Gorka Ostojić Cvajner, intervenuta all'apertura, ha detto che nei suoi quadri Simone Mocenni Beck “esplora edonisticamente ampi orizzonti: quelli celesti e illuminati dal sole mediterraneo, oppure quelli misteriosi, appartenenti agli abissi marini. L'unico principio importante è quello di una sorta di trascendenza del paesaggio e del suo modo di trasformarsi in pittura, così che il paesaggio stesso si converte in puro sentimento
Gorka Ostojić Cvajner, intervenuta all'apertura, ha detto che nei suoi quadri Simone Mocenni Beck “esplora edonisticamente ampi orizzonti: quelli celesti e illuminati dal sole mediterraneo, oppure quelli misteriosi, appartenenti agli abissi marini. L'unico principio importante è quello di una sorta di trascendenza del paesaggio e del suo modo di trasformarsi in pittura, così che il paesaggio stesso si converte in puro sentimento
Quasi un centinaio di quadri (e qualche piccola scultura) disposti tra il pianterreno, le scalinate e il secondo piano del bel edificio dell’Urbis di Pola, spazio che si presta mene a improvvisarsi pinacoteca. È qui che Simone Mocenni ha allestito la sua mostra personale di Simone Mocenni Beck dal titolo “Come un viaggio – Kao putovanje”, un viaggio negli ultimi venticinquenni di creatività artistica dell’autore.
La mostra è stata inaugurata venerdì sera dal sindaco di Pola Filip Zoričić, cui ha fatto seguito l'intervento critico della storica d'arte Gorka Ostojić Cvajner.
Precisa, coinvolgente ma anche ironica, Gorka Ostojić Cvajner ha presentato Mocenni Beck come „un artista di grande valore, che ha scoperto numerose bellezze dell'arte e della creatività, ha scritto una ventina di libri e realizzato circa trenta mostre personali. Simone è un artista poliedrico: pianista, chitarrista, pittore, scultore e musicista."
L’artista italiano di origini polesi e attualmente residente a Pola espone un centinaio di opere tra dipinti e sculture realizzate nel nuovo millennio. Si parte dal periodo complesso della prima decade degli anni 2000 con la costante ricerca di trasposizione del cluster (grappolo) - segno utilizzato dal Mocenni come scrittura nelle sue composizioni musicali, verso una forma pittorica e scultorea - passando attraverso il ciclo dei “Finis Terrae”, gli intermezzi dei crepuscoli e degli omaggi a luoghi dell’Istria a lui cari, fino ad arrivare all’ultima fase, detta dall’autore “I paesaggi del Bilfo”. Quest’ ultimi sonio già esposti a Milano alla Bovisa Art District e a Dublino, alla Grangegorman Gallery.
Come ha scritto Gorka Ostojić Cvajner nei suoi quadri Simone Mocenni Beck “esplora edonisticamente ampi orizzonti: quelli celesti e illuminati dal sole mediterraneo, oppure quelli misteriosi, appartenenti agli abissi marini. L'unico principio importante è quello di una sorta di trascendenza del paesaggio e del suo modo di trasformarsi in pittura, così che il paesaggio stesso si converte in puro sentimento. In questa pittura sono evidenti le affinità per il cielo, per il mare, per la terra e per la luce, con la predominanza del colore su dati mimetici estremamente scarsi. Tuttavia, con forti saturazioni evocative e foniche che elevano la visione concreta, lo spazio concreto, a un livello di sensibilità universale. Così i suoi 'quasi viaggi' sono diventati un insieme luminoso, coloristico e ditirambico, con evidenti tracce di un sensuale inno lirico, con un velo di malinconia e un'intuitiva saggezza, e a loro modo di una autentica, pura castità."
In chiusura Simone Mocenni Beck ha espresso con orgoglio la sua soddisfazione per il fatto che la sua mostra sia stata inaugurata il 25 aprile, giorno in cui in Italia si celebra la festa nazionale della Liberazione dal nazismo e dal fascismo.
Da bi ova web-stranica mogla pravilno funkcionirati i da bismo unaprijedili vaše korisničko iskustvo, koristimo kolačiće. Više informacija potražite u našim uvjetima korištenja.
Nužni kolačići omogućuju osnovne funkcionalnosti. Bez ovih kolačića, web-stranica ne može pravilno funkcionirati, a isključiti ih možete mijenjanjem postavki u svome web-pregledniku.