Ventiquattro

UN TESTO IMPORTANTE PER LA STORIA POLESE

DOPO 120 ANNI USCITO UN NUOVO LIBRO SUI CASTROPOLA: I pregi e qualche difetto della ricerca sulla "breve dinastia" della Pola medievale

È molto interessante apprendere che alcuni membri della famiglia Castropola, sopravvissuta solo nel ramo boemo, furono protagonisti dell'arte: Laura venne ritratta dal pittore rinascimentale veneziano Lorenzo Lotto, Camillo fu mecenate dei grandi musicisti Vivaldi e Albinoni


 
7 min
Silvio Forza

È molto interessante apprendere che alcuni membri della famiglia Castropola, sopravvissuta solo nel ramo boemo, furono protagonisti dell'arte: Laura venne ritratta dal pittore rinascimentale veneziano Lorenzo Lotto, Camillo fu mecenate dei grandi musicisti Vivaldi e Albinoni

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Sono trascorsi 120 anni da quando è stato pubblicata l’ultima ricerca seria sulla famiglia dei Castropola, signori di Pola nella metà del XIII e i primi trent’anni del XIV secolo., fino a quando nel 1331, banditi da Venezia, si sono trasferiti nella stessa Venezia e poi a Treviso, dove sono diventati una delle famiglie di maggior prestigio.

Risale, infatti, al 1903 la pubblicazione del saggio di Camillo di Franceschi “Il Comune polese e la Signoria dei Castropola”. Prima di lui, attingendo dalla raccolta di documenti medievali “Codice diplomatico istriano”, avevano scritto anche Pietro Kandler in “Notizie storiche di Pola” nel 1876 e Bernardo Benussi. nel libro “Nel Medioevo. Pagine di storia istriana” nel 1897.

Ora, dopo oltre un secolo, la Zel Edizioni di Treviso ha pubblicato il libro di Giacinto Cecchetto “I Sergi-Castropola- Pola (secoli XII-XXI) – Storia di una famiglia dall’Istria a Treviso e la germinazione di un ramo famigliare in Boema, all’inizio del secolo XVII”.

Recentemente il vicesindaco di Pola Bruno Cergnul ha ricevuto l'autore nel Palazzo municipale di Pola ed è stato annunciato che presto a Pola verrà organizzata la presentazione del libro.

 

Il vicensidaco di Pola Bruno Cergnul ha ricevuto l'autore Giacinto Cecchetto a Palazzo comunale - foto: Grda Pula Pola

Per quel riguarda la storia di Pola, il libro di Cecchetto - che si fonda su serie ricerche d’archivio -  ha alcuni meriti ma anche qualche difetto. Il primo dei meriti è quello di aver ribadito con chiarezza che non esiste prova alcuna del legame genealogico tra i Sergi De’ Castropola e la gens Sergia d’età romana, quella che, con Salvia Postuma Sergia, fece costruire l’arco dei Sergi. Tale legame era stato sostenuto da Pietro Kandler, di cui Cecchetto sconfessa anche la convinzione che i Sergi fossero originari di Treviso. Appoggiandosi a fonti relative alla genealogia trevigiana, l’autore fa risalire la dinastia dei Sergi a Bonifacio I, vissuto tra il 1180 e il 1214. Così come nulla prova l’origine trevigiana della famiglia, nulla ne indica chiaramente l’origine polese.

Cecchetto, pur non scrivendolo inequivocabilmente, sembra non essere d’accordo con Kandler nemmeno a proposito della data della nota congiura contro i Castropola, quando la famiglia a loro avversa dei Gionatasi (Jonatasi), durante la processione del Venerdì Santo, fece uccidere tutti i Castropola. Dalla strage, stando a questa narrazione,  si salvò solo il fanciullo Sergio II che i francescani calarono con una fune dal Castello al sottostante convento francescano. In segno di gratitudine Sergio, ripreso il potere, avrebbe finanziato la costruzione della chiesa tardoromanica di San Francesco (1314), ragion per cui all’interno del complesso francescano polese si trovano due stemmi dei Castropola.

La chiesa di San Francesco a Pola - foto: Istrapedia

Kandler colloca l’avvenimento nel 1271, ma sia Bernardo Benussi, sia Camillo De Franceschi escludono che ciò sia potuto accadere in quell’anno, perché  in quel momento i Castropola nona avevano ancora assunto il controllo totale su Pola e i Gionatasi in quel momento erano loro alleati; le due famiglie si sarebbero scontrate solo più tardi.

Cecchetto sposa la tesi di Benussi e De Franceschi per la quale questa congiura sarebbe potuta accadere nel 1331 (anno in cui Pola passa a Venezia e i Castropola vengono banditi dalla città), senza rinunciare a rilevare un’importante nota segnalata da De Franceschi, ovvero che tutta questa storia potrebbe esser solo un’invenzione in quanto se ne ha nota per la prima volta soltanto nel 1588 da parte di un autore anonimo.

Sulla scorta di queste osservazioni, nella storiografia contemporanea dovrebbero dunque sparire i riferimenti al legame genealogico con la gens Sergia, l’origina trevigiana della famiglia e la storia del massacro dei Castropola.

Un ulteriore merito dello studio del Cecchetto è quello di aver allargato a nuovi fonti, affiancate a ciò che già si sapeva tramite il Codice diplomatico istriano e il testo di De Franceschi, i dati relativi ai vari membri della famiglia Sergi Castropola, con allegate chiare tavole genealogiche.

