Professore di lingua tedesca presso la Scuola Media Superiore Italiana "Dante Alighieri" di Pola e docente esterno di letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Juraj Dobrila di Pola, Paoletić ci ha esposto le sue opinioni sul bilinguismo, sul rapporto con la Lista di Filip Zoričić di cui è stato consigliere municipale nel precedente mandato, sui modi per creare un clima più positivo nei confronti degli Italiani affinché cessino domande superficiali e insensate come "cosa vogliono questi Italiani se sono così pochi", sulle sue idee relative al modo in cui collaborare con le istituzioni della comunità italiana e con quelle legate al sistema scolastico, sul futuro Museo della Città di Pola e sul suo progetto di una Fondazione per l’arte e la cultura
Professore di lingua tedesca presso la Scuola Media Superiore Italiana "Dante Alighieri" di Pola e docente esterno di letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Juraj Dobrila di Pola, Paoletić ci ha esposto le sue opinioni sul bilinguismo, sul rapporto con la Lista di Filip Zoričić di cui è stato consigliere municipale nel precedente mandato, sui modi per creare un clima più positivo nei confronti degli Italiani affinché cessino domande superficiali e insensate come "cosa vogliono questi Italiani se sono così pochi", sulle sue idee relative al modo in cui collaborare con le istituzioni della comunità italiana e con quelle legate al sistema scolastico, sul futuro Museo della Città di Pola e sul suo progetto di una Fondazione per l’arte e la cultura
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Proseguiamo con la serie delle interviste con tutti i candidati a vicesindaci /vicensindache italiani /e in quelle città (Pola, Dignano e Buie) e nel comune di Verteneglio, in cui gli elettori saranno chiamati a scegliere tra più candidati. Il criterio delle pubblicazione delle risposte non dipende da altra scelta redazionale che non sia quella di pubblicare le interviste nell’ordine cronologico in cui sono state portate a termine, il che dipende pure dal momento in cui sono giunte le risposte dei candidati.
Dopo quelle la candidata a vicesindaca di Dignano Manuela Geissa il candidato a vicesindaco di Pola Valmer Cusma, rimaniamo a Pola, dove il 18 maggio 1.860 elettori di nazionalità italiana avranno la possibilità di scegliere il vicesindaco italiano tra una rosa di cinque candidati. Uno di loro è Vito Paoletić.
Professore di tedesco presso la Scuola Media Superiore Italiana "Dante Alighieri" di Pola e docente esterno di letteratura inglese presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Juraj Dobrila di Pola, nello scorso mandato è stato consigliere municipale eletto nella Lista dell’attuale sindaco Filip Zoričić, lista che formalmente ha abbandonato per poter operare da indipendente ma per la quale, come dichiarato da lui stesso nel corso del confronto tra i cinque candidati a vicesindaco italiano di Pola svoltosi presso la CI polese il 7 maggio, ha mantenuto le proprie simpatie. Sin dal rientro degli studi compiuti a Udine, nel 2009, è sempre attivo presso la Comunità degli Italiani di Pola della cui assemblea è ed è stato consigliere per vari mandati. È membro del Comitato direttivo della filiale polese della società “Dante Alighieri” e del Consiglio cittadino per la minoranza italiana autoctona. In rappresentanza della Città di Pola è membro del Consiglio del Teatro INK di Pola.
Alla Comunità nazionale italiana serve davvero un vicesindaco/a italiano/ italiana eletto /a esclusivamente dai membri della comunità stessa?
La domanda potrebbe sembrare retorica, ma non lo è affatto. Noi italiani, siamo una comunità etnica autentica e autoctona di questi territori. La storia, almeno quella contemporanea, non sempre ci ha voluto bene. È legittimo e doveroso per noi avere un proprio rappresentante, da noi eletto, a ogni livello politico-amministrativo: locale, regionale e anche statale. Si tratta di diritti che non ci sono stati regalati, ma che abbiamo saputo conquistare trattando e lottando, e non sempre è stato facile, perché tanti vorrebbero anche poter fare a meno di noi: ma noi come comunità esistiamo ancora, vogliamo che ciò sia ben chiaro ed è per questo che è giusto che Pola, alla pari di altre città e comuni in Istria, abbia un vicesindaco CNI eletto appunto dai membri CNI. Tutto questo per assicurarci non una corsia preferenziale, bensì semplicemente per garantire a noi, comunità etnica sensibile e vulnerabile, un trattamento pari a quello della maggioranza.
