Ventiquattro

BELLISSIMA LA SERATA A SISSANO

FESTIVAL DELL'ISTRIOTO: Debutta Radio Chicchirichì, poi Elvia Nacinovich incanta il pubblico

In seno al Festival è stata inaugurata ieri la prima radio di proprietà esclusiva di un'istituzione della Comunità nazionale, trasmetterà in istrioto, istroveneto e italiano * "Come si fa a non innamorasi dei nostri dialetti, anche se sono lingua nonna e non lingua madre", ha detto l'attrice Elvia Nacinovich nata Malusà alla presentazione del suo libro “Co i sassi peici fa le lombrì lounghe” che lei ha saputo trasformare l'evento momenti più brillanti dei vari accadimenti in seno alla CNI degli ultimi anni


 
3 min
Silvio Forza
foto: Silvio Foza

In seno al Festival è stata inaugurata ieri la prima radio di proprietà esclusiva di un'istituzione della Comunità nazionale, trasmetterà in istrioto, istroveneto e italiano * "Come si fa a non innamorasi dei nostri dialetti, anche se sono lingua nonna e non lingua madre", ha detto l'attrice Elvia Nacinovich nata Malusà alla presentazione del suo libro “Co i sassi peici fa le lombrì lounghe” che lei ha saputo trasformare l'evento momenti più brillanti dei vari accadimenti in seno alla CNI degli ultimi anni

Ieri sera a Sissano è stata inaugurata non soltanto la 13. edizione del Festival dell’istrioto ma, al suo interno, anche Radio Chicchirichì, la prima radio di esclusiva proprietà di un’istituzione della Comunità nazionale italiana di Croazia, concretamente della Comunità degli Italiani di Sissano nei cui spazi ha trovato sede. Lo ha, annunciato il presidente della CI di Sissano Paolo Demarin, presentandola come Radio della Comunità nazionale italiana di Croazia e Slovenia, che ha avuto le risorse tecniche da parte del Consiglio della comunità nazionale italiana autoctona della Regione istriana.

Paolo Demarin

La prima canzone ad andare in onda è stata “Viecia Ruveigno” composta e cantata nel dialetto istrioto rovignese dal prematuramente scomparso Vlado Benussi. Ha fatto seguito la diretta della serata letterario-musicale del festival che ieri sera ha avuto luogo a Sissano. Prossimamente verrà trasmessa anche via onde VHF, per ora si può ascoltare qui tramite internet.

Per ora il palinsesto comprende per lo più musica, concretamente canzoni in istrioto, in istroveneto, ma anche quelle dell’ultradecennale repertorio di cori della varie Comunità degli Italiani, spesso composto da brani attintiti dalla tradizione locale. Le lingue parlate nelle trasmissioni a venire saranno l’istrioto, l’istroveneto e l’italiano. La redazione, composta da Giuliano, Raul e Toni che, tutti e tre, fanno di cognome Moscarda, avrà ora il compito di predisporre un palinsesto ricco e variegato, in grado di valorizzare la presenza e la cultura della Comunità nazionale italiana, a partire dall’istrioto “celebrato con attaccamento e passione”, ha detto Demarin “ come un patrimonio vivo, una legame con la nostra storia, la nostra terra e le nostre radici, un attaccamento al passato che parla al presente e guarda al futuro, importante in cui, di fronte all’omologazione globale, la diversità va difesa come ricchezza. Dunque, non un ricordo da custodire, da come una lingua da vivere”.

Mattatrice della serata è stata Elvia Nacinovich, nata Malusà, che per decenni è stata la primattrice del Dramma Italiano del Teatro Ivan Zajc di Fiume. Ha presenziato al Festival sia in quanto vincitrice di primi e secondi premi per la poesia all’interno dello stesso festival, sia per presentare il suo primo libro di poesie intitolato “Co i sassi peici fa le lombrì lounghe” (Quando i sassi piccoli generano ombre lunghe”), pubblicato proprio dal Festival dell’istrioto.

Assente dalla scene ormai da sette anni, per sua stessa ammissione “in crisi di astinenza” dal palcoscenico, ieri sera ha saputo mettere di nuovo in mostra tutto il suo talento e il suo mestiere, trasformando la presentazione del libro in uno spettacolo camaleontico: si andava dall’orazione monologica, cabaret, dalla commedia alla preghiera, dall’istinto alla ragione.

Sandor Slacki, Elvia Nacinovich ed Erika Forlani

Coadiuvata da i due presentatori della serata Erika Forlani e Sandor Slacki, Elvia Nacinovich, leggendo e interpretando le proprie poesie in istrioto, narrando le proprie esperienze, dialogando con il pubblico e leggendo passi dalla bellissima e profonda prefazione di Elis Barbalich Geromella (che nelle sue poesia ha individuato, tra l’altro, la ragionevolezza dell’ottimismo e l’intelligenza del pessimismo” ) ha dato vita ad uno dei momenti più brillanti dei vari accadimenti in seno alla CNI degli ultimi anni. “Come si fa a non innamorarsi del proprio de dialetto, della sua sonorità”, ha detto Elvia Nacinovich, riferendosi anche al fatto che nella sua Dignano amore si dice “amur”, come in Francese.

Elis Barbalich Geromella ed Elvia Nacinovich

Bellissima la nota sulla cesura avvenuta nel secolo scorso, del tramandare naturale del dialetto da generazione in generazione, una generazione è saltata tanto che la Nacinovich ha concluso: “purtoppo il dialetto non è la mia lingua madre, ma la mia lingua nonna”.

Il coro della CI di Sissano
Il coro della CI di Dignano
Il coro della CI di Gallesano

Ieri sera a Sissano si sono esibiti anche i cori della locale Comunità degli Italiani (diretto da Ileana Pavletià Perosa) e quelli della CI di Dignano (maestra Tena Bevčar) e Gallesano sotto li direzione di Lorena Moscarda.


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