Ventiquattro

CHI FALSIFICO' LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE?

La danza macabra bumbara 2: Chi fu ad architettare la frode del valore di milioni di kune?

Sono tante le domande che andrebbero fatte alla Procura e all’Ufficio per la Trasparenza e la Prevenzione della Corruzione. Chi ha falsificato i documenti di successione? Chi ha contraffatto il contratto per l’importo di 200.000 euro? È un classico esempio di riciclaggio di denaro? Le famiglie Pajić, Alavuk e Belušić sono state spalleggiate da qualcuno delle istituzioni statali nell’intera procedura? Com’e’ possibile che a diverse istituzioni sia sfuggita l'evidente contraffazione e chi ne è responsabile? In caso di annullamento dei contratti, a chi andra’ in mano il terreno a Fasana: all’altra famiglia Sanvincenti, allo Stato o al Comune di Fasana?


 
7 min
Donatella Leonardelli Dražen Majić

Sono tante le domande che andrebbero fatte alla Procura e all’Ufficio per la Trasparenza e la Prevenzione della Corruzione. Chi ha falsificato i documenti di successione? Chi ha contraffatto il contratto per l’importo di 200.000 euro? È un classico esempio di riciclaggio di denaro? Le famiglie Pajić, Alavuk e Belušić sono state spalleggiate da qualcuno delle istituzioni statali nell’intera procedura? Com’e’ possibile che a diverse istituzioni sia sfuggita l'evidente contraffazione e chi ne è responsabile? In caso di annullamento dei contratti, a chi andra’ in mano il terreno a Fasana: all’altra famiglia Sanvincenti, allo Stato o al Comune di Fasana?

La dignanese Marija Belušić ha affermato per il portala Istra24 di non aver mai ricevuto 200.000 euro da Evelina Pajić e Nevenka Alavuk.

È una menzogna che io abbia ricevuto da Evelina Pajić e Nevenka Alavuk  200.000 euro per il terreno a Fasana, ha esplicitamente sottolineato Belušić per il nostro portale. Afferma che non fu la sua famiglia ad avviare l'udienza di successione supplementare, ma che lo fecero le famiglie Pajić e Alavuk.

E’ ovvio che l'intera faccenda dell'eredità degli allettanti immobili a Fasana è stata un piano ben congegnato in cui a beneficiarne maggiormente e’ stata la famiglia dell'avvocato di Pola, Goran Pajić, costruendo sul terreno in questione la sfarzosa Villa Evelyn.

Un piano diabolico: Scambiare le identita’ dei due defunti per accaparrarsi gli stuzzicanti immobili

Come abbiamo scritto di recente, nel tentativo di intascare 17.000 metri quadrati in tre invitanti posizioni a Fasana, sono almeno sei le persone che hanno avuto la sfrontatezza di falsificare la documentazione di divisione ereditaria.

Nel giugno 2008 l'avvocato Goran Pajić si rivolse al tribunale di Pola, allegando le procure di Emilia Sanvincenti e delle sue figlie Marija Belušić e Luciana Debeljuh. Le due donne avevano precedentemente dichiarato al notaio, sotto "piena responsabilità materiale, penale e morale", che gli immobili successivamente rinvenuti a Fasana erano di proprietà del padre Domenico.

Le due sorelle firmarono l’atto notarile in cui si attesta che Domenico Sanvincenti (figlio di Francesco) che abitava a Dignano in via Beogradska 12 (oggi Istarska 12) era infatti il ​​loro padre Domenico Sanvincenti (figlio di Domenico) che abitava nell'ex via Pionirska 56 (oggi Dolinska 56 ).

Sulla base delle dichiarazioni delle due sorelle, durante il processo di dichiarazione di successione integrativa, il tribunale di Pola stabili’ che Domenico Sanvincenti, figlio di Francesco, e Domenico Sanvincenti, figlio di Domenico, fossero la stessa persona.

Dopo mesi di indagini abbiamo appurato che questo non corrisponde alla verita’.

