Ventiquattro

ELEZIONI PER IL DEPUTATO DELLA CNI

LO DICE IL CANDIDATO CORRADO DUSSICH: "É veramente giunta l’ora di cambiare"

"Ci siamo candidati anche perché siamo convinti che siamo in grado di contribuire alla nostra causa, per senso di responsabilità civica, per la convinzione che il pluralismo democratico è indispensabile e che i nostri connazionali hanno il diritto di scelta. Perché dopo più di trent’anni di formazione del culto della persona il nostro gruppo etnico non ne può più", dicono Dussich e il suo sostituto Maurizio Zennaro


 
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Silvio Forza ⒸFOTO: Manuel Angelini

"Ci siamo candidati anche perché siamo convinti che siamo in grado di contribuire alla nostra causa, per senso di responsabilità civica, per la convinzione che il pluralismo democratico è indispensabile e che i nostri connazionali hanno il diritto di scelta. Perché dopo più di trent’anni di formazione del culto della persona il nostro gruppo etnico non ne può più", dicono Dussich e il suo sostituto Maurizio Zennaro

Precisazione redazionale

Con il preciso scopo di fornire ai due candidati per il seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana al parlamento croato - Corrado Dussich e Furio Radin - le stesse condizioni per la presentazione dei loro programmi elettorali, abbiamo rivolto loro le stesse domande, con l'eccezione di una, personalizzata per ognuna dei duecandidati. Il candidato Furio Radin ci ha comunicato di non voler rispondere. Pubblichiamo, quindi, solo l'intervista al candidato Corrado Dussich.

Buiese da molte generazioni, laureato in scienze politiche e relazioni internazionali all’università degli Studi di Trieste, Corrado Dussich è uno dei due candidati che alle elezioni del 17 aprile prossimo concorrono per il seggio specifico in rappresentanza della Comunità nazionale italiana al parlamento di Zagabria. Vicesindaco di Buie, membro del Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione istriana dal 2015, è stato anche presidente della Comunità degli Italiani di Buie e consigliere dell'Assemblea dell'Unione Italiana. Ha insegnato presso la scuola elementare italiana di Cittanova.

Il suo sostituto è il Torresano Maurizio Zennaro, residente nel Parentino, dottore in storia, laureatosi presso la Facoltà di lettere e filosofia di Trieste. Durante il suo mandato di direttore scolastico nel 2017 ha ottenuto l’approvazione del Ministero della scienza ed istruzione per l’edificazione della nuova scuola italiana di Cittanova. Consigliere indipendente della Città di Parenzo nel terzo mandato, ex consigliere regionale per due mandati nel Consigli della minoranza italiana della Regione istriana, candidato al seggio specifico nel 2015 e 2016. Attualmente insegnante di storia presso la scuola elementare di Parenzo. 

Con Dussich abbiamo parlato della sua candidatura, del suo programma, ponendo alcune domande che riguardano la situazione in seno alla Comunità nazionale italiana di Croazia e Slovenia e le iniziative che, se eletto, intraprenderà in funzione delle necessità della CNI, dei suoi membri e istituzioni.

Come mai ha deciso di candidarsi?

In realtà la mia candidatura rappresenta una doppia candidatura e vi spiego il perché. La decisione di candidarmi l’abbiamo preso io e Maurizio Zennaro, il mio sostituto, ed in extremis. Il lunedì 22 marzo io e Maurizio ci simo sentiti telefonicamente e ci siamo chiesti: ma è il caso di lasciare il deputato uscente a candidarsi da solo, dando per scontato l’esito elettorale, come nelle elezioni parlamentari nel 2020?  Con la mono candidatura del deputato uscente il nostro gruppo nazionale che messaggio trasmette? Al di furi di Furio Radin non c’è nessuno in grado di rappresentare gli Italiani nel Parlamento croato? Siamo tutti incapaci? È questo il messaggio?  Ma il deputato uscente, in età avanzata, non ne ha abbastanza? Non ha capito che dopo più di trent’anni ha ‘’rotto le scatole’’ alla stragrande maggioranza dei nostri connazionali? 

