Ventiquattro

SIAMO ALLO SCONTRO APERTO TRA TREMUL E CORVA

LA DIVISIONE TRA ITALIANI DI CROAZIA E SLOVENIA STA DIVENTANDO REALTÀ? Un invito del parlamento sloveno indica che la crisi dell'unitarietà è uscita dall'ambito del dibattito interno alla comunità

Per la prima volta nella storia della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia alla riunione della Commissione per le Comunità Nazionali della Camera di Stato della Repubblica di Slovenia a Lubiana il 16 maggio scorso, sono state invitate due Unioni Italiane, ovvero quella di Fiume e quella di Capodistria. Finora, quale portatrice dell’unitarietà, in rappresentanza sia degli Italiani di Croazia, sia di quelli di Slovenia, veniva invitata unicamente l’Unione Italiana di Fiume * Il presidente dell'UI Maurizio Tremul e il presidente della Giunta esecutiva UI Marin Corva sostengono entrambi che l'organizzazione centrale degli Italiani da ambo le parti della Dragogna è l'Unione Italiana di Fiume, ma divergono sul modo in cui interpretare un'altra riunione


 
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Silvio Forza ⒸFOTO: Manuel Angelini

Per la prima volta nella storia della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia alla riunione della Commissione per le Comunità Nazionali della Camera di Stato della Repubblica di Slovenia a Lubiana il 16 maggio scorso, sono state invitate due Unioni Italiane, ovvero quella di Fiume e quella di Capodistria. Finora, quale portatrice dell’unitarietà, in rappresentanza sia degli Italiani di Croazia, sia di quelli di Slovenia, veniva invitata unicamente l’Unione Italiana di Fiume * Il presidente dell'UI Maurizio Tremul e il presidente della Giunta esecutiva UI Marin Corva sostengono entrambi che l'organizzazione centrale degli Italiani da ambo le parti della Dragogna è l'Unione Italiana di Fiume, ma divergono sul modo in cui interpretare un'altra riunione

La questione delle modalità di attuazione dell’unitarietà della Comunità nazionale Italiana nei due stati di Croazia e Slovenia, riconosciuta a livello internazionale sin dal 1992, esce dall’ambito strettamente comunitario, con il parlamento sloveno che sembra percepire e accogliere i primi segnali di divisione tra Italiani di Croazia e Italiani di Slovenia.

Infatti, per la prima volta nella storia della Comunità Nazionale Italiana in Croazia e Slovenia, alla riunione della Commissione per le Comunità Nazionali della Camera di Stato della Repubblica di Slovenia a Lubiana il 16 maggio scorso, sono state invitate due Unioni Italiane, ovvero quella di Fiume e quella di Capodistria.

Finora, quale portatrice dell’unitarietà, in rappresentanza sia degli Italiani di Croazia, sia di quelli di Slovenia, veniva invitata unicamente l’Unione Italiana di Fiume. L’Unione Italiana di Capodistria, fondata, dopo un processo lungo e complicato, nel 1998, rappresentava unicamente il soggetto formale della presenza UI nell’Istria slovena, con un ufficio impegnato in gran parte nell’elaborazione di progetti europei in virtù di una scelta operativa compiuta quando ancora la Croazia, ovvero fino al 2013, non faceva ancora parte dell’Unione europea.

L’unitarietà e l’unità di vedute tra centrale UI di Fiume e UI di Capodistria trovava inoltre espressione nel fatto che il presidente dell’Unione Italiana (quella centrale, di Fiume) è  un cittadino sloveno che al contempo, per automatismo, era anche coordinatore dell’Unione Italiana di Capodistria.

