(VIDEO) SANREMO 2023 Al Festival di Amadeus, dei monologhi, delle polemiche e dei record vince Marco Mengoni
Sanremo non è solo una manifestazione nazional-popolare italiana che, bene o male, coinvolge tutto il Belpaese, ma è la manifestazione par excellence. È un fenomeno che va, o che dovrebbe essere, analizzato dal punto di vista sociologico e antropologico
3 min
Donatella Leonardelli
FOTO: La Repubblica
Sanremo non è solo una manifestazione nazional-popolare italiana che, bene o male, coinvolge tutto il Belpaese, ma è la manifestazione par excellence. È un fenomeno che va, o che dovrebbe essere, analizzato dal punto di vista sociologico e antropologico
È finita. Con un record di ascolti pari al 66 percento di share (o 12 milioni 256 mila spettatori) è finita la 73esima edizione del Festival della canzone italiana o semplicemente Sanremo.
Vincitore, non a sorpresa - i sondaggi, infatti, lo davano come favorito dall’inizio - Marco Mengoni che con la canzone "Due vite" è stato per tutte e cinque le serate del Festival in vantaggio sugli altri 27 partecipanti in gara. Per Mengoni è la seconda vittoria a Sanremo, dopo quella del 2013 con l'Essenziale.
Secondo classificato Lazza che esordisce a Sanremo con l’inedito "Cenere", mentre la sorpresa di questa edizione del Festival Mr. Rain con la sua "Supereroi" si aggiudica il terzo posto.
"Giorgia legalizzala", l'inno alla cannabis gridato al governo dal palco dell’Ariston da Fedez e gli Articolo 31 durante la quarta serata, o Amadeus che, invitato dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha ricordato la tragedia delle foibe leggendo un brano del libro di Gigliola Alvisi "La bambina con la valigia", ma anche il bacio fuori programma tra Rosa Chemical e Fedez durante la finale, sono soltanto alcuni dei fatti successi sul più grande palco italiano e che hanno scatenato polemiche.
Questo, con certezza, è stato, inoltre, il Sanremo più social di sempre. Su Tik Tok l'hashtag #Sanremo2023 ha raggiunto un miliardo di visualizzazioni, mentre i 29 video che sono stati pubblicati dall'account ufficiale del Festival il quarto giorno hanno superato i 5 milioni di visualizzazioni.
Un fenomeno sociale
Sanremo è Sanremo. Sul palco dell’Ariston tutto è permesso e niente è dovuto. Non va, neanche dopo 73 anni, dato per scontato.
Sanremo non è solo una manifestazione nazional-popolare italiana che, bene o male, coinvolge tutto il Belpaese, ma è la manifestazione par excellence. È un fenomeno che va, o che dovrebbe essere, analizzato dal punto di vista sociologico e antropologico. È un fenomeno che, in qualche modo, unisce gli italiani come lo fa una partita della Nazionale italiana o come un buon piatto di pasta. È un fenomeno che fa discutere prima, durante e dopo la sua messa in onda. È costume, è tradizione che sa, però, adeguarsi alla moda del momento. Nulla sfugge a Sanremo.
Lo specchio della società
È il Festival della canzone italiana a mostrare uno spaccato della società di oggi che, seppur legata alla tradizione, sa stare al passo con i tempi.
Uno spaccato della società italiana divisa in due; da una parte quelli che seguono Sanremo, e lo fanno dichiarandolo senza vergogna, dall’altra quelli che negano categoricamente di farlo, ma partecipano comunque alle discussioni sui vari social comodamente seduti sui loro divani.
Uno spaccato della società attuale che preferisce dare spazio all’immagine. Meglio la forma che il contenuto, si potrebbe dire. Quella società che aspetta il Festival per vedere cosa indosserà la valletta (diventata negli anni co-conduttrice) di turno.
Una società che cerca il gossip, il dibattito, un evento inaspettato, ma non cerca la canzone. O lo fa, ma in un secondo momento.
Una società che vuole essere politically correct, e quindi dà spazio a tematiche socialmente rilevanti e le espone sul grande palco dell’Ariston.
Una società che da "Grazie dei fiori" di Nilla Pizzi - vincitrice della prima edizione del Festival nel 1951 - arriva a chi i fiori li prende a calci. E lo fa su quello stesso palco che un anno prima gli dà fama e notorietà.
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