Inoltre, per correttezza e rispetto verso i nostri connazionali ed elettori, in caso di successo elettorale, è doveroso dire che io e Maurizio ci siamo accordati di suddividere il mandato a metà. Il nostro accordo è un accordo di fiducia, senza contratti, firme, eccetera. È un accordo tra persone che si stimano e rispettano, come ai vecchi tempi, quando la stretta di mano e lo sguardo negli occhi bastavano.

         

Ma ci siamo candidati anche perché siamo convinti che siamo in grado di contribuire alla nostra causa, per senso di responsabilità civica, per la convinzione che il pluralismo democratico è indispensabile e che i nostri connazionali hanno il diritto di scelta. Perché dopo più di trent’anni di formazione del culto della persona il nostro gruppo etnico non ne può più. Perché è veramente giunta l’ora di cambiare.

Il numero degli Italiani che vota per il deputato al seggio specifico scende a ogni tornata elettorale. Questo drastico calo numerico va attribuito soltanto all’assenza del doppio voto, oppure si deve parlare di disaffezione dovuta a qualcos’altro?

La sua domanda mi fa dedurre che lei ha già individuato la risposta. Certamente che il doppio voto potrebbe ad avere un’adesione maggiore a sostegno del voto per il seggio specifico. Rimane il fatto che se ai connazionali non viene proposta un’alternativa e se non si lavora costantemente al ricambio generazionale, l’elettore si sente impotente e ritiene il suo voto inutile. La disaffezione è inevitabile se non si opera a sostegno della CNI in tutti i settori della vita pubblica. Non è sufficiente operare solamente nel campo della cultura. Oggi più che mai si deve puntare sul cambio di paradigma e sostenere la CNI anche attraverso l’economia, l’imprenditoria, il sociale e via discorrendo.

Inoltre, c’è di mezzo un processo di assimilazione incalzante. Solitamente i cali numerici ai censimenti erano di circa 1.500 dichiarati italiani, ma all’ultimo gli Italiani in meno sono stati ben 5.000 e forse dovremmo chiederci perché.

Tra i punti del suo orientamento programmatico figura anche il riconoscimento del diritto al doppio voto? E se sì, cosa intende fare per ottenere questa discriminazione positiva?

Sono convinto che la mancanza del doppio voto ha contributo in modo determinante nella disfatta nel 2020 con gli 890 voti ,, etnici’’ validi. La situazione è allarmante! Il doppio voto ci serve, per noi è essenziale e non è un eufemismo se mi permetto di dire che si tratta di essere o scomparire. L’applicazione dell’articolo 15 della Costituzione che prevede il diritto al doppio voto sarà una delle mie condizioni per concedere l’appoggio al governo, nel caso in cui venissi eletto e nel caso in cui il mio voto, o quello del gruppo parlamentare delle minoranze, dovesse rivelarsi fondamentale. 

Nell'operato del deputato della CNI dovrebbe venire prima la discriminante ideologica oppure la possibilità di ottenere contropartite da parte del governo di sostegno concreto alla minoranza?

Per prima cosa desidero precisare che non sono membro di alcun partito. La cosa importante è di ottenere dei risultati per la nostra Comunità nazionale, per cui le eventuali simpatie per un partito o un altro vanno messe in letargo. Il deputato eletto al seggio specifico deve sicuramente pensare e promuovere le azioni a sostegno concreto della minoranza. Sicuramente è più facile ottenere risultati se in accordo con il governo di maggioranza, ma questa decisione non può e non deve essere presa in autonomia da parte del deputato. Trattasi di una decisione che deve coinvolgere la CNI tutta, ed è quello che noi intendiamo fare una volta eletti: avere un rapporto diretto con il nostro elettorato coinvolgendolo in tutte le decisioni importanti. È così che si combatte pure la disaffezione.