“Ciò che stona in città sono le insegne marroni relative ai siti di interesse turistico: queste sono soltanto in croato e ciò è paradossale considerata la presenza dell’elemento italiano in città. Il mio programma di lavoro prevede anche l’introduzione dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole in lingua croata già dalla prima classe, e non soltanto dalla seconda, com’è comune in questo momento”
Se verrà eletto quale sarà la sua prima mossa?
Qualora venissi eletto, una tra le prime mosse significative che intraprenderei sarebbe una mossa piuttosto impopolare in politica: convocherei gli altri concorrenti alla carica di vicesindaco CNI di Pola. Penso che più che oppositori o avversari, noi cinque candidati italiani siamo proprio concorrenti: corriamo assieme, per lo stesso motivo e per lo stesso fine. Ognuno di noi è mosso da idee e intenzioni diverse, porta con sé esperienze di vita e conoscenze talvolta anche divergenti e penso che varrebbe la pena incontrarsi per sondare il terreno assieme e per confrontarsi al fine di stilare una classifica delle questioni più rilevanti e dei problemi più scottanti per la nostra comunità di elettori. Un ulteriore incontro che vorrei realizzare è quello con i vicesindaci emeriti, ossia con quelli che mi avranno preceduto in tale funzione, per trarre un bilancio dell’andamento dei lavori nel corso degli ultimi decenni. Tra le altre cose, vorrei dare inizio a un appuntamento annuale o semestrale, Città e Comunità, dove io come vicesindaco incontrerei periodicamente gli elettori per conoscerne i problemi e sentire i loro bisogni.
“Immaginiamoci le parole “Primavera de Pola mia, fata de gnente, ma cara come una ridada” di Gianna Dallemulle Ausenak impressi, per esempio, sulla facciata di un edificio!!!”
Il bilinguismo è uno diritti fondamentali della CNI, nel suo aspetto visivo è utile anche a ribadire l’identità storica cittadina. È soddisfatto del modo in cui viene applicato a Pola?
A livello visivo, il progresso è notevole e lodevole, ma il lavoro in tal senso deve continuare. Bisogna monitorare ancora più assiduamente il corretto utilizzo del bilinguismo visivo in tutte gli enti cittadini e non solo. In tal senso, ciò che stona in città sono le insegne marroni relative ai siti di interesse turistico: queste sono soltanto in croato e ciò è paradossale considerata la presenza dell’elemento italiano in città nonché il fatto che il turismo a Pola è di provenienza internazionale. In tal senso le insegne turistiche sono da completare con le loro traduzioni in italiano, e in un secondo passo magari anche in inglese, ma innanzitutto in italiano. Ciò a livello visivo. Inoltre, il mio programma di lavoro prevede anche l’introduzione dell’insegnamento dell’italiano nelle scuole in lingua croata già dalla prima classe, e non soltanto dalla seconda, com’è comune in questo momento. Ciò va armonizzato considerato anche il fatto che non esistono programmi/curricoli per l’insegnamento di una lingua straniera per sette anni alle elementari, bensì soltanto per otto anni, ovvero durante l’intero arco dell’istruzione obbligatoria. Bisogna capire dove si è perso l’anno che manca. Vorrei poi dare maggiore visibilità ai nostri poeti e letterati, custodi e divulgatori della nostra memoria storica: immaginiamoci le parole “Primavera de Pola mia, fata de gnente, ma cara come una ridada” di Gianna Dallemulle Ausenak impressi, per esempio, sulla facciata di un edificio! Ho poi in serbo molte altre iniziative, oltre all’espletamento dell’ordinaria amministrazione cittadina, che non è roba da poco.
