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Žiri je ocjenjivao intonaciju, interpretaciju, odnosno vokalnu izvedbu i scenski nastup, a odluku je bilo vrlo teško donijeti
La presidenza del partito ha messo le sezioni dietine delle due località istriane in mano a commissioni temporanee * Il presidente della DDI polese Daniel Deković abbandona i ranghi * E mentre il capo del partito Paus sostiene che "il signor Deković e molti dei suoi mentori hanno abusato della fiducia ottenuta un anno e mezzo fa", il veterano DDI Edi Gobo replica duro: "Immagino che vogliano distruggere il partito. Questa è una decisione disastrosa" * Lo scossone interno potrebbe derivare dagli scontri sull'asse Cvek - Deković, ora entrambi ex presidenti della sezione polese
La presidenza del partito ha messo le sezioni dietine delle due località istriane in mano a commissioni temporanee * Il presidente della DDI polese Daniel Deković abbandona i ranghi * E mentre il capo del partito Paus sostiene che "il signor Deković e molti dei suoi mentori hanno abusato della fiducia ottenuta un anno e mezzo fa", il veterano DDI Edi Gobo replica duro: "Immagino che vogliano distruggere il partito. Questa è una decisione disastrosa" * Lo scossone interno potrebbe derivare dagli scontri sull'asse Cvek - Deković, ora entrambi ex presidenti della sezione polese
Il mondo politico istriano all’inizio di questa settimana è stato colpito da un forte scossone che sta facendo tremare per bene alcune delle strutture portanti dell’impalcatura che regge l’interno dell’edificio organizzativo della Dieta Democratica Istriana (IDS/DDI). Lunedì sera, infatti, la presidenza del partito ha deciso di sciogliere, con voto unanime, le sezioni del partito a Pola, ma anche a Verteneglio, per istituirvi le commissioni temporanee. Si tratta di una decisione sorprendente, presa senza alcun preavviso ai diretti interessati e che giunge a meno di due settimane dalla riunione della sezione della DDI di Pola, alla quale aveva presenziato anche il presidente della partito Dalibor Paus, nel corso della quale non era stata avanzata alcuna questione di (s)fiducia e che aveva visto i partecipanti chiudere la seduta con il sorriso sulle labbra. Nulla, insomma, che potesse far prevedere la drastica decisione presa due giorni or sono.
Nel comunicato inviato a giochi fatti dalla Dieta, si legge che "fin dalle ultime elezioni amministrative, era evidente che la sezione non funzionava come doveva ma, senza per questo voler dare la colpa ad alcuno, è chiaro che non si può continuare così". Eppure, una subliminale indicazione di colpa c’è stata, e va individuata nel rapporto tra l’ex presidente di sezione Robert Cvek e il suo successore Daniel Deković che in seguito al commissariamento ha annnunciato di voler abbandonare il partito. Pur volendo rimanere nell’arena politica.
Vediamo di spiegare. Durante il periodo di “commissariamento”, la DDI polese verrà guidata da Saša Škrinjar, Elena Puh Belci, Diana Kukić Dasko, Aldo Skira, ma anche dal quel Robert Cvek che era stato il vice dell’ex sindaco di Pola Boris Miletić, ma pure presidente della sezione dietina polese nel momento in cui la DDI ha perso alle elezioni dell’anno scorso, dovendo rinunciare ad amministrare Pola, per la prima volta, dopo quasi trent’anni. Ma quel che più conta, si tratta di quel Robert Cvek coinvolto in prima persona nella lotta di frazioni interne che lo aveva visto fronteggiarsi proprio con Daniel Deković che, vale la pena ricordarlo di nuovo, 14 mesi fa gli era subentrato alla guida della Dieta di Pola, preferito al parlamentare Marin Lerotić, quest’ultimo ritenuto da molti quale uomo di Boris Miletić.
La nomina di Cvek al ruolo di uno dei “commissari temporanei” è stato un chiaro segnale di sfiducia a Deković, che ha preferito farsi da parte. La cosa non è piaciuta per nulla a Edi Gobo, uno dei veterani della DDI, il cui commento a caldo è stato durissimo: "Immagino che vogliano distruggere il partito. Questa è una decisione disastrosa presa del presidente 'per caso' Dalibor Paus!", ed ha rincarato la dose sostenendo che “la caduta della DDI a Pola è iniziata il giorno in cui Boris Miletić ha scelto Robert Cvek. Da quel momento non facciamo che registrare sconfitte. Robert Cvek è probabilmente il più grande errore di Boris Miletić. E ora Dalibor Paus ha scelto quel perdente".