Dall’avvento della democrazia e il consolidamento della sovranità croata, le minoranze hanno ottenuto alcune leggi fondamentali. Queste leggi disegnano un quadro normativo che copre gran parte delle specificità della CNI. Secondo lei queste leggi rispondono appieno alle esigenze della CNI o andrebbero emendate? Inoltre, ritiene che vengano applicate in modo adeguato e corretto? Come intende muoversi a questo proposito nel caso venisse eletto?

Come ho già detto, richiederò certamente l’introduzione del doppio voto. Per il resto, tutte le leggi sono migliorabili, a partire da quelle che regolano il bilinguismo e il mondo scuola, così come potremmo proporre nuove leggi precisando che esse non dipenderanno da una mia iniziativa individuale ma verranno concordate con il gruppo parlamentare delle minoranze e, ancor prima, con le rappresentanze politiche della nostra Comunità nazionale quali il Consiglio della Minoranza Nazionale Italiana della Regione Istriana, le Comunità degli Italiani, ma in genere con tutto l’elettorato.

La situazione a proposito del bilinguismo è certamente migliorata negli ultimi decenni, ma siamo ancora lontani dall’essere in presenza di condizioni ottimali. A volte si ha l’impressione che l’applicazione o meno del bilinguismo dipenda dagli atteggiamenti dei singoli all’interno di amministrazioni locali, istituzioni o aziende municipalizzate. Intende fare qualcosa per porre rimedio alla questione? Sarebbe favorevole all’introduzione di sanzioni ai trasgressori del bilinguismo?

Purtroppo è vero che spesso l’applicazione del bilinguismo dipende dai singoli. Basti vedere l’esempio di Pola dove il bilinguismo visivo prima delle lodevoli azioni intraprese dall’attuale vicesindaco Bruno Cergnul era poco presente. Bruno ha fatto u lavoro enorme, tanto di cappello, l’esempio di Pola andrebbe riproposto anche nelle altre Città e Comuni bilingui. Sarà necessaria una serie di incontri con i sindaci e vicesindaci.

Le sanzioni sono utili solamente se vengono applicate con fermezza e regolarità. A sostegno del bilinguismo prima che sprecare tempo ed energia nelle sanzioni, sarà utile implementare sul territorio quegli esempi di buona prassi che troviamo già presente nella macroregione. Faccio l’esempio del Trentino Alto-Adige e del Patentino di bilinguismo. Istituendo nella nostra realtà l'esame di bilinguismo saremo in grado di accertare contemporaneamente la conoscenza delle lingue italiana e croata in sintonia ai quattro livelli di competenza linguistica (C1, B2, B1, A2) che devono corrispondere alle conoscenze richieste in base al titolo di studio necessario per le varie funzioni del pubblico impiego. Ma questo è solamente uno dei tanti esempi di applicazione di modelli già tarati e funzionanti in realtà attigue alla nostra che si possono adottare nel nostro sistema a sostegno del bilinguismo effettivo.

Cosa si può fare affinché il bilinguismo e autoctonia vengano riconosciuti anche a Fiume?

Bisogna procedere a una trattativa di raggio più ampio, non basta parlare con il sindaco di Fiume, va implementato l’Accordo italo-croato Dini – Granić del 1996 in cui si fa riferimento all'estensione graduale a tutte le realtà in cui è presente la nostra Comunità del trattamento accordato alla minoranza italiana nella ex Zona B.

Quale può essere il ruolo del deputato al seggio specifico CNI nel tentare di ribaltare la tendenza della riduzione della presenza italiana in Istria e nel Quarnero che viene a galla a ogni nuovo censimento?

Una migliore applicazione delle leggi contribuirebbe di certo a rinvigorire il senso di appartenenza. D’altra parte la conta va abolita. L'Unione Europea promuove principi di non-discriminazione e uguaglianza tra tutti i suoi cittadini, quindi non vi è una pratica generalizzata di includere l'appartenenza etnica nei censimenti ufficiali.

