In vista delle elezioni amministrative di domenica prossima, 18 maggio, proseguiamo con la pubblicazione della serie delle interviste preelettorali con tutti i candidati a vicesindaci /vicensindache italiani /e in quelle città (Pola, Dignano e Buie) e nel comune di Verteneglio, in cui gli elettori saranno chiamati a scegliere tra più candidati. Il criterio delle pubblicazione delle risposte non dipende da altra scelta redazionale che non sia quella di pubblicare le interviste nell’ordine cronologico in cui sono state portate a termine, il che dipende pure dal momento in cui sono giunte le risposte dei candidati.
Dopo esser stati a Pola (con i candidati Valmer Cusma e Vito Paoletić) e a Dignano (con la candidata Manuela Geissa e il candidato Giorgio Cerlon), oggi ci spostiamo per la prima volta a Buie dove i candidati alla funzione di vicesindaco in rappresentanza della Comunità italiana sono tre: Michela Altin, Corrado Dussich e Bruno Savron. Iniziamo con Michela Altin.
Docente presso la Scuola Media Superiore Italiana “Leonardo da Vinci” di Buie, ha studiato a Trieste e Pola e ha collaborato precedentemente con le Comunità degli Italiani dove ha tenuto dei corsi di informatica. Non è affiliata ad alcun partito e si candida da indipendente.
Perché, secondo lei, è importante che la Comunità nazionale italiana abbia un vicesindaco/a eletto /a esclusivamente dai membri della comunità stessa?
Solo chi vive veramente la Comunità, giorno dopo giorno, può rappresentarla con consapevolezza, responsabilità e un legame autentico. Avere una vicesindaca scelta esclusivamente dai connazionali significa avere una voce forte all'interno dell'amministrazione cittadina, che comprende a fondo le sfide, i bisogni e anche le ricchezze della nostra storica presenza a Buie. Non si tratta solo di una questione formale, ma di una garanzia di rappresentanza sincera.
“Fortunatamente, a Buie la lingua italiana è ancora viva e presente nella quotidianità, così come il dialetto istroveneto, che rappresenta una parte importante della nostra identità. Tuttavia, quando si parla di bilinguismo in senso istituzionale e ufficiale, credo che ci siano ancora ampi margini di miglioramento, c’è bisogno di traduttore in pianta stabile all’interno dell’amministrazione”
Se verrà eletta, quale sarà la sua priorità immediata?
La prima cosa che voglio fare è avviare un dialogo aperto e trasparente con tutte le Comunità degli Italiani del Buiese e con la verticale scolastica italiana. Intendo partire dall’ascolto e dalla condivisione delle esigenze più urgenti. Allo stesso tempo, mi impegnerò a trattare seriamente la questione del bilinguismo che è sempre un argomento di grande sensibilità per i connazionali, iniziando con la traduzione dei documenti municipali e la ricerca di una figura di traduttore in pianta stabile all’interno dell’amministrazione.

foto: Tea Štokovac / Studio Partum
Il territorio del Buiese è quello in cui, storicamente, il bilinguismo è stato sempre e molto più presente rispetto ad altre are dell’Istria. Ritiene che in questo ambito ci sia ancora qualcosa da fare?
Fortunatamente, a Buie la lingua italiana è ancora viva e presente nella quotidianità, così come il dialetto istroveneto, che rappresenta una parte importante della nostra identità. Tuttavia, quando si parla di bilinguismo in senso istituzionale e ufficiale, credo che ci siano ancora ampi margini di miglioramento. Il bilinguismo non può restare solo una bella parola scritta negli statuti: deve diventare qualcosa di tangibile, visibile, praticato e rispettato ogni giorno. Per questo motivo, sarà fondamentale intervenire in due ambiti principali: il primo è il bilinguismo visivo, ovvero la segnaletica, le denominazioni di vie, che devono essere sempre correttamente riportate anche in lingua italiana. Il secondo riguarda la documentazione amministrativa e la comunicazione ufficiale del Comune. Serve un maggiore impegno nella traduzione sistematica degli atti, degli avvisi pubblici e delle comunicazioni rivolte ai cittadini. In quest’ottica, ritengo fondamentale, e ciò sarà uno dei miei impegni prioritari, promuovere l’inserimento di una figura stabile all’interno dell’amministrazione comunale, dedicata esclusivamente alla traduzione, per assicurare continuità, qualità e rispetto concreto del bilinguismo. È positivo che la Città di Buie sia già coinvolta nelle attività promosse dalla Regione Istriana in merito al miglioramento del bilinguismo, ma con una figura professionale interna si potrà fare un salto di qualità anche in questo settore.
