Il Cinema Buie, oltre ad essere un luogo cardine della vita sociale, era anche il nido dei sogni e dei primi amori dei protagonisti del film che, con nostalgia, ricordano quei tempi * Ricostruendo la scena dell’ingresso, avvenuto realmente, del “compagno” Tito nella cucina della protagonista Annamaria – la figlia di Nardin, custode della struttura che ospitava il cinema e in cui allo stesso tempo abitava – Bozzer ritrae in modo sfumato la delicatezza della situazione del luogo in quel preciso momento storico che non era proprio semplice * È importante capire che ogni aspetto della realtà è complesso e che la realtà è come un mosaico", ci ha detto Bozzer, che ha dedicato il suo film alla sala cinematografica istriana e alla cultura dell'andare al cinema * Il regista triestino ha annunciato il tema del suo prossimo film: l'influenza del festival di Sanremo e dei cantanti italiani sui cantanti dell'ex Jugoslavia
Il Cinema Buie, oltre ad essere un luogo cardine della vita sociale, era anche il nido dei sogni e dei primi amori dei protagonisti del film che, con nostalgia, ricordano quei tempi * Ricostruendo la scena dell’ingresso, avvenuto realmente, del “compagno” Tito nella cucina della protagonista Annamaria – la figlia di Nardin, custode della struttura che ospitava il cinema e in cui allo stesso tempo abitava – Bozzer ritrae in modo sfumato la delicatezza della situazione del luogo in quel preciso momento storico che non era proprio semplice * È importante capire che ogni aspetto della realtà è complesso e che la realtà è come un mosaico", ci ha detto Bozzer, che ha dedicato il suo film alla sala cinematografica istriana e alla cultura dell'andare al cinema * Il regista triestino ha annunciato il tema del suo prossimo film: l'influenza del festival di Sanremo e dei cantanti italiani sui cantanti dell'ex Jugoslavia
Il documentario "Nuovo cinema Buie" dell'autore triestino Alessio Bozzer, dedicato alla sala cinematografica della cittadina istriana di Buie inaugurata nel 1950 nel processo di ricostruzione postbellica, dopo la sua prima mondiale al festival del cinema documentario europeo di Los Angeles e la partecipazione a numerosi festival nella regione, sta iniziando la propria vita nelle sale. Infatti, oggi è in programmazione al cinema Valli di Pola.
Dopo la proiezione di Buie, il film è stato trasmesso dalla TV RAI Friuli Venezia Giulia e dalla TV nazionale croata (HRT). Attualmente sono in corso i preparativi e la traduzione per il canale televisivo sloveno di RAI FVG.
Appoggiandosi sulle diverse dichiarazioni dei partecipanti al film circa l'uso della lingua italiana in quel momento, quando l'umore della gente non era proprio semplice - come spiegato vividamente da uno degli interlocutori - nonché ricostruendo la scena dell’ingresso, avvenuto realmente, del “compagno” Tito nella cucina della protagonista Annamaria – la figlia di Nardin, custode della struttura che ospitava il cinema e in cui allo stesso tempo abitava – il quale, nell’occasione, nella neonata Repubblica, scambia due parole con i padroni di casa in un un buon italiano, Bozzer ritrae in modo sfumato la delicatezza della situazione del luogo in quel preciso momento storico.
Queste le ragioni per la quali al regista triestino Alessio Bozzero, classe 1975, abbiamo rivolto diverse domande relative principalmente al film 'Nuovo Cinema Buie', nonché al suo precedente documentario di grande successo 'Trieste, Yugoslavia' del 2017.
Hai ricreato perfettamente l'atmosfera e l'abito mentale, ma anche sociale, della comunità in quel preciso momento, sia in 'Trieste, Jugoslavia, sia in 'Nuovo Cinema Buie'. È su questo che ti concentri quando inizi a creare un film, nel senso che si tratta di una tua scelta precisa e voluta, oppure è successo spontaneamente?
Grazie mille. Dunque, ritengo che per l'atmosfera del film 'Trieste, Yugoslavia' sia stato fondamentale il materiale d'archivio che ho acquisito, risalente al 1970 e girato con una cinepresa Super 8. Penso che questo fatto sia stao cruciale per quel film, perché quelle riprese in Super 8 mostrano e rendono perfettamente quel periodo storico.