Inoltre va ricalibrato il concetto identitario. Per i nostri giovani è molto difficile dichiarare l’appartenenza nazionale “pura”, specie se provengono da famiglie di matrimoni misti. Non possiamo e non dobbiamo chiedere ai nostri giovani di rinnegare parte dell’identità famigliare. Dobbiamo invece sostenere l’uso della lingua italiana e dei dialetti italofoni e valorizzare e promuovere il nostro retaggio storico a sostegno della CNI sul territorio.

Veniamo alla questione dell’unitarietà della CNI in Croazia e Slovenia. In che modo intende dare il suo contributo al superamento dell’attuale differenza di vedute.

Dobbiamo applicare le legge dei due stati e in base a quelle leggi si devono rivedere e armonizzare gli statuti sia dell'Unione Italiana di Fiume, sia dell'Unione  Italiana di Capodistria. Ciò va fatto sedendoci ad un tavolo, i passi indietro vanni fatto da ambo le parti e non come avveniva finora quando alcuni non erano mai disposti a fare passi indietro.

Quali sono i problemi delle scuole italiane che lei potrebbe tentare di risolvere dalla sua posizione, se verrà eletto, di deputato?

Le questioni aperte ed irrisolte relative alle scuole nella lingua e nella scrittura della minoranza nazionale italiana sono svariate.  Vanno risolti i problemi legati alla maturità all’equipollenza da parte del Ministero della Scienza e dell'Istruzione del titolo di studio superiore delle persone che hanno conseguito una laurea all'estero, quelli del quadro docenti e dei contenuti scolastici formativi identitari. Deve essere affrontato, inoltre, il problema dell'abolizione/introduzione della lingua italiana come lingua dell'ambiente sociale.

Collaborando con il mio sostituto Maurizio Zennaro abbiamo individuato su quali articoli della Legge sull'educazione e istruzione in lingua delle minoranze nazionali dovremmo intervenire, richiedendone una miglior applicazione. Va chiarita la situazione in merito all'esame in più che i nostri maturanti devono sostenere poiché devono affrontare gli esami sia di lingua croata, sia di lingua e letteratura italiana. Il problema è aggravato se si considera che la lingua italiana non viene valutata all’atto dell’iscrizione nelle università croate (salvo rari casi) mentre per quelli che proseguono gli studi universitari in Italia l’esame di lingua croata per loro risulta essere inutile. L'autonomia dell'università apre alla possibilità di riconoscere la lingua italiana al posto di quella croata, ma prima occorre modificare il Regolamento sull'esame di stato di immatricolazione.

Per quel che riguarda l'equipollenza dei titoli di studio, coloro che hanno conseguito un titolo di studio superiore all'estero e vogliono trovare lavoro in una scuola in Croazia spesso incontrano grosse difficoltà a causa delle difficoltà e delle lungaggini che si incontrano nel momento della verifica e dell’equipollenza, con danno anche per le nostre scuole che si vedono private di potenziali docenti. A mio  avviso la maggior parte delle lauree conseguite presso le università italiane dovrebbero essere certificate per automatismo essendo state conseguite in uno dei paesi dell’UE.

I punti principali del suo programma?

Il mio programma elettorale intitolato „ È ora di cambiare è composto in 6 punti fondamentali. La parte politica comprende l'impegno costante finalizzato a ottenere i riconoscimento del diritto al doppio voto, ma anche l' applicazione e il rispetto dei diritti acquisiti.  Qui intendo dire che ai fini di ricompattare il nostro Gruppo Nazionale bisogna sollecitare la collaborazione e instaurare stretti legami tra i Consigli della minoranza nazionale italiana a livello cittadino nonché a livello regionale. Va inoltre incentivata la collaborazione transfrontaliera (Croazia-Slovenia). Inoltre, intendo adoperarmi per ottenere  più mezzi finanziari possibili, a livello statale, regionale e cittadino. Tali mezzi vanno però utilizzati in modo ragionato.

Vanno poi ripristinate le redazioni in lingua italiana che sono state soprese – Radio Pola e Radio Fiume. Intendo impegnarmi, inoltre, affinché le Comunità degli Italiani siano aperte,  avvincenti, competitive e depoliticizzate . Esse sono il fulcro del nostro essere. Per contare ancor di più le nostre Comunità devono crescere finanziariamente, politicamente e intellettualmente. Per essere uniti, per creare un senso di unitarietà, si devono accantonare i vari schieramenti  e influenze politiche ed è indispensabile depoliticizzare le Comunità.

