Ventiquattro

UN'INSOLITA CARTOLINA DA ROVIGNO

(FOTO) La chiesa di S. Bartolomeo, un luogo in cui si pregava per la buona riuscita della semina

Il graduale degrado della chiesa, la cui data di costruzione è sconosciuta, ha inizio già verso la metà dell’Ottocento. Degna di menzione è la transenna trasversale di legno che separava lo spazio destinato alle donne da quello degli uomini


14.05.2023
2 min
Donatella Leonardelli ⒸFOTO: Manuel Angelini

Il graduale degrado della chiesa, la cui data di costruzione è sconosciuta, ha inizio già verso la metà dell’Ottocento. Degna di menzione è la transenna trasversale di legno che separava lo spazio destinato alle donne da quello degli uomini

Nella parte nord dell'agro rovignese, ai margini di una fertile valle e ai piedi della collina di S. Bartolomeo, si trova quel che resta dell’omonima chiesa. Dedicata a uno dei 12 apostoli, con le mura perimetrali ancora in piedi, è una tra le chiese campestri romaniche a una navata più grandi del Rovignese.

Il graduale degrado della chiesa di S. Bartolomeo o S. Bartolo, la cui data di costruzione è sconosciuta, ha inizio già verso la metà dell’Ottocento. Degna di menzione è la transenna trasversale di legno che separava lo spazio destinato alle donne da quello degli uomini. Sulla pala d’altare erano raffigurati S. Bartolomeo, titolare dell’altare e della chiesetta, nonchè S. Giorgio e S. Eufemia, protettori di Rovigno.

La chiesa era una delle stazioni nel secondo giorno delle rogazioni minori che precedono l’Ascensione. Si visitavano tutte le chiese campestri del Rovignese e si pregava per la buona riuscita della semina.

IL SANTO

Bartolomeo è probabilmente lo stesso che nel quarto vangelo è chiamato Natanaele. Nei vangeli sinottici compare nella lista dei dodici apostoli associato a Filippo, suo amico e conterraneo. Proveniente da Cana di Galilea, vicino a Nazaret, viene descritto da Gesù come “israelita senza finzione”. Di lui si sa ben poco, non ci sono indicazioni sulla data di nascita e nemmeno quella della sua morte. Gli storici ecclesiastici dei primi secoli narrano di suoi viaggi missionari in India, Etiopia, Arabia, Mesopotamia, Armenia, ma è difficile ricostruire il suo percorso missionario. Agli storici medioevali risale invece la tradizione del suo martirio attraverso lo scuoiamento, tratto che compare spesso nell’iconografia del santo e nelle sacre rappresentazioni che venivano solennemente realizzate in sua memoria.


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