Durante la conferenza stampa di ieri, la nostra giornalista Chiara Bilić ha voluto rinfrescare la memoria del presidente Paus, ricordandogli che una membro della presidenza dietina aveva chiesto addirittura l'espulsione di Robert Cvek dal partito per sospetto coinvolgimento in attività criminali, ma la risposta di Paus è stata che quella mossa è solo una prova del fatto che i vertici dietini polesi (Deković) erano interessati ad alimentare animosità personali e a occuparsi di storia, piuttosto che rivolgere la propria attenzione ai tesserati e all’elettorato. Quando poi gli è stato chiesto se l'intera sezione fosse stata sciolta a causa di un uomo, Robert Cvek, ha risposto: "Non è così".
Da parte sua, il giorno dopo il terremoto interno, Daniel Deković ha dichiarato che “criticando aspramente la politica precedente, non ho esitato a mettere in guardia contro la prassi del favoritismo e del clientelismo, motivo per cui sono stato emarginato, e la conferma delle mie opinioni è giunta con le elezioni perdute che hanno mostrato come il partito negli ultimi anni sia andato nella direzione sbagliata, perdendo la fiducia dei cittadini!” Deković ha precisato anche che “purtroppo non è stato possibile rimediare la situazione a Pola lasciata dall'ex presidenza (guidata da Robert Cvek, n.d.r.) in un contesto in cui lo stesso gruppo che negli ultimi anni aveva fatto fuoco e fiamme è ancora onnipresente con le sue ambizioni e con la politica del carrierismo opportunista, con la volontà di persistere in questo modo di operare, guardando solo al proprio interesse”.
La rinuncia di Deković apre anche la questione del mandato consiliare al Municipio di Pola, che viene assegnato ad personam, non al partito. Dunque, la decisione se mantenere il posto o se cederlo alla Dieta spetterà unicamente a Deković, che comunque sulla questione è stato stuzzicato dal presidente Paus per il quale che seggio dovrebbe competere alla DDI.
Nel corso di una conferenza stampa convocata ieri a Pola, Paus ha voluto spiegare meglio la decisione tellurica presa lunedì sera, sottolineato a più riprese che lo scioglimento delle sezioni di Pola e Verteneglio non ha nulla a che vedere con il favorire alcuna delle fazioni, ma, al contrario, “con questa decisione non si è voluto permettere che le ambizioni personali divenissero più importanti del partito e dell’operato per il beneficio dei cittadini di Pola”.
“Sfortunatamente”, ha detto ancora Paus, “il signor Deković e molti dei suoi mentori hanno abusato della fiducia ottenuta un anno e mezzo fa. Si sono occupati di animosità interpersonali, di revanscismo, e lo hanno fatto in modo da poter allontanare dal partito coloro che non condividono la loro opinione. Quando hanno avuto mani libere, hanno mostrato quanto fossero in grado fare. La presidenza del partito e io personalmente abbiamo ritenuto che ciò sia stato troppo poco”.
In conclusione, a detta di Paus “la sezione DDI di Pola non ha lavorato suffiecientemente con i tesserati, con le sezioni, con i comitati locali, non si è opposta a dovere e con validi argomenti all’attuale gestione della Città di Pola. Era chiaro anche a Deković che la filiale di Pola non funzionava correttamente e che era di fatto paralizzata”.
Insomma, viene da chiedersi cosa stia succedendo in seno alla DDI. Un tempo protagonista assoluto, per certi versi quasi assolutista, della scena politica della penisola, oggi questo partito regionalista, fortemente ridimensionato nelle preferenze dei cittadini in molte delle ultime tornate elettorali, rimasto orfano dei suoi leader carismatici, nel “bene possibile” trasmette un’immagine scialba, nella totale assenza di idee e di interventi in grado di portare migliorire al territorio; nel male, invece, si distingue per operazioni poco chiare, in odore di corruzione, di malversazioni, di edilizia abusiva, di godimento privato di risorse pubbliche. Basti citare il caso che vede coinvolto l’ex sindaco di Dignano Klaudio Vitasović. E neppure aver perso per strada il presidente della Regione, lo zupano Boris Miletić eletto alla carica come dietino ma ora fuoriuscito dal partito, indica particolari abilità politiche. E il presidente onarario Ivan Jakovčić sembra aver scelto la strada del silenzio.
Žiri je ocjenjivao intonaciju, interpretaciju, odnosno vokalnu izvedbu i scenski nastup, a odluku je bilo vrlo teško donijeti
Osumnjičeni je po dovršetku kriminalističkog istraživanja, uz kaznenu prijavu, predan u pritvorsku jedinicu policije
Glavni cilj ovog projekta je brižno čuvati kulinarsku tradiciju naših dragih baka, a kako to radi nona Annamaria Benčić iz Šišana pogledajte u videu
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