Il "golpe" di Capodistria

Le cose sono cambiate il 9 gennaio di quest’anno. Contestando l’automatismo più su nominato -  che scaturisce dal Regolamento di procedura dell’Unione Italiana di Fiume  -  applicando in modo parziale le disposizioni dello Statuto dell’UI di Capodistria e invocando la necessità di operare in base alle leggi slovene (il che, tradotto, vuol dire ignorare le disposizioni del Regolamento della centrale UI di Fiume per applicare, ma non a regola d’arte, quelle dello Statuto della periferica UI di Capodistria), otto consiglieri dell’Unione Italiana di Fiume (due non sono stati invitati), cittadini sloveni, si sono riuniti e in sei si sono espressi a favore della nomina di Astrid Del Ben a nuovo coordinatore dell’Unione Italiana di Capodistria. E lo hanno fatto senza invitare alla riunione il coordinatore dell’UI di Capodistria del momento, cioè il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul.

Astrid Del Ben - foto: Facebook

Abbiamo rilevato che questa riunione, in odor di golpe, si è svolta applicando in modo parziale le disposizioni dello Statuto dell’UI di Capodistria. Un tanto si può dire perché se da una parte è lo stesso statuto dell’UI di Capodistria  che consente al suo organo, la Consulta, di nominare il coordinatore, allo stesso tempo stabilisce che la Consulta deve deliberare in seno all’Assembla centrale dell’Unione italiana (quella di Fiume) e non, come invece è stato fatto, in separata sede.

La fonte degli equivoci

Llo Statuto dell’Unione Italiana di Capodistria stabilisce che il coordinatore dell'UI di Capodistra deve essere nominato dalla Consulta della stessa UI di Capodistria, ma deliberando in seso all’Assemblea dell’UI di Fiume, mentre il Regolamento di procedura dell’Assembla dell’UI di Fiume stabilisce invece che il coordinatore dell'UI di Capodistria scaturisce direttamente dalle elezioni per tutta l'UI, per voto diretto di tutti gli Italiani di Croazia e Slovenia. In altra parole, Coordinatore dell'UI di Capodistria viene nominato chi tra il presidente dell'UI, il presidente della Giunta UI (o il presidente dell'Assemblea UI, non eletto ma nominato dalla stessa Assemblea, nel caso in cui i primi due siano cittadini croati) risiede in Slovenia.

Contrariato dal mondo in cui è stata presa la decisione da parte Consulta dell’UI di Capodistria, il presidente dell’UI ed a questo punto ex coordinatore dell’UI di Capodistria Maurizio Tremul, ha presentato ricorso (altri due ricorsi sono stati giunti anche da parte di due consigliere dell’UI di Capodistria) contro la decisione dell’Unità amministrativa capodistriana di riconoscere la validità della riunione del 9 gennaio e la registrazione del nuovo coordinatore. Tremul nell’occasione aveva dichiarato che intendeva conformarsi alle decisioni del 9 gennaio (infatti, ha proceduto alle consegne ad Astrid Del Ben) ma che non le condivideva poiché non riconosceva quella riunione come legittima e legale. Da qui il suo e gli altri due ricorsi.

Maurizio Tremul - foto; Manuel Angelini

Ecco dunque che, nonostante l’esito del ricorso non sia ancora noto, la Commissione per le Comunità Nazionali della Camera di Stato della Repubblica di Slovenia sembra aver preso atto della novità, ovvero dell’esistenza due Unioni Italiane diverse, crea un precedente e invita entrambe alle riunione.

Tremul:Il parlamento sloveno ha invitato due Unioni, la spaccatura dell'Unione Italiana ora è suggellata

