Ventiquattro

SETTE (OGGI INSTABILI) COLONNE CELANO LA STORIA

IL TEMPIETTO AL CIMITERO DI POLA: Avviate le pratiche per il risanamento di un complesso tombale che raccoglie le spoglie di un xe sindaco di Pola

Dietro alle sette colonne del tempio, il cui valore monumentale è riconosciuto, si trovano le tombe di sei famiglie, di cui cinque abbandonate. "Le crepe sono ora profonde, la stabilità strutturale è significativamente compromessa, quindi l'edificio rappresenta un pericolo", ha dichiarato il direttore di Monte Giro, Darko Bijelić * Oltre che dalla stessa Monte Giro, l'impresaa di risanamento verrà finanziata dalla Città di Pula Pola e dall'Unione Italiana


 
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Silvio Forza ⒸFOTO: Manuel Angelini

Dietro alle sette colonne del tempio, il cui valore monumentale è riconosciuto, si trovano le tombe di sei famiglie, di cui cinque abbandonate. "Le crepe sono ora profonde, la stabilità strutturale è significativamente compromessa, quindi l'edificio rappresenta un pericolo", ha dichiarato il direttore di Monte Giro, Darko Bijelić * Oltre che dalla stessa Monte Giro, l'impresaa di risanamento verrà finanziata dalla Città di Pula Pola e dall'Unione Italiana

L'impresa municipale Monte Giro di Pola, che si occupa di servizi funebri e manutenzione dei cimiteri,  ha avviato le procedure per il restauro di un particolare complesso di tombe,  quello del tempietto che compare lungo il muro di cinta nord del campo principale (A), concretamente a destra e poi primo viale a sinistra dopo che si è entrati nel cimitero.

Dietro alle sette colonne del tempio, cui è stato riconosciuto il valore monumentale, si trovano le tombe di sei famiglie, cinque delle quali sono abbandonate. Tale fatto non deve stupire, considerato che il complesso risale agli Anni Novanta del XIX secolo e che da allora i Polesani hanno cambiato quattro passaporti (austroungarico, italiano, jugoslavo e croato), senza contare i periodi di governo da parte del III Reich (1943-45) e dell'amministrazione militare angloamericana (1945-47).

„Le crepe sono ormai profonde, la stabilità statica è notevolmente compromessa e ciò rappresenta un rischio per tutti”, ci ha detto Darko Bijelić, direttore della Monte Giro. „Ora“, ha proseguito „stiamo avviando le pratiche per l'ottenimento del permesso di costruzione, che verrà a costare dai  15 mila ai 17 mila euro circa, dopodiché, ottenuto il via libera da parte della Sovrintendenza ai beni culturali, procederemo al bando per l'assegnazione dell'appalto dei lavori il cui costo dovrebbe aggirarsi sui 70 mila euro. La ditta appaltatrice verrà scelta tra quelle che posseggono la licenza del Ministero alla cultura per interventi sul patrimonio storico“.

Bijelić ci ha spiegato che le risorse, oltre che dalla stessa Monte Giro, verranno messe a disposizione dalla Città di Pula Pola e dall'Unione Italiana, l'organizzazione centrale degli Italiani di Croazia e Slovenia che a questo scopo utilizzerà parte dei finanziamenti che le vengono assegnati dal Governo italiano.

I meccanismi precisi sono ancora da definire, vi sta lavorando un gruppo di lavoro nominato dal sindaco di Pola Filip Zoričić e che oltre allo stesso Bijelić comprende la Responsabile del Settore di urbanistica Barbara Belić Raunić, il vicesindaco Bruno Cergnul e il direttore del Centro di Ricerche storiche di Rovigno Raul Marsetič che tra l'altro è l’autore della monumentale e fondamentale opera “Il cimitero civico di Monte Giro a Pola (1846-1947).

Ed è proprio da questo libro che apprendiamo che tra le tombe del tempietto (vanno dalla A-Z/ 42 all’A-Z/47) figurano pure quelle del medico distrettuale di Pola Giovanni Fonda (A-Z/ 42, morto nel 1893) e quelle (A-Z/47) dell’ex primario del reparto di psichiatria dell’ospedale di Pola Francesco Marinoni (1877-1929) e di suo figlio Leopoldo, anch’egli medico all’ospedale di Pola e morto nel corso dei bombardamenti di Pola il 2 dicembre 1944.

La tomba A-Z/43 è quella della famiglia Fragiacomo in cui è sepolto pure Antonio Fragiacomo (1833-1902), orefice a Pola e proprietario della villa San Lorenzo a Fasana. Da rilevare inoltre la tomba A-Z/ 46, quella della famiglia Wasserman, in cui ha trovato sepoltura Giovanni Augusto Wasserman (1829-1906) che era stato podestà di Pola dal 1884 al 1887 ed era figlio di Valentino Wasserman (morto nel 1853), titolare di una farmacia in Piazza Foro nel luogo in cui oggi si trova il bar Diana.

A proposito di ex podestà di Pola, va detto che il tempietto si trova lungo lo stesso muro di cinta e vialetto in cui, più in basso, verso l'ingresso, si trovano le tombe di altri podestà del periodo asburgico: quella di Francesco Marinoni (A-Z/2), morto il 6 aprile 1868, che dal 1861-1864 era stato il primo podestà liberale di Pola, ma anche quella di Angelo Demartini (AZ-4), direttore dell'Ospedale civico e podestà dal 1869-1876, finanziatore della vecchia fontana (poi sostituita da quella attuale realizzata dall'architetto polese Enrico Trolis in epoca italiana) in piazza Alighieri e proprietario della casa neogotica in via Kandler.

La vecchia fontana in Piazza Dante

Ma c'è anche la tomba di Lodovico Rizzi (A-Z/18), nato a Pola il 20 febbraio 1859 e morto a Pola il 1 marzo 1945, podestà di Pola dal 1889-1904. Durante il suo mandato furono inaugurati l'acquedotto (1897), iniziati i lavori per la costruzione del primo Ospedale Provinciale (1896), introdotta la rete fognaria cittadina, aperti il Museo Civico (1902) e il Liceo Femminile Provinciale (1902), gettate le basi per il tram elettrico urbano, avviate le prime centrali telefoniche (1891), costituita una società per azioni per la produzione di gas cittadino, costruito il mercato coperto (1903), fondate una banca e una cassa di risparmio, organizzate squadre sanitarie per interventi rapidi in caso di epidemie e aperta la nuova scuola elementare di San Martino (situata nel piazzale di San Martino, un tempo "Tone Peruško").

Da rilevare infine che già nel marzo del 1940 in Municipio di Pola aveva avviato una notifica a Pia Wassermann, figlia di Giovanni Augusto Wasserman, in cui veniva invitata a restaurare la tomba che era in pessime situazioni statiche e costituiva un pericolo per la sicurezza delle persone. Le vennero imposti i seguenti lavori: rifacimento degli intonaci caduti dalle pareti e dal soffitto; riparazione del coperto; ricomposizione delle strutture di pietra lavorata e de sigillo connesso….


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