Rekonstrukcija nogometnog igrališta u Peroju: Slijedeći tjedan već stižu modularne jedinice za klupske prostorije
Investicija je vrijedna 930.107,70 eura (bez PDV-a), a rok za dovršetak radova je pet mjeseci od uvođenja izvođača u posao
Con Valmer Cusma, che alle ultime elezioni per i Consigli delle minoranze è stato il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti per quello della minoranza italiana in Istria, in una lunga conversazione abbiamo affrontato alcune tematiche che riguardano la Comunità nazionale italiana * "È umiliante per la Comunità italiana dover sempre chiedere e pregare e andar sempre a sbattere contro i muri di gomma" * "Al posto di assumere Giovanni Sponza non si poteva quel posto di lavoro metterlo a disposizione del Consiglio?"
Con Valmer Cusma, che alle ultime elezioni per i Consigli delle minoranze è stato il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti per quello della minoranza italiana in Istria, in una lunga conversazione abbiamo affrontato alcune tematiche che riguardano la Comunità nazionale italiana * "È umiliante per la Comunità italiana dover sempre chiedere e pregare e andar sempre a sbattere contro i muri di gomma" * "Al posto di assumere Giovanni Sponza non si poteva quel posto di lavoro metterlo a disposizione del Consiglio?"
Con Valmer Cusma, che alle ultime elezioni per i Consigli delle minoranze è stato il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti per quello della minoranza italiana in Istria, in una lunga conversazione abbiamo affrontato alcune tematiche che riguardano la Comunità nazionale italiana.
Le ultime elezioni hanno visto un’affluenza bassissima. Come mai?
- La scarsa affluenza può essere intesa in vari modi. Una certa disaffezione verso la Comunità nazionale italiana e, nel caso specifico del Consiglio, non c’erano seggi a sufficienza. Poi, non c’è stato l’invito da parte delle autorità competenti agli italiani di recarsi a votare. I candidati stessi hanno dovuto fare agitazione e informazione. E il risultato è questo. Bisogna anche tener conto che il Consiglio della minoranza italiana a livello regionale ha un peso politico molto scarso. È soltanto un organismo di consultazione che può esprimere valutazioni, suggerimenti e può richiedere, però alla fine senza poter decidere e senza aver diritto di veto come, invece, avviene in Slovenia.
- Noi, come Consiglio siamo un organo voluto dallo stato e il finanziamento è stato demandato alla regione che per quest’anno ci ha dato 2.500 euro. Con questo importo dobbiamo coprire le spese per le riunioni e finanziare i programmi. Organismi come i Consigli delle minoranze esistono anche in Slovenia che, come da noi, sono espressione di una legge sulla tutela delle minoranze. Quei consigli si chiamano CAN (Comunità autogestita della nazionalità italiana) e ce ne sono quattro con 4-5 dipendenti e in più hanno un budget di 300-400 mila euro all’anno. Già questo fatto risveglia l’interesse nei confronti degli italiani in Slovenia a essere inclusi maggiormente nella vita della Comunità nazionale italiana.
- Anche per quanto riguarda l’Unione Italiana, il presidente Maurizio Tremul in Croazia non ha mai alzato la voce contro l’autorità o il potere regionale. In Slovenia lo fa, e questo è lodevole. Lo fa ogni volta che una virgola non è al suo posto. In Slovenia convoca conferenze stampa, diffonde comunicati e questo va bene. Per la parte croata non lo fa.
Come riuscite ad operare allora?
- Abbiamo ottenuto dei finanziamenti in base al bando dell’Università popolare di Trieste con i quali abbiamo finanziato una ricerca, che è ancora in corso, sulla vitalità della lingua italiana nella Regione istriana e per l’apertura di un’emittente radio che copra i fabbisogni degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, ma anche degli esuli.
