(VIDEO) Pogledajte kako se rade Šišanski cannoni. Recept otkriva nona Annamaria Benčić
Glavni cilj ovog projekta je brižno čuvati kulinarsku tradiciju naših dragih baka, a kako to radi nona Annamaria Benčić iz Šišana pogledajte u videu
"I bambini, purtroppo, non hanno dove imparare il dialetto e le canzoni popolari in istroveneto che, oramai, non si cantano piu' da nessuna parte. Per salvaguardarle si dovrebbe fare un canzoniere, ma fatto bene, con parole, note, arrangiamento e scrivere anche la loro storia", dice Edna Strenja Jurcan
"I bambini, purtroppo, non hanno dove imparare il dialetto e le canzoni popolari in istroveneto che, oramai, non si cantano piu' da nessuna parte. Per salvaguardarle si dovrebbe fare un canzoniere, ma fatto bene, con parole, note, arrangiamento e scrivere anche la loro storia", dice Edna Strenja Jurcan
Nella Comunita' degli Italiani di Pola ha origine un ulteriore progetto impegnato nella salvaguardia del dialetto istroveneto. E' il coretto della SAC Lino Mariani, cosi' nominato perche' a farne parte e' la generazione dei piu' piccoli.
El coro dei pici impara e canta canzoni soprattutto nella parlata istroveneta. Da un'idea dell'insegnante Edna Strenja Jurcan che, con una grandissima passione, segue quelli che sono gli eredi della cultura e della tradizione della comunita' nazionale italiana.
Come nasce il coretto della Lino Mariani?
Il coro dei piccoli della Lino Mariani nasce a settembre dell'anno scorso con l'intenzione di insegnare a mia figlia le canzoni di una volta, a me insegnate dalla nonna, dalla mamma nonche' dall'insegnante di musica Franca Moscarda.
Canticchiandole a casa e vedendo che mia figlia non le conosce, ho pensato che neppure le sue compagne di classe le conoscono. Ho saputo, poi, che queste canzoni non sono inserite nel programma scolastico di musica e visto che sono insegnante del coro maschile della Lino Mariani, ho proposto l'idea di un coro di soli bambini. L'idea e' stata subito accettata, soprattutto perche' queste canzoni rischiano di essere dimenticate.
Non si canta piu'. Oggi le feste non sono come quelle di una volta, accompagnate dalla chitarra o dalla fisarmonica, dove cantavano tutti e in questo modo si tramandavano le canzoni.
Ha riscontrato delle difficolta' nel formare il gruppo?
Non abbiamo riscontrato difficolta' perche' i genitori, e per fortuna anche i bambini, erano interessati all'idea di questo progetto. E poi, i genitori sono contenti perche', alla fine, cantano anche loro assieme ai figli.
Ci racconta un po' del coretto?
Al momento il coretto conta 13 bambini nella fascia di eta' che va dai cinque agli undici anni. La maggior parte dei bambini del coretto sono della Scuola elementare Giuseppina Martinuzzi di Pola, soprattutto della terza classe, e alcuni della Scuola elementare Castagner.
All'inizio facevano parte del coretto anche tre maschietti ma, forse per timidezza, hanno abbandonato. Purtroppo, oggi, non si stanno solo pertendo le canzoni in dialetto, ma si sta perdendo anche il canto maschile popolare. Il coro maschile della Lino Mariani, ad esempio, una volta contava 50 persone, oggi solamente 13.
Ai bambini piacioni di piu' le canzoni in dialetto oppure in italiano?
Ai bambini piace il dialetto pero' si vergognano a parlarlo. Credo che con il tempo, pero', lo parleranno senza problemi e ne saranno contenti. I bambini, purtroppo, non hanno dove imparare il dialetto e questo tipo di canzoni che, oramai, non si cantano piu' da nessuna parte. Per me sarebbe giusto inserirle, per lo meno, nelle scuole italiane, nella materia di musica.
Quando andavo a scuola io, grazie all'insegnante Franca Moscarda, ho imparato queste canzoni, alcune non le conoscevano neanche mia mamma e mia nonna. Ho fatto, cosi', un bel repertorio di canzoni polesane ma anche di tutta l'Istria e ne sto scomprendo di nuove, bellissime, che oggi non conosce piu' nessuno.
Lei, allora, e' una delle rare persone che si occuppano della salvaguardia delle canzoni in dialetto istroveneto?
Oltre a me, ci sono le insegnanti Franca Moscarda e Orietta Šverko. L'insegnante Franca mi ha aiutato tantissimo, non solo dandomi tutti gli spartiti scritti da lei, ma anche nel trasmettermi il suo entusiasmo quando si parla di queste canzoni. Lei conosce la storia che sta dietro alla canzone stessa, il perche' si cantava in quel modo. L'insegnante Orietta, a suo tempo, ha anche scritto alcuni libri per la scuola elementare ma che purtroppo non si usano piu'.
Secondo lei, in quale modo si potrebbero salvaguardare queste canzoni?
Per salvaguardare queste canzoni si dovrebbe fare un canzoniere, ma fatto bene, con parole, note e arrangiamento. Sarebbe bello farlo finche' abbiamo ancora da chi prendere queste informazioni, scrivere anche la loro storia. In una canzone, ad esempio, nel ritornello sta scritto: „Drio l'Arena sta el gobo Malusa'“, e l'insegnante Franca mi racconto' chi era questo gobbo Malusa'. Esiste anche una canzone, se vogliamo dire, un po' buffa, che parla di Pola come di una citta' un po' sfortunata, dove si elogia sempre il regime precedente rispetto a quello attuale. Si stava meglio quando si stava peggio, in pratica.
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