Inoltre, Cecchetto ribadisce che il bando, subito da parte dei Castropola da parte di Venezia nel 1331, riguardava soltanto l’esercizio del potere: ai Castropola fu concesso di mantenere i propri interessi in Istria, feudi vari nel distretto di Pola e a Sanvincenti, ancora per secoli. Infatti, il bando del 1331, ribadito con uno più gravoso nel 1348, venne annullato nel 1358.

La mancata Signoria dei Castropola

Quando parliamo di famiglie medievali importanti, detto in termini semplici, dobbiamo tenere questo contesto. Nell’Europa del XII secolo esistevano poche realtà statali: c’erano l’Impero bizantino, il Sacro Romano Impero (tedesco), i regni di Francia e Gran Bretagna e, con u ruolo sempre maggiore lo Stato pontificio e Venezia La particolarità è che l’Italia settentrionale e l’Istria facevano parte del Sacro romano impero, governate in genere da famiglie tedesche. La lontananza dell’imperatore e queste famiglie e di queste famiglie fece si che in Italia e un po’ più tardi in Istria, i cittadini iniziarono a manifestare un sempre maggiore desiderio di autonomia e nacquero i comuni. Quando all’interno dei comuni alcune famiglie si arricchirono, dopo aver sconfitto i rappresentanti del popolo, si proposero come protettori della città e governanti assoluti. Nacquero così le signorie quali i Visconti (poi gli Sforza) a Milano, i Medici a Firenze, i Malatesta a Rimini, i Gonzaga a Mantova, i Della Scala a Verona. A Pola i Castropola sarebbero potuti diventare ciò che i Medici diventarono per Firenze, ma la storia è andata diversamente. Venezia era una Repubblica e portò in Istria un ordinamento del tutto diverso, che non lasciava spazio allo strapotere dei singoli.

Ancora u merito del libro di Cecchetto è quello di aver raccontato la storia dei Castropola. che oggi porta il nome di Pola, fino ai giorni nostri. Come scrive Federico Pola, il cui nome  completo è Federico Giovanni Bosco Iaroslaus Filippo Neri,  nato il 9 novembre 1963 a Brandys nad Laben nella Repubblica ceca, “dal 1951, anno della morte di Elena Maria Pola, nessuno dei discendenti della nostra famiglia vive più in Italia e la responsabilità della tradizione familiare è passata al nostro ramo stabilitosi in Boemia”. Il capostipite del ramo boemo dei Castropola era stato Bernardino IV, nato nel 1593, che al proprio nome aggiunse quello di Cristoforo e le cui ragioni della sua comparsa a Praga sono ignote.

La famiglia Pola oggi vive a Praga - foto:“I Sergi-Castropola- Pola (secoli XII-XXI)"

Dedicando gran parte del libro alla vicende successive alla fase polese della famiglia, Cecchetto rispolvera una serie di personaggi importanti che la famiglia ha dato nel corso dei secoli. Uno dei più suggestivi riguarda Laura Pola il cui ritratto è stato realizzato tra il 1543-1544 dal noto pittore rinascimentale veneziano Lorenzo Lotto. L’olio su tela si trova ora nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Da segnalare anche Camillo Pola, Cavaliere di Malta a Venezia, che è stato mecenate dei grandi musicisti Vivaldi e Albinoni.

 Ritratto di Laura Pola realizzato tra il 1543-1544 dal noto pittore rinascimentale veneziano Lorenzo Lotto

Il libro di Cecchetto è inoltre corredato da numerose foto, riproduzioni di pergamene e vari documenti storici, tavole genealogiche, stemmi, piantine, palazzi ed edifici vari appartenuti alla famiglia. Di questi, in Italia (a Treviso avevano un loro palazzo) rimangono soltanto la Barchessa della loro villa a Barcon, nel comune di Vedelago, in provincia di Treviso.

La Barchessa di Villa Pola a Vedelago, nei pressi di Treviso Foto: Facebook Barchessa di Villa Pola

Dal punto di vista del lettore di Pola, il difetto maggiore del libro di Cecchetto è che non viene proposta una narrazione organica, cronologica e di contesto, della vicenda dei Castropola a Pola. Gli oltre cent'anni di  presenza al potere o vicino ad esso, andava forse raccontata con maggior impegno narrativo. Già nel 1211 i Sergi erano stati chiamati a rappresentare gli interessi del Patriarca di Aquileia, che allora governava l’Istria, nella città di Pola, ma anche Rovigno, Valle, Due Castelli e Sanvincenti.

Nel 1251 Galvano I sarà il primo Sergi a diventare podestà di Pola (in totale la famiglia ne darà 6 in 8 “mandati”) nel 1265 Nascinguerra II, Sergio I, Monfiorito e Glicesio Sergi acquistano l’importante feudo di S. Apollinare che andava dal canale di Leme alla costa orientale dell’Istria, nel 1280 Matteo Sergi divenne vescovo di Pola, nel 1284 Monfiorito, Bonifacio II, Nascinguerra II, Guarnerio e Glicesio I ottengono i diritti feudali su Parenzo.

Un anno fondamentale è il 1294, quando  il Patriarca di Aquileia assegnerà ai Sergi il Castello e dal quel punto aggiungeranno al loro cognome Sergi anche il secondo - Castropola. Nel 1312 Nascinguerra IV e Sergio II acquistano il feudo Morosini nella zona di Sanvincenti.

L’errore capitale compiuto dalla famiglia Sergi Castropola risale al 1305 quando assunsero illegalmente il titolo di capitano perpetuo che provocò il disappunto dei cittadini. Così, nel 1331, nel corso di una attacco dei Conti di Gorizia, i Polesani di allora, per difendersi, preferirono assoggettarsi a Venezia.


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