Dopo aver visto quel film, mi ha chiamato Annamaria, la figlia di Nardin, perché voleva raccontarmi la storia di quando era ragazzina e suo padre si occupava del cinema appena aperto, ma anche del giorno in cui Tito venne a trovarla facendola sedere sulle sue ginocchia. Ho colto immediatamente che si trattava di un avvenimento estremamente importante da cui avrei potuto sviluppare una storia che vertesse sulla sala cinematografica, sul pubblico e altre cose a essi correlate, ma anche che avrebbe potuto essere un buon film. Dunque, gli stimoli e il processo creativo per i vari film variano di volta in volta.
Mai prima di allora ero stato a Buie, ma ci sono andato e ho iniziato a lavorare in loco, ho trovato un vecchio proiettore e tutti quei vecchi registri con le date delle proiezioni dei film e tanti dettagli attorno ai quali poteva svilupparsi una storia. Così ho iniziato a cercare persone che avessero esperienze specifiche della situazione, in modo farmi un’idea di tutta quella complessità.
Ho trovato Pino, il protagonista principale del mio film, che è una persona molto simpatica ed è lui stesso un po' attore, poi Palmira, che mi ha pure aiutato molto, e tutti gli altri. Sistemare tutte le cose al loro posto è stato un lavoro lungo. Ho cercato di ricreare l'atmosfera anche con la musica che emotivamente ci riporta immediatamente a quei giorni.
Quando presenti gli eventi del passato, ai fini dello sviluppo della storia che stai raccontando e per mettere in evidenza ciò che ritieni importante, ti lasci guidare dal tono e dall'approccio emotivo dei tuoi interlocutori?
Non ho una regola fissa. Naturalmente, in una lunga intervista ci sono diversi momenti in cui le persone mostrano le proprie emozioni, e queste sono parti che posso usare. Nella complessità della situazione, c’è la necessità primaria di incorporare molte voci in un’unità ed è particolarmente importante se ogni voce si fa testimone di una visione diversa della situazione. Ciò può facilitare le persone a comprendere che il momento è sempre complesso, che le cose non sono bianche o nere, ciò può stimolare il processo di apprendimento della complessità della realtà.
Nel mio lavoro, ma anche nella mia vita, mi interessa proprio questo. Anche perché in linea generale sono dell'opinione che i media di oggi stiano rappresentando la realtà come se fosse una foto in bianco e nero. È essenziale capire che ogni aspetto della realtà è complesso e che la realtà è come un mosaico.
Pensi che il resto dell'Istria, ma in genere tutta la Croazia, abbiano qualcosa da imparare da questa naturale armonia e convivenza di lunga data tra persone di culture e di lingue diverse presente a Buie?
Non ho mai ritenuto che potrebbe esse utile per la Croazia o per l'Istria, mi piacerebbe invece poter comunicare in questo modo con tutto il mondo. Credo che ogni comunità e ogni parte del mondo debba imparare a far propria questa complessità. Ogni momento della vita è complesso, anche se semplice, e ciò non è né bene né male, ma è semplicemente qualcosa con cui dobbiamo fare i conti.
Considerato che andare al cinema è un tema importante del tuo film, il quale è per certi versi un omaggio tanto alla cultura cinematografica, quanto alla sala cinematografica, ritieni che la cultura cinematografica sia un fattore importante dell'istruzione, della cultura generale, dello sviluppo della tolleranza e di relazioni sane all’interno di una società multiculturale?
I film fanno parte dell'arte, la settima arte. Ma il cinema è anche intrattenimento, come i western (“film di cowboy”) citati dagli interlocutori. Ma ciò che conta è il fatto che il cinema è un punto di incontro, un luogo in cui le persone quando si incontrano sono uguali, nel buio della sala cinematografica tutti sono uguali. È molto importante uscire di casa e andare al cinema, perché si tratta di comportamento sociale che stiamo perdendo.
Non possiamo imparare alcunché standosene seduti a casa sul divano, da soli. Tutti dovrebbero uscire e incontrarsi guardando film, ascoltando musica, penso che la morale di questa storia sia incontrarsi ed essere aperti. Questo è il punto essenziale, dobbiamo essere aperti e curiosi.
Il cinema stesso e la sala cinematografica sono i veri protagonisti del tuo film. Cosa pensi del fatto che al cinema si sta andando sempre meno, della chiusura di molte sale tanto che in epoca covid erano quasi sul punto di scomparire? Pare che ora ci sia una ripresa, con la gente che piano piano sta andando di nuovo al cinema...