Si tratta di due persone con lo stesso nome, di famiglie diverse, che vivevano ad indirizzi diversi.

Il terreno fu poi acquistato nel luglio 2008 da Evelina Pajić e Nevenka Alavuk dall’allora ottantacinquenne Emilia Sanvincenti. Il contratto firmato dall'anziana stabilisce che per l'immobile siano stati versati 200.000 euro.

Oggi sua figlia Marija dichiara che il tutto sia una menzogna.

Marija Belušić: Ci ha fatto visita un ex poliziotto, sapeva tutto su di noi!

Marija Belušić afferma che fu il defunto Marinko Alavuk a persuaderla ad intraprendere il processo di successione integrativa.

- Inizio’ tutto cosi’, mia sorella ricevette una citazione dal tribunale per l'udienza di successione. Mi telefono’ per chiedermi se l’avessi ricevuta anch'io. Dissi di no. Nel frattempo, sbucco’ dal nulla Marinko Alavuk. Venne da noi e si presento’ come un poliziotto o un ex poliziotto, ora non ricordo, ha cominciato cosi’ la sua storia Marija Belušić quando ci ha accolto nel suo appartamento in via Dolinska 56 a Dignano.

- Alavuk mi disse di aver trovato in questura ulteriori informazioni sulla proprietà di mio padre. Affermo’ di aver trovato prove che mio padre era un sospetto politico. Gli dissi che non ci credevo perché aveva lavorato in campagna per tutta la vita. Mi disse che nel 1960 ero stata in Italia, il che era vero, perché allora ero davvero da mia zia. Rimasi sconcertata, sapeva tutto di me, ricorda Marija.

Alla domanda su come sia possibile che la sua famiglia non sapesse di avere così tanto terreno a Fasana, Belušić ha risposto.

- Mia madre diceva che li’ non abbiamo terreni. Ma lui sosteneva comunque che il terreno era di mio padre Domenico. A proposito, io conoscevo quell'altro Domenico che non si è era mai sposato. Non mi è mai venuto in mente che il terreno, in effetti, fosse suo. Alavuk mi assicuro’ che questo era il nostro terreno, afferma Belušić.

La firma di Marija fu usata in modo fraudolento per l’iscrizione a 13.000 metri quadrati?

Per quanto riguarda la procedura giudiziaria stessa, afferma che la sua partecipazione fu minima.

- Non andai da nessuna parte, se non una volta dal notaio. Il resto lo portava lui qui da noi a casa, io non potevo muovermi da nessuna parte a causa di mia madre. Non andai nemmeno in tribunale e non firmai niente tranne che per quel bosco. Un giorno venne Alavuk e porto’ a me e a mia sorella 15 mila euro a testa. Quel denaro riguardava un solo bosco e non tre gruppi di appezzamenti. Ho appreso per la prima volta dal vostro articolo che ci sono più lotti di terreno, spiega Belušić. L’appezzamento che Belušić chiama bosco ha 4.000 metri quadrati. Durante la nostra conversazione, infatti, asserisce che la sua firma è stata utilizzata in modo fraudolento per l’iscrizione ad altri 13.000 metri quadrati.

- Firmai, ma non conosco ne’ la metratura ne’ il numero. Dalla ricevuta, che avevo ritirato in seguito, venni a conoscenza che Alavuk non vendette la terra ai russi, come aveva detto, ma a Evelina Pajić e a sua moglie. Sull'intera vendita non abbiamo nessun documento se non questa ricevuta, dice Marija, mostrandoci la ricevuta con scritto l’importo di 15.000 euro.

- In questa faccenda Pajić si dimostro’ perspicace, se la terra era davvero di mia madre, allora avrebbe dovuto comprarla direttamente da lei, e non immischiare me e mia sorella, Evelina e Alavuk. Siamo in sei in questa storia. Belušić ritiene che il tutto doveva andare direttamente da sua madre a Pajić e rifiuta ogni responsabilità per qualsiasi azione illegale.