“Mi adopererò affinché l’allestimento del futuro museo della nostra città presti l’attenzione necessaria dovuta all’esodo, che è storia (e anche presente) della nostra città. Bisogna far capire alla gente che la nostra cultura non è un valore aggiunto dell’Istria: essa ne è parte integrante e indissolubile”
Cosa vogliono questi Italiani che sono così pochi? Perché hanno il diritto al bilinguismo, al vicesindaco e ai seggi garantiti. Sono queste le domande con i quali la CNI di imbatte spesso. Cosa si dovrebbe fare per creare un clima più positivo nei confronti della comunità italiana autoctona?
La Sua osservazione è corretta e non mi lascia certo indifferente, anzi, mi rammarico ogni volta che vengo a conoscenza di osservazioni di questo tipo. Secondo me, bisogna educare alla convivenza i più piccoli, portando l’italiano anche agli asili, non per forzarne l’apprendimento, bensì per incuriosire e stimolare i più piccoli a cantare in italiano, a fare qualche gioco in italiano. Non bisogna poi desistere dall’affermare l’autoctonia della CNI in questi territori, facendo leva sulla nostre tradizioni, sul dialetto, sulla gastronomia, sulla cultura di massa, ma anche sugli aneddoti. Inoltre, continuare a divulgare la storia dell’esodo, benché difficile e per tanti scomoda, è doveroso. In tal senso mi adopererò affinché l’allestimento del futuro museo della nostra città presti l’attenzione necessaria dovuta all’esodo, che è storia (e anche presente) della nostra città. Bisogna far capire alla gente che la nostra cultura non è un valore aggiunto dell’Istria: essa ne è parte integrante e indissolubile.
“Noi Italiani siamo una comunità etnica autentica e autoctona di questi territori. La storia, almeno quella contemporanea, non sempre ci ha voluto bene. Il vicesindaco italiano non fornisce agli Italiani una corsia preferenziale, è bensì semplicemente uno strumento per garantire a noi, comunità etnica sensibile e vulnerabile, un trattamento pari a quello della maggioranza”
“Intendo creare un ufficio centralizzato ossia un gruppo di lavoro per l’attuazione del bilinguismo, al quale tutte le aziende municipalizzate, gli enti cittadini, e, volendo, anche altre persone giuridiche, potrebbero fare affidamento per traduzioni di insegne, iscrizioni e testi vari”
Cosa non l’ha soddisfatta nell’operato delle attuali autorità locali, in merito all'attuazione dei diritti della comunità nazionale italiana?
La critica maggiore, che nulla toglie alla buona volontà e all’atteggiamento positivo nei confronti della CNI, è rivolta alla mancanza di coordinazione o di armonia tra i vari enti cittadini, siano essi istituzioni o ditte municipalizzate. In questi quattro anni di mandato, durante i quali ho collaborato più intensamente con alcuni di loro, nessuno ha mai avuto da ridire sulla presenza visiva dell’italiano – ci mancherebbe! – ma ho avuto modo di comprendere che ognuno si arrangia come può, talvolta fidandosi di traduzioni a dir poco inaccettabili, ma tutto in buona fede. In tal senso, se venissi eletto, intendo creare un ufficio centralizzato ossia un gruppo di lavoro per l’attuazione del bilinguismo, al quale tutti gli enti cittadini, e, volendo, anche altre persone giuridiche, potrebbero fare affidamento per traduzioni di insegne e iscrizioni. Questo solo per fare un esempio.
Come valuta l’atteggiamento e le azioni concrete intraprese dalla lista di Filip Zoričić, di cui ha fatto parte ottenendo anche un seggio in seno al Consiglio cittadino, in funzione della comunità italiana?