Bisogna distribuire i mezzi finanziari assegnati con equità e decidere assieme come usarli. Per avere una migliore visione, un maggiore contatto e collaborazione con le Comunità, con il nostro Gruppo Nazionale, prometto di fare visita a tutte le Comunità al minimo una volta all’anno. Inoltre, propongo di creare un Consiglio delle Comunità che si radunerebbe quattro volte all’ anno, al quale, la presenza del deputato al Sabor sarebbe d’obbligo.

 

Come già anticipato nelle risposte precedenti, bisogna poi agire immediatamente sull’aggiornamento del sistema editoriale scolastico della CNI che, oltre ad essere più tempestivo con le dovute traduzioni dei testi ministeriali dalla lingua croata all’italiana, deve trovare una valida strategia per concorrere alla multimedialità offerta dal mercato croato e già a disposizione per le scuole della maggioranza.

Va restituito, pure, il diritto degli insegnanti ad un aumento proporzionale degli stipendi in considerazione al lavoro aggiuntivo che devono realizzare quotidianamente nell’elaborazione delle preparazioni giornaliere visto la necessità di dover tradurre tutti i materiali didattici, le verifiche del sapere, i programmi, ecc. che i colleghi della maggioranza trovano già come mezzi pronti all’uso.

È fondamentale far valere i diritti acquisiti, specie per quanto concerne la formazione ed il mantenimento degli indirizzi di studio in lingua italiana indipendentemente dal numero di alunni.

In ambito universitario si deve puntare a creare i presupposti affinché l'Istria diventi il polo più importante per quanto concerne la lingua e la cultura italiana dei territori balcanici.                                  

Al fine di garantire l’interlocuzione nella madrelingua italiana a livello non solamente delle istituzioni CNI, bensì pure nella quotidianità, è indispensabile la reintroduzione della lingua italiana nelle scuole della maggioranza come parte attiva e necessaria per il nostro ambiente sociale e non più solamente come scelta facoltativa.

Attenzione per la terza età e per i giovani

Un altro punto del mio programma riguarda l'attenzione per la terza età. Le Comunità dovrebbero avere dei programmi per le persone anziane volenterose di comunicare e radunarsi. Proponiamo di creare un centro di assistenza per i nostri connazionali più anziani aiutandoli con le pratiche burocratiche che  troppo spesso sono molto difficili e complicate, offrendo così una mano fraterna al nostro connazionale che ha tenuto in vita le nostre Comunità, la nostra etnia, la nostra lingua e la nostra cultura.

L'ultimo punto riguarda i giovani. Quando si pensa ai giovani, la prima parola che viene in mente a tutti è una soltanto: lavoro! In Istria e Fiume le imprese italiane potrebbero godere di considerevoli agevolazioni. L’iniziativa deve partire dall'alto, dal rappresentante della CNI al parlamento croato.  La seconda parola strettamente legata al mondo dei giovani è di sicuro: istruzione! Bisogna istituire un fondo allo scopo di assistere finanziariamente i nostri giovani che volessero laurearsi presso prestigiose università mondiali, perché questo è solo uno dei modi per contribuire alla crescita del rango sociale che compete al nostro connazionale e che permette di conseguenza la crescita di tutto il Gruppo Nazionale.

Concludo con una parola fondamentale per i giovani che sono il nostro futuro: imprenditoria per i giovani! Il deputato al Sabor ha la responsabilità di istituire un fondo con lo scopo di sviluppare esclusivamente i progetti dei giovani residenti locali. I mezzi necessari ci sono e devono essere impiegati in progetti utili alla crescita del prestigio del Gruppo Nazionale. Questi mezzi possono venir stanziati, nella maggior parte, dai fondi dell’EU e dai fondi regionali, ma anche da fondi governativi croati e italiani.


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