VALMER CUSMAAlla fine risulta un paradosso, un Consiglio voluto dallo stato croato che dovrebbe essere finanziato dalla Regione per poter funzionare deve attendere i soldi dall’estero. Mi sembra che sia una cosa poco accettabile
- Inoltre, questo Consiglio non ha neanche una sede in cui poter operare normalmente. Le nostre riunioni le teniamo presso le Comunità degli italiani che si mettono a disposizione e che, pur non avendo l’obbligo di accoglierci, ci ospitano in via amichevole. Abbiamo la sede legale a Rovigno perchè sulla carta bisogna averla. Più volte abbiamo sollecitato un ufficio dove riunirci, ma non abbiamo mai ottenuto una risposta.
- Abbiamo avanzato anche altre richieste incontrando il disinteresse dell’autorità regionale. È ancora senza risposta la nostra richiesta di intitolare l’ospedale di Pola al dottor Geppino Micheletti. C’era stato promesso l’ufficio per il bilinguismo, però non si è fatto niente. Hanno assunto un traduttore che francamente non so cosa faccia. L’italiano pur essendo paritetico nella regione istriana non ha visibilità.
Però abbiamo dei rappresentanti...
- Come rappresentanti siamo molto ben messi. Abbiamo una vicepresidente italiana della Regione, Jessica Acquavita, il cui slogan elettorale era stato “Io ci sarò”, ma francamente non la vedo. Abbiamo un assessorato per la Comunità nazionale italiana e gli altri gruppi etnici che, devo riconoscere, si era dato da fare all’epoca del Covid per organizzare le lezioni online, però per altre cose non lo vedo. E poi, una cosa che ha segnalato il vostro portale, è stato assunto in questo assessorato il signor Giovanni Sponza, ex sindaco di Rovigno, ex parlamentare. Quindi, ci sono forze in questo assessorato, però io mi chiedo: “Cosa fa questa gente per guadagnare lo stipendio?”.
- Tra l’altro da oltre un anno è stata inaugurata la scuola di medicina di Pola che ha come fondatore la Regione istriana, però sulla facciata ha la tabella con la scritta solo in lingua croata, fatto che avevamo segnalato più volte. Dico ai signori Acquavita, Tea Batel e Sponza: “Prendete in mano un cacciavite e andate a cambiare la tabella perchè non so veramente a cosa servite nell’organico della Regione istriana. È umiliante per la Comunità italiana dover sempre chiedere e pregare e andar sempre a sbattere nei muri di gomma.
Ci sono altre richieste alle quali non vi è stata data una risposta da parte della Regione istriana?
- Non ci è data risposta alla richiesta di istituire una giornata in Istria per ricordare l’esodo. Non ci è stata data risposta alla richiesta di etichettatura bilingue dei prodotti istriani da parte dei produttori connazionali. Non ci è stata data risposta alla richiesta che il bilinguismo venga applicato nelle istituzioni che prima erano sotto l’ingerenza statale e poi passate sotto quella regionale.
Il Consiglio a breve dovrà eleggere un nuovo presidente. Gianclaudio Pellizzer, avendo due mandati alle spalle, non può essere rieletto.
- Con Gianclaudio Pellizzer a capo, il Consiglio, che prima esisteva solo su carta, ha avuto una rinascita e una piena valorizzazione. Si è dato molto da fare in tante situazioni e ha sollecitato il rispetto dei diritti della Comunità nazionale italiana, degli Statuti e dell’accordo italo-croato sulla tutela degli italiani. Secondo me il nuovo presidente dovrebbe essere un professionista con un proprio ufficio, dotato di stipendio e di un posto di lavoro, anche fisico. La risposta dell’autorità regionale potrebbe essere che abbiamo già una vicepresidente della regione e l’assessorato. Io faccio una controrisposta: "Al posto di assumere Giovanni Sponza non si poteva quel posto di lavoro metterlo a disposizione del Consiglio?".