È un fatto molto triste che le sale cinematografiche oggi siano vuote. Mi è anche venuta un'idea... in una grande sala cinematografica, c'erano forse venti persone ed io guardando il mio film - stavo guardando il pubblico. È stato strano perché sembrava che avessi fatto un film sul pubblico, ma in realtà è scaturito che era come se avessi fatto un film su di una specie che si è estinta, diciamo su un animale che si è estinto, come un dinosauro.
Quello che posso dire è che il tema del cinema e del pubblico cinematografico oggi è diventato abbastanza comune. Ecco, anche Spielberg ha girato un film sull'importanza del cinema, c'è anche il film cinese 'One Second' diretto da Yimou Zhang e, ovviamente 'Nuovo Cinema Paradiso'.
Un argomento importante è il rapporto con il pubblico, ne stiamo parlando negli ultimi anni. Sono felice di poter annunciare il mio film al cinema Valli di Pola, è un cinema bellissimo.
Potremo mai tornare all'epoca del Nuovo Cinema Buie, quando le sale era piene? Avresti qualche idea o suggerimento in merito a ciò che si dovrebbe fare per rispristinare la „voglia di cinema“?
In quei tempi, negli anni Cinquanta e Sessanta, il cinema era davvero un momento importante e l'elemento basico di quel viaggio fantastico. Le persone possono uscire e giocare a calcio, possono sedersi a bere qualcosa in un bar, ma il cinema è sempre stato qualcosa che ha a che fare con i nostri sogni. Sia i western, sia i film dell'orrore o di fantascienza sono in grado di creare un mondo diverso. Ciò affascina in modo forte bambini, e questa è sempre stata la più grande forza del cinema, quella di poter trasformare i sogni, o almeno alcuni, in realtà.
Per non chiudete in modo negativo, l'unica idea che ho riguarda le persone che hanno figli e alle quali dico di portare i loro bambini al cinema a vedere i film. Penso che questo possa essere estremamente utile sia per gli adulti, sia per i bambini.
Hai studiato design industriale al politecnico, ti occupi anche di altro, oltre che di cinema?
Per anni ho lavorato nel design industriale, principalmente nel settore dei mobili e oggetti vari a Milano, collaborando per molti anni con il famoso designer Enzo Mari. Quella era stata la prima parte della mia carriera, poi mi sono trasferito Trieste. A volte le persone decidono di cambiare lavoro o di dare una svolta alla loro carriera. Nel 2017 ho avuto l'opportunità di entrare nella casa di produzione Videoest dove ho imparato tutto sulla produzione lavorando, sono autodidatta. Non ho mai studiato cinema, ho imparato lavorando. Nel 2013 ho realizzato il mio primo documentario, un film biografico sull'architetto italiano Michele de Lucchi.
Prima di ringraziarti e augurarti buona fortuna per il tuo futuro lavoro e la tua creatività artistica, vorrei farti un'ultima domanda. Ho letto che trovi molto interessanti le storie e gli avvenimenti di queste nostre zone .. Intendi occupartene anche in futuro?
Sono interessato a molte cose. Sì, questa regione è piena di storie interessanti e sono proprio queste le storie che mi permettono di lavorare con i coproduttori di questa regione, perché "Nuovo Cinema Buie" è una vera e propria coproduzione 50:50 tra Italia e Croazia, ovvero tra Videoest e Antitalent. Abbiamo davvero lavorato insieme, loro hanno potuto darmi qualcosa che io non ho e viceversa. Vorrei continuare a lavorare così, con i produttori croati, sloveni e serbi.
Hai già trovato la nuova ispirazione per un nuovo film? Vorresti anticiparci qualcosa?
Dopo il film 'Trieste, Yugoslavia', molte persone mi hanno contattato dicendomi che avrei dovuto rifare qualcosa del genere.
Attualmente sto sviluppando un film documentario sul rapporto tra musica italiana e musica jugoslava, più precisamente su come il festival di Sanremo e i cantanti italiani che vi sono apparsi hanno influenzato i cantanti dell'ex Jugoslavia. Quanto sono stati ispirati guardando Sanremo e i cantanti italiani. Sarà un documentario perché è questa la forma cinematografica che ho imparato a fare e a produrre. Ovviamente, mi piacerebbe poter girare un giorno un lungometraggio, ma è un processo completamente diverso e non so se accadrà mai.
La proiezione del film “Nuovo Cinema Buie” avrà luogo alle 17 di oggi al Cinema Valli di Pola, con repliche il 26 febbraio e il 1 marzo alle 19:10.
Traduzione di Silvio Forza
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