Venuto a conoscenza dell’esistenza di questo invito del parlamento sloveno, il presidente dell’UI Tremul ha rilasciato un comunicato in cui, tra l’altro, dice: “L’invito è stato esteso inizialmente unicamente alla Coordinatrice, Astrid Del Ben, escludendo dagli invitati il Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva. Successivamente lui è stato inserito tra gli invitati, mentre continua ad essere preclusa la partecipazione al Presidente dell’Unione Italiana, pur essendo legale rappresentante dell’UI. L’UI sarà così rappresentata da due distinte organizzazioni, Marin Corva per l’Unione Italiana di Fiume (rappresentativa, pertanto, solamente degli Italiani della Croazia) e Astrid Del Ben per l’Unione Italiana di Capodistria. Fino a due anni fa, invece, alla Commissione Nazionalità della Camera di Stato della Slovenia a rappresentarci unitariamente c’era, giustamente, una sola Unione Italiana rappresentativa di tutti gli Italiani! Oggi viene così suggellata la divisione dell’Unione Italiana. Oggi si conferma la spaccatura della Comunità Nazionale Italiana autoctona tra quella residente in Slovenia e quella residente in Croazia, nonostante l’Assemblea dell’Unione Italiana abbia ripetutamente riconfermato, anche nella sua ultima seduta del 27 marzo 2024, l’unità dell’Unione Italiana e l’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana”.

Il pensiero di Corva in linea con quello di Tremul. Eppure...

Neppure al presidente della Giunta UI, il fiumano Marin Corva, è piaciuta la mossa del parlamento di Lubiana “Vedo come un problema il fatto che per la prima volta, l'UI di Fiume non viene considerata come un'istituzione che rappresenta tutta la CNI”.

Matin Corva - foto: Manuel Angelini

In merito al comunicato di Tremul,  Corva ci ha dichiarato: “Secondo me”, come ho già detto più volte, l’unica Unione che rappresenta tutti i connazionali, l’unica Unione unitaria è quella di Fiume. L’Unione italiana di Capodistria è una sede operativa, ma l’Unione centrale è quella di Fiume i cui soci sono i membri di tutte le Comunità degli Italiani, sia di quelle operanti in Croazia, sia di quelle operanti in Slovenia. Pertanto alle varie riunioni degli organi di stato va invitata l’Unione Italiana di Fiume, poi per me è indifferente se a partecipare sarò io in qualità di presidente della Giunta esecutiva, Maurizio Tremul come presidente dell’UI o il presidente dell’Assemblea UI Paolo Demarin, oppure in due o tutti e tre assieme”.

Se le opinioni di Corva, a ben vedere, appaiono in piena in linea con il pensiero di Tremul, poco dopo succederà qualcosa che farà venire a galla la spaccatura tra il presidente della Giunta UI e il presidente dell’UI. Rispondendo alle domande della giornalista Lionella Pausin Acquavita di Radio Capodistria, Corva ha annunciato: “Io, al di là delle diatribe, questioni aperte, ricorsi vari, riunioni segrete e quant'altro - che non accetto - devo pensare alle questioni operative e anche per questo voglio riunirmi con i miei colleghi di Capodistria".

La riunione tra le due Unioni: incontro solo operativo oppure riconoscimento politico del "golpe" di Capodistria?

E, infatti, Corva ha convocato per il 22 maggio una riunione congiunta tra i dipendenti dell’UI di Fiume e i dipendenti dell’Unione italiana di Capodistria, allargato alla nuova coordinatrice dell’UI capodistriana Astrid Del Ben. Lo ha fatto pur avendoci dichiarato apertamente di essere stato contrariato dalla riunione del 9 gennaio. “Il primo fatto che mi disturba”, ci ha detto Corva, “è che quella riunione sia svolta esternamente all’Assemblea UI, il secondo è che è stata fatta in segreto”.

La convocazione di questa riunione a Tremul non è piaciuta per niente. Nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Dignano il 21 aprile, il presidente dell’UI ha detto chiaramente di reputare inopportuna la convocazione dell’incontro tra UI di Fiume e UI di Capodistria “perché c’è già una stretta, quotidiana collaborazione tra le due amministrazioni, ma soprattutto perché si va a legittimare una situazione che l’Assemblea ha respinto anche in attesa dell’esito che avranno i tre ricorsi contro la decisione dell’Unità amministrativa capodistriana e la registrazione del nuovo coordinatore. Quale impiegato dell’UI di Capodistria sono tenuto a partecipare all’incontro, ma da presidente dell’Unione italiana non ne riconosco né legittimità né legalità”.