Belušić: Pajić si dovrebbe vergognare perche’ sa benissimo come sono andate le cose

Anche il figlio Daniel si unisce alla conversazione.

- L'altro giorno stavo dando il verderame agli ulivi, proprio su quell’altro terreno, e adesso ne esce che siamo stati noi ad avergli venduto quel terreno. Non abbiamo mai saputo nulla di quel terreno. Lavoriamo 10-15 ettari di terreno e non avremmo mai venduto se avessimo saputo di avere così tanti uliveti a Fasana, dice Danijel, il figlio di Marija.

Marija Belušić non nasconde il fatto che in seguito Goran Pajić l'abbia aiutata ad acquistare un terreno dalla città di Dignano.

- Pajić mi aiuto’ a risolvere l’acquisto di un terreno di proprieta’ della Citta’ di Dignano, che e’ il nostro cortile. In questo caso ci aiuto’ molto, dice Belušić. Tuttavia, si e’ piuttosto arrabbiata quando le abbiamo citato la frase di Pajić dal nostro articolo. Tra l’altro, Pajić ci ha inviato per iscritto quanto segue.

- Gli eredi legali di Sanvincenti Domenico sapevano benissimo quale fosse la loro eredità familiare ed è per questo che avviarono in tribunale il procedimento di successione, ha spiegato l'avvocato Pajić, dando in questo modo tutta la responsabilità del cambio di identità a Marija Belušić e Luciana Debeljuh.

- Non è vero ciò che sostiene Pajić nel vostro articolo ovvero che fummo noi ad avviare il procedimento di successione. Fu avviato da loro e non da noi. Pajić si dovrebbe vergognare, sa benissimo come sono andate le cose, racconta Belušić, aggiungendo di essere rimasta abbastanza scossa dalla pubblicazione dell’articolo dal quale ne viene fuori che lei e sua sorella guadagnarono 200.000 euro falsificando dei documenti.

- Da quando è stato pubblicato l'articolo non sto bene, prendo tranquillanti, quando vado al negozio i miei conoscenti girano la testa quando mi vedono. Sono persone che mi conoscono da tutta la vita, si lamenta Marija. Alla fine della conversazione, dice che finora non l’ha contattata nessuno. Né il tribunale, né la polizia, né la famiglia Pajić.

Sono tante le domande che andrebbero fatte alla Procura e all’Ufficio per la Trasparenza e la Prevenzione della Corruzione. Chi ha falsificato i documenti di successione? Chi ha contraffatto il contratto per l’importo di 200.000 euro? È un classico esempio di riciclaggio di denaro? Le famiglie Pajić, Alavuk e Belušić sono state spalleggiate da qualcuno delle istituzioni statali nell’intera procedura? Com’e’ possibile che diverse istituzioni non sono riuscite a vedere l'evidente contraffazione e chi ne è responsabile? In caso di annullamento dei contratti, a chi andra’ in mano il terreno a Fasana: all’altra famiglia Sanvincenti, allo Stato o al Comune di Fasana?

La Procura: abbiamo preso provvedimenti per la verifica delle informazioni apprese dal vostro articolo

Due settimane fa, abbiamo inviato la richiesta alla Procura della Repubblica e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pola con domande relative a possibili azioni sulla base di numerose pubblicazioni dei media relative alle attività legali e immobiliari della famiglia dell'avvocato Goran Pajić di Pola.

Il motivo è la vicenda della falsificazione della documentazione descritta nell'articolo "La danza macabra bumbara: il segreto milionario dei due Domenico". Sebbene la Procura della Repubblica non ci abbia risposto, dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pola ci è arrivata la lettera che riportiamo di seguito.

A seguito della sua e-mail del 19 aprile 2022 e della richiesta fatta, siamo in grado di rispondere che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pola, messa a conoscenza di determinate informazioni pubblicate dal portale www.istra24.hr, ha avviato un'azione di verifica di tali informazioni per sua competenza e principalmente per competenza del Dipartimento per l’amministrazione civile di questa Procura , ha risposto il Pubblico Ministero Slavica Đokić.


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