È stata interessante e coinvolgente per i convenuti la lezione "Gallesano durante la prima metà dell’Ottocento: persone e famiglie" che venerdì sera lo storico Matija Drandić ha tenuto davanti a un pubblico numeroso presso la Comunità degli Italiani di Gallesano. Tra il pubblico, molti i discendenti delle persone che Drandić ha studiato nel corso della sua ricerca.
Basandosi sull’analisi dei libri parrocchiali dei battezzati, dei copulati e dei morti di Gallesano relativi all’Ottocento, l’oratore, ricercatore presso il Centro di ricerche storiche di Rovigno, ha offerto uno spaccato dei momenti salienti della vita dei Gallesanesi nel XIX secolo: nascita, battesimo, matrimonio, morte, dai quali sono scaturiti dati storici e antropologici di un villaggio che all’epoca era tra i più popolosi della bassa Istria. Dati quali il ruolo del “santolo” (padrino), gli usi nuziali (i “matrimoni all’istriana” che garantivano alle vedove la stabilità finanziaria anche dopo la morte del marito), l’incidenza delle epidemie nelle cause di morte, specie la dissenteria e la scarlattina, ma non la malaria che invece per secoli aveva devastato Pola tanto che, nei secoli precedenti, alcuni Podestà di Pola risiedevano proprio a Gallesano per sfuggire al flagello della malaria.
Interessanti anche i dati sui costumi sessuali, ovvero l’analisi dei momenti in cui avveniva il concepimento dei figli. In una società ancora fortemente impregnata dalla religiosità e dalla sue norme, marzo, in cui generalmente cade la quaresima – periodo di sacrificio e rinuncia – era il mese in cui i coniugi concepivano di meno, ma si “agiva” poco in funzione della procreazione anche il luglio e agosto, quando il lavoro agricolo si faceva duro e faticoso per cui i maschi consumavano le loro energie tra i campi e non tra le lenzuola.
Ovviamente, la parte più coinvolgente per il pubblico è stata quella in cui Drandić ha parlato cognomi e soprannomi tipici di Gallesano. Tra i nobili sono state citate le famiglie Petris, Gonan, Lombardo e Ghiraldi. Avanzata pure l'ipotesi che palazzo Giocondo, l'edificio laico più prestigioso di Gallesano, originariamente non fosse appartenuto alla famiglia Petris, bensì ai Gonan.
Una sessantina i cognomi rilevati a metà dell’Ottocento dei quali sono ancora presenti e diffusi Capolicchio, Dobrović / Debrevi, Durin, De Ghenghi /Deghenghi, De Mori / Demori, De Petre / Depetre, De Toffi /Detoffi, Del Carro /Delcaro, Del Moro /Delmoro, Fabris, Ghiraldo, Leonardel /Leonardelli, Luchetto, Manzin, Matticchio, Millevoi / Milevoj, Moscarda, Simonel / Simonelli, Stocovich /Štoković, Tartiticchio, Tesser e Valente.
Tra i tantissimi soprannomi citiamo solo Pulisel, Zanolè, Veneruzzo e Tartaja per i Capolicchio, Passaoltra e Marasi per i Demori, Fojaghin e Sansa pei Delmoro, Capon e Mustachin per i Deghenghi, Visobello e Fadiga per i Delcaro, Coregin e Patus per i Leonardelli.
La conferenza si è svolta nell’ambito del programma “Upoznajmo Vodnjan – Conosciamo Dignano” promossa dal Comune di Dignano in collaborazione con Istarsko povijesno društvo – Società Storica Istriana e Knjižnica Vodnjan – Biblioteca di Dignano.