“Chi si chiede “cosa vogliono ancora questi Italiani” spesso non conosce abbastanza la nostra storia, il nostro contributo alla vita cittadina e la profondità del nostro legame con questo territorio. I diritti non dovrebbero essere legati esclusivamente ai numeri, ma al riconoscimento di una comunità autoctona che da sempre partecipa in modo attivo alla crescita sociale, culturale ed economica della città”
Nonostante la posizione relativamente buona della Comunità Nazionale Italiana in Istria, purtroppo esistono anche fenomeni negativi. Spesso, specie nei social, ci si imbatte nella domanda “che cosa vogliono ancora questi Italiani?”, e alcuni si oppongono al diritto degli Italiani ad avere vicesindaci/che e consiglieri/e. Cosa bisognerebbe fare per creare un clima più positivo nei confronti della comunità italiana autoctona? Inoltre, ci sono cittadini che affermano che gli Italiani sono numericamente troppo pochi per godere dei diritti che hanno. Come risponde a tale osservazione?
Parlare di dialogo, conoscenza e rispetto è fondamentale. Chi si chiede “cosa vogliono ancora questi Italiani” spesso non conosce abbastanza la nostra storia, il nostro contributo alla vita cittadina e la profondità del nostro legame con questo territorio. I diritti non dovrebbero essere legati esclusivamente ai numeri, ma al riconoscimento di una comunità autoctona che da sempre partecipa in modo attivo alla crescita sociale, culturale ed economica della città. Per rafforzare questo riconoscimento, è importante continuare a farci conoscere: aprire le porte delle nostre scuole, delle nostre Comunità, raccontare con più forza la nostra identità e mostrare concretamente il valore aggiunto che portiamo alla collettività. Solo costruendo ponti, creando occasioni di incontro e confronto, sarà chiaro a tutti che la rappresentanza che ci viene garantita non è un privilegio, ma una condizione necessaria per garantire equilibrio, rispetto reciproco e coesione all’interno della nostra comunità.
“Credo il rapporto tra l’amministrazione cittadina e le Comunità degli Italiani del territorio possa essere ulteriormente rafforzato e reso più strutturato. Serve un coordinamento più costante, che permetta di lavorare insieme su obiettivi comuni e di sviluppare una visione condivisa e duratura per il futuro della nostra Comunità. Proprio per questo vorrei proporre incontri regolari tra l'amministrazione, le CI, le scuole e i rappresentanti della comunità per sviluppare progetti comuni”

foto: Tea Štokovac / Studio Partum
Come valuta l’atteggiamento delle autorità locali attuali in merito all'attuazione dei diritti della comunità nazionale italiana?
A volte si riscontra una certa mancanza di coerenza tra ciò che è sancito dalle norme e la loro concreta applicazione. Le leggi sul bilinguismo e sulla tutela dei diritti della Comunità Nazionale Italiana sono chiare, ma non sempre trovano un riscontro puntuale nella pratica quotidiana, in particolare quando si parla di bilinguismo visivo o di documentazione ufficiale in lingua italiana. Non si tratta necessariamente di una mancanza di volontà politica, ma più spesso di disattenzioni, mancanza di controllo o semplicemente di una certa superficialità nell’attuazione. Tuttavia, anche queste piccole mancanze, se ripetute nel tempo, rischiano di diventare la norma. Per questo credo sia importante promuovere un impegno più costante e attento da parte delle autorità, affinché i diritti sanciti non rimangano solo sulla carta, ma siano realmente garantiti e visibili nella vita quotidiana dei cittadini.
“Le collaborazione tra la comunità italiana del Buiese e le istituzioni della CNI, già buone e vive, meritano di essere sostenute e rafforzate, e l’amministrazione cittadina dovrebbe essere parte attiva nel supportarle”
Ad ogni modo, il rapporto dell’amministrazione cittadina con le Comunità degli Italiani, le scuole italiane, gli asili è fondamentale. Come valuta questo rapporto, ma anche l’attività di questi soggetti, e cosa migliorerebbe, arricchirebbe o implementerebbe nell’interesse di Buie e dei connazionali di Buie?
