questi ultimi tempi di musicologia. Se ha delle domande da farmi sulla musicologia io sarò molto contento a risponderle. Siccome sono concentrato su questo, e noi maschietti possiamo concentrarci solo su una cosa, allora di musicologia le posso rispondere, di altro non ho idea. Se ha delle domande di musicologia, anche di musica popolareggiante istriana, istriota, italiana sono assolutamente in grado di risponderle. Di altro in questo momento no. Molto piacere, buongiorno", ha concluso deciso Fabrizio Radin.
Fabrizio Radin/FOTO: IDS-DDI
In merito alla questione ci siamo rivolti anche alla penultima vicesindaco delle fila Comunità nazionale italiana Elena Puh Belci, che ha ricoperto questo incarico durante l'ultimo mandato dell'ex sindaco Boris Miletić, mentre ora è membro del Consiglio municipale della Città di Pola.
- Tante cose c’erano anche durante il mio mandato, come le scritte ufficiali davanti agli uffici del Comune o le segnalazioni all’interno. Adesso, come anche prima, ogni persona che si annuncia ad un concorso di lavoro deve sapere la lingua italiana. Ora non ho presente tutti i documenti, però mi ricordo che all’inizio avevo scritto, sia alle società che alle istituzioni della Città di Pola e all’Ente per il turismo, che bisogna rispettare il bilinguismo e che bisogna scrivere tutto bilingue. Abbiamo fatto dei passi avanti, però sicuramente c’era ancora da fare, ha dichiarato Puh Belci.
Elena Puh Belci
Se da una parte si può dedurre che sono stati raggiunti traguardi importanti, dall’altra non si può non considerare che una Pola bilingue, sebbene da tempo riconosciuta tale, di fatto, non ha ancora visto la piena attuazione del bilinguismo. Se lo fosse la nuova piscina comunale non porterebbe il nome di Bazeni Pula-Pola bensì di Bazeni Pula – Piscine di Pola, e gli autobus della Pulapromet non andrebbero soltanto a Vidikovac, ma anche a Monte Paradiso.