- Una cosa interessante da dire è che c’era stato un incontro del Consiglio con il ministro Ivan Malenica. Erano state esposte le questioni e i problemi per quel che riguarda l’applicazione dei diritti degli italiani. Il signor Malenica aveva detto: “Ma, di cosa vi lamentate? Avete tutti gli strumenti, avete la legge, avete gli Statuti, l’accordo italo-croato. Disponete di tutti gli strumenti giuridici per farvi valere". Posso dire che il ministro ha ragione. In Istria manca la volontà di applicare tali diritti. Uno dei paradossi è che il 29 marzo si celebra la Giornata dello Statuto istriano. A questa celebrazione non viene data la parola agli italiani. Arrivano emissari del capo dello Stato, del presidente del Governo, del presidente del Sabor, parla il presidente della Regione, però non parla nessuna persona eletta dagli italiani. Questa questione l’ho sollevata più volte, però senza alcuna risposta.
L’anno prossimo ci saranno le elezioni parlamentari. Furio Radin si ricandida?
- Furio Radin, secondo me, si sta preparando al suo 15-esimo mandato, è chiaro e lampante. In questo modo non ha mantenuto la parola data alla vigilia delle scorse due elezioni che quello (diventato nel frattempo "quelli") sarebbe stato il suo ultimo mandato. Non so se ci saranno altri candidati che possano impensierirlo. Io, francamente, potrei mettermi in campo perché ho ottenuto il maggior numero di voti a queste elezioni. Potrei anche farci un pensierino. A mio modo di vedere il suo operato è stato negativo, al di sotto delle aspettative. Tra l’altro la sua ultima perla, una dichiarazione sul quotidiano “La voce del popolo” di qualche tempo fa, è che non esistono i diritti acquisiti. Diritti che sono stabiliti dall’accordo italo-croato sulle minoranze del 1996 che sono il nucleo di quell’accordo. Non si può scendere sotto il livello dei diritti acquisiti all’epoca. Questa sua dichiarazione rappresenta un brutto colpo nei nostri confronti perchè apre la porta a tutti coloro che non sono ben intenzionati nei nostri confronti. Sono sicuro, però, che tra un anno alla campagna elettorale parlerà nuovamente di questo trattato che, secondo lui, deve essere attuato. Lo dice ogni quattro anni e poi non fa niente.
- Queste sono mie considerazioni e valutazioni alle quali può rispondere dicendo che non sono vere, però con argomenti. Comunque, sarebbe opportuno un cambio anche al Sabor per far vedere che ci sono anche altre forze in campo nella Comunità nazionale italiana, anche se purtroppo durante il suo trentennio tanta gente si è allontanata dalla Comunità italiana proprio perchè non riusciva a venir coinvolta e dare il suo contributo visto che era in collisione con la politica di Furio Radin. Non vedo la sua reazione al fatto che il potere regionale non attua i diritti degli italiani previsti sulla carta. Negli ultimi 15 anni non è mai sceso in campo per richiamare l’attenzione o per criticare il potere regionale. Una domanda semplice per Furio Radin e alla quale dovrebbe rispondere, siccome è pagato per questo: “Come mai lei non ha mai alzato la voce, reagito al fatto che in Istria non vengono rispettati i diritti degli italiani?”.
VALMER CUSMANel Consiglio ci sono persone che la pensano in maniera libera e indipendente rispetto alla Regione, a Furio Radin e all’Unione italiana. È gente impegnata nella battaglia per i nostri diritti senza aver altri interessi. Siamo liberi pensatori, proponenti e promotori dei nostri diritti
- È un dato di fatto che la Comunità nazionale italiana da quando esiste come minoranza è sempre sotto il controllo di un tutore. Già i fondatori dell’Unione degli italiani dell’Istria e di Fiume (UIIF) erano espressione del Partito comunista dell’epoca. Poi, tutti i dirigenti dell’UIIF sotto la Jugoslavia erano sotto il controllo del partito. Chi non voleva sottostare al controllo del partito veniva epurato, come il professor Antonio Borme, e questa politica continua anche adesso con altri tutori che non sono difficili da individuare.
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