Ritengo che, per quanto riguarda la realtà di Buie, partiamo da una base solida: il rapporto tra l’amministrazione locale e le istituzioni della Comunità Nazionale Italiana è improntato al rispetto e spesso anche a una collaborazione concreta e positiva. Tuttavia, credo che questo rapporto possa essere ulteriormente rafforzato e reso più strutturato. Serve un coordinamento più costante, che permetta di lavorare insieme su obiettivi comuni e di sviluppare una visione condivisa e duratura per il futuro della nostra Comunità. Proprio per questo vorrei proporre incontri regolari tra l'amministrazione, le CI, le scuole e i rappresentanti della comunità per sviluppare progetti comuni, ascoltare i bisogni reali e supportare in modo più concreto le attività che promuovono la lingua, la cultura e l'identità. Inoltre, è fondamentale aumentare la visibilità a livello regionale e nazionale: la nostra realtà merita di essere conosciuta e valorizzata anche oltre i confini di Buie.
“Solo costruendo ponti, creando occasioni di incontro e confronto, sarà chiaro a tutti che la rappresentanza che ci viene garantita non è un privilegio, ma una condizione necessaria per garantire equilibrio, rispetto reciproco e coesione all’interno della nostra comunità”
Ha in mente qualcosa affinché gli Italiani di Buie possano aver maggiori benefici dalle varie istituzioni (politiche, artistiche, culturali, mediatiche) della Comunità nazionale italiana?
Tutte le istituzioni della Comunità Nazionale Italiana mantengono un forte legame con il territorio, e questo legame si esprime in modo particolare attraverso l’attività delle Comunità degli Italiani. La Città di Buie, assieme all’Unione Italiana, è organizzatrice del Festival dell’Istroveneto; il Centro di Ricerche Storiche ha pubblicato diversi volumi scritti da nostri concittadini che raccontano tradizioni, cultura e parlata del territorio buiese. Abbiamo inoltre valide collaboratrici buiesi che contribuiscono con articoli al nostro quotidiano “La Voce del Popolo”. Queste collaborazioni, già buone e vive, meritano di essere sostenute e rafforzate, e che l’amministrazione cittadina dovrebbe essere parte attiva nel supportarle. Personalmente, ritengo importante promuovere iniziative e progetti volti a valorizzare la cultura e la lingua italiana, sempre in collaborazione e in sintonia con le quattro Comunità degli Italiani presenti sul nostro territorio: Buie, Momiano, Crassiza e Castelvenere. Da insegnante presso la Scuola Media Superiore Italiana “Leonardo da Vinci” di Buie conosco bene la realtà scolastica e sono convinta che il coinvolgimento delle scuole, dei giovani e delle famiglie, accanto alle CI, sia fondamentale per preservare e tramandare la nostra cultura.

foto: Tea Štokovac / Studio Partum
“Come cittadina, e non solo come appartenete alla CNI, desidero che Buie sia un luogo inclusivo, accogliente e attento ai bisogni di tutti, ed è proprio su questi principi che intendo costruire il mio impegno. Ho l’energia, le competenze e, soprattutto, la voglia di mettermi al servizio degli altri”
Se verrà eletta farà parte del potere esecutivo e collaborerà strettamente con il sindaco eletto. Cosa farebbe, come cittadina e non solo come appartenente alla comunità, per migliorare la città?
Naturalmente, oltre all'impegno per la Comunità Nazionale Italiana, mi sta a cuore il bene della Città di Buie nel suo insieme. Credo fermamente che la nostra città abbia un grande potenziale e importanti possibilità di crescita in diversi settori. Tuttavia, sono convinta che il valore più grande di ogni comunità siano le persone che la vivono. Per questo motivo, ritengo fondamentale rafforzare il dialogo tra cittadini e amministrazione, promuovendo trasparenza, ascolto e partecipazione. Un’attenzione particolare andrà certamente al potenziamento dei servizi educativi e alla valorizzazione delle nuove generazioni, ascoltando le loro esigenze e offrendo spazi reali di espressione e coinvolgimento. Come cittadina, desidero che Buie sia un luogo inclusivo, accogliente e attento ai bisogni di tutti, ed è proprio su questi principi che intendo costruire il mio impegno.
Cosa vuole comunicare agli elettori? Perché dovrebbero votare proprio per lei?
Perché sono una di loro. Vivo qui, lavoro a scuola e conosco perfettamente i problemi e le esigenze reali della nostra Comunità. Ho l’energia, le competenze e, soprattutto, la voglia di mettermi al servizio degli altri. Non faccio promesse vuote, ma mi impegno concretamente: essere presente, ascoltare e rappresentare tutti con serietà e determinazione. Il mio obiettivo è chiaro: fare del mio meglio per Buie e per la Comunità Italiana che è una componente vivace, attiva e con salde radici storiche. Insieme possiamo farci sentire e crescere.