All’interno della lista e poi come consigliere, ho avuto carta bianca su tutte le mie attività e decisioni: mai ho accusato pressioni da parte di qualcuno, men che meno da parte del sindaco. Nonostante l’atteggiamento spesso non benevolo di alcuni media e della sfera pubblica, il sindaco Zoričić è una persona consapevole dell’elemento italiano in città, nei confronti dei quali non solo porta rispetto, ma lo favorisce. Nessuna delle azioni delle valide azioni realizzate dall’attuale vicesindaco italiano, sarebbe stata possibile se non vi fosse stato il pieno appoggio del sindaco.
“Vorrei che i rapporti tra le nostre istituzioni, con ma anche senza l’intercessione della Città, fossero più frequenti, dinamici, evidenti”
Com’è e come dovrebbe essere il rapporto dell’amministrazione cittadina con la Comunità degli Italiani, le scuole italiane, gli asili e lo studio di italianistica a Pola, ma anche con i Consigli della comunità nazionale italiana, l’Unione Italiana, il Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, il Dramma Italiano del TNC “Ivan de. Zajc” di Fiume, la casa editrice Edit, la redazione italiana di Radio Pola…?
In questo campo i buoni rapporti sono davvero imprescindibili. Continuerei sulla scia di quanto fatto finora, promuovendo però una maggiore collaborazione non solo tra Città e i vari enti elencati nella domanda, bensì incentivando anche la collaborazione tra gli stessi soggetti. Vorrei che i rapporti tra le nostre istituzioni, anche senza l’intercessione della Città, fossero più frequenti, dinamici, evidenti. Presso la Città esiste un organo chiamato Consiglio per l’attuazione dei diritti della CNI, del quale ho fatto parte: si tratta di un organo consultivo, che in questo mandato si è riunito, se non vado errato, un’unica volta. Anche quest’organo potrebbe riunirsi più spesso, dimostrarsi più operativo e proporre miglioramenti.
Senza addentrarmi troppo in questioni che richiederebbero un esame molto più accurato, come fruitore dei servizi offerti dagli enti citati, mi dispiace l’italiano non sia più presente a Radio Pola, per esempio. Quanto offerto è apprezzato e di qualità, ma penso l’italiano possa essere più presente, più utilizzato in qualche intervista, in qualche inserto pubblicitario – che non sia necessariamente turistico e folkloristico – ma in modo sincero e spontaneo. Mi ricordo dell’AT klub di una volta, dove i due conduttori dialogavano spontaneamente in croato e italiano, e ci si capiva tutti. Insomma, si dovrebbe rendere evidente il fatto che il programma in italiano viene offerto non perché l’ente è tenuto a farlo, ma perché è determinato e ritiene necessario utilizzare anche l’italiano. So per certo che il quotidiano La Voce del Popolo arriva nelle scuole italiane. Perché non diffonderle, tramite un progetto e in numeri anche minori, nelle scuole in lingua croata? Un giornale è pur sempre anche un mezzo didattico ed estremamente educativo! La stessa cosa vale per Arcobaleno, che arriva agli alunni delle elementari italiane: perché non renderne possibile la fruizione anche nelle scuole croate della nostra città e della regione intera? Per me, bilinguismo vuol dire anche questo. Con l’Unione Italiana la Città è in ottimi rapporti e si sono già fatti passi da gigante relativi a investimenti nell’elementare Martinuzzi: finito il cantiere di Stoia, per il prossimo vicesindaco italiano questo sarà probabilmente il prossimo investimento da seguire in città.
“Vorrei inoltre incontrare i cittadini italiani trasferitisi nella nostra città e sentire i loro bisogni, conoscere i loro punti di forza: fare comunità è per me di vitale importanza. Un mio sogno, ormai da tanto tempo, è quello di selezionare dei “luoghi della memoria” in città e di metterli in evidenza presentando la “Pola di una volta”
Cosa potrà fare, da vicesindaco, in più rispetto a quando è stato consigliere cittadino e aveva diritto di voto e di proposta?
