Un altro incredibile caso di abuso di posizione e privatizzazione della proprietà pubblica durante il lungo governo di Klaudio Vitasović e Goran Pajić a Dignano. Klaudio Vitasović affitta a se stesso, ovvero alla moglie Sanja Vlahović Vitasović, per un periodo di 50 anni 2.000 metri di terreno a Dignano con vista sulle isole Brioni. Il terreno si trova direttamente sotto la sua lussuosa villa.
Quando ad offrire è il sindaco: Un terreno circostante per 3 lipe e mezzo al metro quadro!
Nel luglio 2016 la Città di Dignano indice una gara d'appalto per l'affitto di terreni agricoli ed edificabili. Vengono messi in affitto per un periodo di 50 anni diverse proprietà agricole, ma anche quelle edificabili.
Così, nel settembre 2016, Sanja Vitasović Vlahović e suo marito firmano un contratto con cui, per un totale di 3.468 kune, ottiene in affitto per 50 anni 2.070 metri quadrati di terreno agricolo. Il prezzo annuo di locazione è di 69,36 kune o, se vogliamo, 3 lipe e mezzo per metro quadrato.
Il terreno si trova sotto la proprietà su cui, nel 2015 e nel 2016, Vitasović costruisce una magnifica villa con piscina. Fa parte della proprietà anche un mega pollaio di quasi mille metri quadri.
Come abbiamo scritto la scorsa settimana, Vitasović si appropria di 200 metri quadri di strada urbana sopra la sua casa che, da sindaco in carica, paga precedentemente a caro prezzo al geometra Krešimir Stojkovski.
Vitasović affitta a se stesso un terreno molto più grande sotto la sua casa, anche se sa che la Città di Dignano non ne è proprietaria, ovvero sa che è in corso una battaglia legale che la Città perderà quasi sicuramente. Come se non bastasse, durante il quasi decennale conflitto con lo stato per queste e altre proprietà, Vitasović sperpera decine di migliaia di soldi pubblici.
Il legale della Città di Dignano Goran Pajić all’epoca stima i suoi servizi, ancora all'inizio di questa controversia nel 2014, a 27.650 kune. Ad esempio, un solo appello dell'avvocato Goran Pajić, testimone di nozze di Vitasović, costa alla Città di Dignano 7.823 kune. Il tribunale infine condanna la Città a pagare, oltre a quelle di Pajić, anche le spese processuali della Repubblica di Croazia per un importo di 36.570 kune.
Il totale delle spese processuali a carico della Città di Dignano ammontano a più di 100.000 kune, e successivamente Vitasović affitta a se stesso per 50 anni il terreno, che sta disputando senza successo con lo stato, per un totale di 3.500 kune.
Gli anni d'oro coronati da un pollaio
Interessante anche la breve cronologia del contenzioso con lo stato.
La città di Dignano si iscrive su un’ampia serie di proprietà sulla base di una sentenza basata su una testimonianza nel 2010. Alla Città di Dignano verrà riconosciuta la proprietà dalla società Puljanka, sebbene tale società non sia mai stata registrata come proprietaria del terreno, né i terreni siano mai stati valutati durante la privatizzazione di Puljanka.
L'affare avviene nella fase pre-terminale di Puljanka, quella di Albert Faggian. Verdetti basati su transazioni extragiudiziali contestate o basati su testimonianze saranno assai popolari durante gli anni "d'oro" di Dignano dei padrini di nozze.
La Repubblica di Croazia, attraverso il DORH (Procura della Repubblica di Croazia), si oppone a tale iscrizione, sostenendo che la proprietà è dello stato. Nel 2014, il Tribunale commerciale di primo grado di Pisino si pronuncia a favore della Città di Dignano, lo stato presenta ricorso e si aggiudica la controversia di secondo grado, e nel 2020 tale sentenza viene finalmente confermata dall’Alta Corte commerciale di Zagabria.
Cosa ancor peggiore, Vitasović è a conoscenza del fatto che già nel 2012 il giudice del Tribunale municipale di Pola, Saša Javoran, aveva disposto un provvedimento provvisorio che vietava l'alienazione e il gravame del suddetto immobile. Il giudice aveva stabilito: finchè il processo è in corso, le proprietà non possono essere vendute o affittate. Tutto invano visto che a Dignano la legge e la giustizia le determinavano i sceriffi locali.
Su proprietà dello stato appropriata nonostante un’ingiuzione da parte del tribunale Vitasović costruisce un mega pollaio con vista sulle isole Brioni.
Sanja Vlahović Vitasović e suo marito Klaudio non erano dell'umore giusto a dare un commento in merito al terreno e al pollaio.
La Procura: Stiamo intraprendendo azioni per proteggere gli interessi della Repubblica di Croazia
Abbiamo chiesto alla Procura di Pola come giudica l'occupazione illegale di 2.000 metri di proprietà dello stato.
- Nel catasto come proprietaria delle suddette particelle catastali è registrata la Repubblica di Croazia. In conformità con la Legge sulla proprietà e altri diritti reali, si ritiene che il catasto rifletta in modo veritiero e completo lo stato di fatto e di diritto dell'immobile, ha spiegato ufficialmente la Procura di Pola.
- In merito alla vostra richiesta circa l'utilizzo del bene immobile in oggetto, l’Ufficio Area Amministrativo-Civile di questa Procura sta intraprendendo azioni di sua competenza, il tutto allo scopo di accertare tutti i fatti essenziali per la tutela degli interessi di proprietà della Repubblica di Croazia, ci ha risposto la Procura di Pola.
Nonostante il divieto del tribunale la proprietà dello stato viene affittata anche alla vicina di Vitasović, ed è interessante il fatto che durante la stessa gara d’appalto il terreno edificabile viene affittato a condizioni estremamente favorevoli anche alla famiglia di Goran Pajić.
Infatti, l'ex sindaco Vitasović affitta quasi 2.000 metri quadrati alla sua testimone Evelina Pajić per un importo di 90 kune all'anno o 4.500 kune per un periodo di 50 anni.
La famiglia Pajić acquista precedentemente il terreno, ma poi lo sostituisce con la Città in quanto si scopre che sotto il terreno passa l’acquedotto principale, dove non è permesso costruire. Dopo aver ricevuto dalla Città la proprietà confinante, la famiglia Pajić affitta quella originale per 50 anni a un prezzo estremamente favorevole.
Per vent'anni, Klaudio Vitasović e il suo testimone Goran Pajić utilizzano le risorse pubbliche per interessi privati della famiglia ricavandone un'enorme ricchezza.
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