Al termine della riunione del 22 maggio Corva ci ha dichiarato: “Ritengo che questa riunione operativa tra l’Unione Italiana di Fiume e l’Unione Italiana di Capodistria sia stata molto proficua. Nel corso dell’incontro abbiamo avuto modo di parlare di progetti comuni come ad esempio dell’incubatore d’impresa di Santa Lucia, del cofinanziamento dell’Unione Italiana per il progetto “Primis plus” (Storie di multiculturalità: viaggio sensoriale attraverso il prisma delle minoranze N.d.R.) e di tutta una serie di questioni contabili, amministrative e tecniche legate a rendicontazioni, realizzazioni di progetti e quant’altro. Dunque, temi operativi di una riunione corretta e costruttiva, tanto che abbiamo deciso di fare puntualmente delle riunioni del genere. Si tratta anche di un momento di scambio e di confronto positivo tra i dipendenti dell’Unione Italiana di Fiume e quella di Capodistria”.

Di parere diametralmente opposto Maurizio Tremul: “La riunione è stata un incontro politico per ufficializzare quanto accaduto a Capodistria e che ha violato il Regolamento dell’Unione e lo Statuto, ma presentandola come una questione tecnica e operativa, una questione che doveva essere affrontata già da tempo con normali interlocuzioni tra le due amministrazioni, come da Capodistria abbiamo sollecitato varie volte. Invece si è voluto dare una veste ufficiale tra le due Unioni, veste che non ha mai avuto finora perché non ce n’era bisogno, ovvero non c’era bisogno di sottolineare l’esistenza di due associazioni che in realtà, operando sinergicamente con i due rappresentanti legali, uno a Fiume e uno a Capodistria, creavano l’unità e l’unitarietà dell’Unione e della Comunità nazionale italiana. Se per l’Unione Italiana valgono ancora i documenti dell’Unione Italiana di Fiume, allora, per Regolamento interno il presidente della Giunta UI Marin Corva va riconosciuto come vicecoordinatore dell’UI di Capodistria. Ed è da questa funzione che avrebbe potuto convocare una riunione a Capodistria per affrontare tutte le questioni operative che ha voluto portare alla riunione di Fiume, senza fare un invito protocollato e senza l’ufficializzazione della Del Ben”.

È urgente armonizzare i documenti dell'Unione Italiana, ora le fila le deve tirare il presidente dell'Assemblea UI Paolo Demarin

È evidente che di fronte a questa situazione l’Unione Italiana si trova nell’urgenza di dotarsi di nuove disposizioni che regolino in maniera chiara e applicabile le modalità di attuazione dell’unitarietà. Abbiamo chiesto a Corva a che punto siamo. “Stiamo procedendo lentamente, ma bene, confrontando le nostre opinioni perché questo è l’unico modo di fare. Dobbiamo concentrarci sui documenti dell’Unione Italiana di Fiume, che è quella centrale. Per ora è in corso un dialogo aperto, non sono stati nominati ancora dei gruppi di lavoro”. Da parte sua Tremul sostiene che “nessuno ha visto finora alcun tipo di riflessione, nessuno è stato chiamato a partecipare ad alcun brain storming su come si intenda modificare gli atti dell’Unione Italiana”.

Paolo Demarin - foto: Manuel Angelini

Ora sarà importante attendere le mosse del presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana Paolo Demarin che ha il potere e, a questo punto, anche il dovere, di proporre (o di invitare a proporre) in seno all’Assemblea dell’UI, che è l’organo a cui spetta questo compito, le modalità tecniche e le indicazioni programmatiche per giungere quanto prima all’armonizzazione dei documenti. E, senza addentrarci troppo nella questioni delle assunzioni e degli stipendi, si dovrà tener conto del fatto che il presidente dell’UI o quello della Giunta UI residente in Slovenia, non si ritrovi nella condizione di dover chiedere al coordinatore dell’UI di Capodistria il permesso per poter esercitare le proprie mansioni nei normali orari d’ufficio.


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