Quella del consigliere è sì una funzione determinante in molte questioni, ma non è operativa quanto quella del sindaco o del suo vice, che sono impiegati presso la Città. Come consigliere, impiegavo la maggior parte del mio tempo leggendo le varie proposte e decisioni, proponendo miglioramenti in termini legali e burocratici, ma sostanzialmente lo facevo nel mio tempo libero, a margine di tutti i miei altri impegni. Come vicesindaco sarei invece io stesso a intraprendere alcune mosse, a avviare progetti di collaborazione con città gemellate e non in Italia, ma anche altrove, aiutando in nostri connazionali e anche le altre minoranze (perché il vicesindaco italiano cura anche i rapporti con le altre minoranze in città) a realizzare i loro progetti e ad assecondare le loro necessità. Mi piacerebbe trovare i mezzi, la volontà e i collaboratori necessari per sviluppare il progetto di un patentino del bilinguismo, promuovendo delle prove strutturate di lingua italiana nelle scuole elementari, per motivare i bambini che lo studiano e per riconoscerne ufficialmente le competenze, ovviamente senza creare alcun motivo di panico. Vorrei inoltre incontrare i cittadini italiani trasferitisi nella nostra città e sentire i loro bisogni, conoscere i loro punti di forza: fare comunità è per me di vitale importanza. Un mio sogno, ormai da tanto tempo, è quello di selezionare dei “luoghi della memoria” in città e di metterli in evidenza presentando la “Pola di una volta” laddove una volta operavano negozi o servizi popolari, per la qual cosa vedo necessaria la collaborazione con l’Ente per il turismo. È poi necessario avviare e ampliare anche a Pola un “archivio della memoria”, registrando le memorie dei nostri concittadini connazionali, e qui sarà imprescindibile la collaborazione con la Comunità degli Italiani di Pola.
“Vorrei migliorare i collegamenti tra Pola e le altre città del territorio. Inoltre, , vorrei poter creare e lasciare a coloro che mi succederanno una Fondazione per l’arte e la cultura: un fondo di solidarietà per artisti e intellettuali, al quale poter attingere per progetti individuali e di gruppo volti ad arricchire la vita artistica e culturale di Pola”
Se verrà eletto, cosa farebbe, come cittadino e non solo come appartenente alla comunità, per il bene di Pola?
Dubito avrei voce in capitolo, ma ciò che come cittadino mi preme sono i collegamenti precari tra Pola e altre città del territorio: treni poco frequenti (qui si che bisogna lavorare per l’attuazione del bilinguismo) e purtroppo poco popolari, e linee interurbane in via di estinzione, che circolano su un’autostazione fatiscente non all’altezza della nostra città. Ciò che però credo di poter fare è la seguente cosa: sulla scia della Fondazione per lo sport, opera di successo voluta dall’amministrazione comunale uscente, vorrei poter creare e lasciare a coloro che mi succederanno una Fondazione per l’arte e la cultura: un fondo di solidarietà per artisti e intellettuali, al quale poter attingere per progetti individuali e di gruppo volti ad arricchire la vita artistica e culturale di Pola.
“Ciò che mi preme dire agli elettori è di uscire alle urne il 18 maggio e di votare anche da italiani!”
Perché gli elettori dovrebbero votare proprio lei?
A tutti coloro che si sentono italiani e che votano da italiani vorrei dire innanzitutto di tramandare l’italiano e il nostro dialetto nelle loro famiglie, di frequentare le nostre istitutzioni, da asili alle scuole, dalla Biblioteca alla Comunità, di usufruire dei media e dei servizi in lingua italiana. Ciò per me è molto più importante di una qualsiasi traduzione in italiano, sia essa giusta o sbagliata. Dobbiamo garantire la continuità e la consapevolezza dell’appartenenza al territorio, perché è qua che siamo a casa! Non ho messaggi propagandistici e slogan altisonanti rivolti agli elettori. Chi mi conosce, o ami apprezza o mi sdegna, e qua non c’è messaggio politico che possa cambiare tale sentimento. Ciò che mi preme dire agli elettori è di uscire alle urne il 18 maggio e di votare anche da italiani! Viva Pola!
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